Cultura canonica e cultura giuridica ebraica

The paper examines some convergences and distances that characterize the relationship between two different religious juridical cultures: Jewish law and canon law. Two different ways, first of all, of interpreting the categories of time and change, although deriving from an immutable Revelation. Both the interpretation for Jewish law and the possibility of legislating for canon law imply the construction of a hierarchical system, necessary to certify orthodoxy and continuity with tradition. The article then considers the adaptation to the space of these two universal rights, to the political realities delimited by borders: that is, national states. Precisely the relationship with the states has fostered the challenge of secularization that these two religious orders, even if in different ways, are facing. In the current crisis of form-state, universality - which characterizes these two juridical civilizations - can perhaps constitute a fruitful point of reflection in the elaboration of original categories of juridical thought called to interpret time and space of a new global dimension.

Il contributo prende in esame alcune convergenze e distanze che caratterizzano il rapporto tra due diverse culture giuridiche religiose: il diritto ebraico e il diritto canonico. Due modi diversi, prima di tutto, di interpretare le categorie del tempo e del cambiamento, pur derivando da una Rivelazione immutabile. Sia l’interpretazione per il diritto ebraico, sia la possibilità di legiferare per il diritto canonico, implicano la costruzione di un sistema gerarchico, necessario per certificare l’ortodossia e la continuità con la tradizione. L'articolo considera, poi, l’adattamento allo spazio di questi due diritti universali, alle realtà politiche delimitate da confini: cioè gli stati nazionali. Proprio il rapporto con gli stati ha favorito la sfida della secolarizzazione che questi due ordinamenti religiosi, pure con modalità diverse, stanno affrontando. Nell’attuale crisi della forma-stato l’universalità - che caratterizza queste due civiltà giuridiche - può forse costituire un punto di riflessione fecondo nell’elaborazione di originali categorie del pensiero giuridico chiamato a interpretare il tempo e lo spazio di una nuova dimensione globale.