Dopo lo scandalo “Palamara” che ha coinvolto diversi magistrati (tra cui alcuni membri del Csm) in merito alla nomina dei vertici di alcune importanti Procure non ci si può non interrogare sull'efficacia del sistema di conferimento degli incarichi direttivi attualmente in vigore. La complessa impalcatura normativa che dal 2006 è stata messa a punto per selezionare i dirigenti degli uffici giudiziari non sembra aver raggiunto i suoi obbiettivi e altre sono le logiche che continuano a influenzare questi processi. Dopo aver illustrato le principali caratteristiche della procedura di nomina dei magistrati dirigenti in vigore dal 2006, l’articolo si concentra sul sistema di valutazione dei dirigenti magistrati, che rappresenta un’assoluta novità nel sistema ordinamentale. Partendo dall’analisi dettagliata dei verbali del Csm e dei giudizi dallo stesso compiuti negli anni 2009-2016, l’articolo arriva a identificare i principali fattori su cui il Csm fonda le proprie valutazioni negative, che portano quindi a non confermare il dirigente nel suo incarico. Contrariamente alle aspettative, e nonostante i nuovi parametri e indicatori fissati dalla normativa secondaria, la valutazione del Csm appare ampiamente discrezionale. La figura di magistrato dirigente che emerge dalle valutazioni del Csm è fortemente ambigua, con una serie di ripercussioni negative sul corretto funzionamento degli uffici giudiziari.

La selezione e valutazione dei magistrati dirigenti degli uffici giudiziari: problematiche e prospettive a confronto

Daniela Cavallini
2019

Abstract

Dopo lo scandalo “Palamara” che ha coinvolto diversi magistrati (tra cui alcuni membri del Csm) in merito alla nomina dei vertici di alcune importanti Procure non ci si può non interrogare sull'efficacia del sistema di conferimento degli incarichi direttivi attualmente in vigore. La complessa impalcatura normativa che dal 2006 è stata messa a punto per selezionare i dirigenti degli uffici giudiziari non sembra aver raggiunto i suoi obbiettivi e altre sono le logiche che continuano a influenzare questi processi. Dopo aver illustrato le principali caratteristiche della procedura di nomina dei magistrati dirigenti in vigore dal 2006, l’articolo si concentra sul sistema di valutazione dei dirigenti magistrati, che rappresenta un’assoluta novità nel sistema ordinamentale. Partendo dall’analisi dettagliata dei verbali del Csm e dei giudizi dallo stesso compiuti negli anni 2009-2016, l’articolo arriva a identificare i principali fattori su cui il Csm fonda le proprie valutazioni negative, che portano quindi a non confermare il dirigente nel suo incarico. Contrariamente alle aspettative, e nonostante i nuovi parametri e indicatori fissati dalla normativa secondaria, la valutazione del Csm appare ampiamente discrezionale. La figura di magistrato dirigente che emerge dalle valutazioni del Csm è fortemente ambigua, con una serie di ripercussioni negative sul corretto funzionamento degli uffici giudiziari.
2019
Daniela Cavallini
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