The Soviet Punishment of an All-European Crime, “Horizontal Collaboration”

Based on central archives and on the case study of Kalinin province, Vanessa Voisin examines the punishment the Soviet state inflicted upon female collaborators sexually compromised with the enemy during WWII, and attempts to determine whether this retribution resembles the socio-political cleansing that happened in other parts of freed Europe at the end of the war. The dynamics of this type of sanction make it quite similar to its European counterparts: people being punished extra-judicially for developing friendly or intimate relationships with the invader. It appears that the security imperative for the Soviet authorities mattered far less than did the moral and cultural impact within the local communities. Indeed, such behavior aroused as much indignation in the USSR as in other occupied countries; and, as elsewhere, there was a perceived need to sanction those involved, even if only symbolically, in order to restore the norms of the society. Notably, however, the state did not understand this demand right away, focused as it was on political deviations more than moral ones

Basandosi sugli archivi centrali e sul caso studio della provincia di Kalinin, Vanessa Voisin esamina la punizione che lo stato sovietico infliggeva alle collaboratrici sessualmente compromesse con il nemico durante la seconda guerra mondiale, e cerca di determinare se questa punizione assomiglia alla pulizia socio-politica che avvenne in altre parti dell'Europa liberata alla fine della guerra. Le dinamiche di questo tipo di sanzione lo rendono abbastanza simile alle sue controparti europee: persone punite extra-giudizialmente per aver sviluppato relazioni amichevoli o intime con l'invasore. Sembra che l'imperativo di sicurezza per le autorità sovietiche contasse molto meno dell'impatto morale e culturale all'interno delle comunità locali. Infatti, tale comportamento suscitava tanta indignazione in URSS quanto in altri paesi occupati; e, come altrove, si percepiva la necessità di sanzionare le persone coinvolte, anche se solo simbolicamente, al fine di ripristinare le norme della società. In particolare, però, lo stato non capì subito questa esigenza, concentrato com'era sulle deviazioni politiche più che su quelle morali