Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale di Studi Teoria e pratica medica nel Basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo e ippiatra, tenutosi a Bologna il 19 e 20 ottobre 2018. Figlio d’arte, formatosi presso la scuola del padre Ugo, entrato ben presto nell’Ordine dei Predicatori bolognesi, nominato vescovo di Bitonto (ca.1262-1266) e di Cervia (1266-1298), autore del trattato di chirurgia più famoso del XIII secolo e di un apprezzabile trattato di ippiatria, Teodorico Borgognoni riveste un ruolo fondamentale nella storia della scienza medica medievale, come dimostrato dagli studi di Michael McVaugh. La sua imponente personalità, la sua opera e i suoi scritti diventano, dunque, il fulcro di una riflessione critica condivisa sulle principali istanze scientifiche e culturali del suo tempo. Attorno al Borgognoni ruotano, infatti, temi importantissimi, che il titolo del volume vorrebbe sintetizzare. Anzitutto nella dicotomia iniziale – Teoria e pratica medica –, tesa a definire con chiarezza lo scenario concettuale e dialettico alla luce del quale interpretarne la vita e le azioni; poi, nella triplice sequela di attributi e qualifiche – vescovo, chirurgo e ippiatra – che ne accompagna il nome, a delinearne con immediatezza le diverse anime. La vita del presule domenicano si dipana lungo coordinate storico-geografiche che attraversano da nord a sud l’Italia bassomedievale, dai grandi centri della finanza e dell’imprenditoria, della politica e della cultura internazionali, come Lucca, Bologna, Napoli e Roma, ai centri minori e più periferici, come Bitonto e Cervia. Percorre dall’inizio alla fine tutto il Duecento – il secolo di S. Domenico e S. Francesco, di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, di Taddeo Alderotti e di Rolandino –, riflettendone slanci, entusiasmi, limiti e contraddizioni; si lascia toccare dalle grandi correnti di pensiero europee, dalla nuova cultura speculativa che circolava dentro e fuori le aule delle costituende universitates e nei conventi mendicanti, accarezza i saperi pratici ma respira e assorbe anche la peculiare civiltà giuridica bolognese e non ultimo, forse, il pragmatismo imprenditoriale proprio delle sue radici toscane. Ancora, il vescovo-chirurgo ben rappresenta quell’élite ecclesiastica in costante ascesa economica su cui ha scritto pagine esemplari Agostino Paravicini Bagliani, incarnando a un tempo il nuovo modello di cultura domenicana che proprio in quegli anni, e proprio a Bologna, trovava un fondamentale luogo di elaborazione e diffusione. È, insomma, quella di Teodorico, una personalità, di eccezionale caratura e densità, che non può essere appiattita in un’unica dimensione, sia essa professionale, letteraria o ecclesiastica, ma che richiede una lettura multifocale, necessariamente interdisciplinare, come quella che qui si propone.

Teoria e pratica medica nel basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo, ippiatra

Francesca Roversi Monaco
2019

Abstract

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale di Studi Teoria e pratica medica nel Basso Medioevo. Teodorico Borgognoni vescovo, chirurgo e ippiatra, tenutosi a Bologna il 19 e 20 ottobre 2018. Figlio d’arte, formatosi presso la scuola del padre Ugo, entrato ben presto nell’Ordine dei Predicatori bolognesi, nominato vescovo di Bitonto (ca.1262-1266) e di Cervia (1266-1298), autore del trattato di chirurgia più famoso del XIII secolo e di un apprezzabile trattato di ippiatria, Teodorico Borgognoni riveste un ruolo fondamentale nella storia della scienza medica medievale, come dimostrato dagli studi di Michael McVaugh. La sua imponente personalità, la sua opera e i suoi scritti diventano, dunque, il fulcro di una riflessione critica condivisa sulle principali istanze scientifiche e culturali del suo tempo. Attorno al Borgognoni ruotano, infatti, temi importantissimi, che il titolo del volume vorrebbe sintetizzare. Anzitutto nella dicotomia iniziale – Teoria e pratica medica –, tesa a definire con chiarezza lo scenario concettuale e dialettico alla luce del quale interpretarne la vita e le azioni; poi, nella triplice sequela di attributi e qualifiche – vescovo, chirurgo e ippiatra – che ne accompagna il nome, a delinearne con immediatezza le diverse anime. La vita del presule domenicano si dipana lungo coordinate storico-geografiche che attraversano da nord a sud l’Italia bassomedievale, dai grandi centri della finanza e dell’imprenditoria, della politica e della cultura internazionali, come Lucca, Bologna, Napoli e Roma, ai centri minori e più periferici, come Bitonto e Cervia. Percorre dall’inizio alla fine tutto il Duecento – il secolo di S. Domenico e S. Francesco, di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino, di Taddeo Alderotti e di Rolandino –, riflettendone slanci, entusiasmi, limiti e contraddizioni; si lascia toccare dalle grandi correnti di pensiero europee, dalla nuova cultura speculativa che circolava dentro e fuori le aule delle costituende universitates e nei conventi mendicanti, accarezza i saperi pratici ma respira e assorbe anche la peculiare civiltà giuridica bolognese e non ultimo, forse, il pragmatismo imprenditoriale proprio delle sue radici toscane. Ancora, il vescovo-chirurgo ben rappresenta quell’élite ecclesiastica in costante ascesa economica su cui ha scritto pagine esemplari Agostino Paravicini Bagliani, incarnando a un tempo il nuovo modello di cultura domenicana che proprio in quegli anni, e proprio a Bologna, trovava un fondamentale luogo di elaborazione e diffusione. È, insomma, quella di Teodorico, una personalità, di eccezionale caratura e densità, che non può essere appiattita in un’unica dimensione, sia essa professionale, letteraria o ecclesiastica, ma che richiede una lettura multifocale, necessariamente interdisciplinare, come quella che qui si propone.
2019
217
978-88-8450-936-9
Francesca Roversi Monaco
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/705640
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