Nell’ambito di una ricerca multidisciplinare volta a sviscerare ed affinare il concetto di appropriatezza in medicina, assurto a pilastro di riferimento della buona pratica clinica negli ultimi decenni, si ravvede la necessità di declinare l’operato del medico nelle molteplici dimensioni clinica, organizzativa, etica e deontologica in cui tale agire si trova strutturato, al fine di esplicitare le varie istanze che concorrono, possibilmente in accordo tra loro, a definire la prescrizione medica in relazione alle richieste ed alle necessità del paziente-persona affidatogli. Il progressivo superamento della concezione paternalistica dell’operato medico, il passaggio dalla figura del medico-condotto, attore solitario di un monologo privo di dialogo, alla logica dell’equipe multidisciplinare, e la ricerca di un confronto e di una compartecipazione diretta medico-paziente ha richiesto una revisione dei pilastri fondanti l’appropriatezza della pratica clinica e l’approdo ad una dimensione scientifica letteraria globalmente condivisa che costituisce terreno di incontro e scontro tra professionisti e riveste una valenza clinica e giuridica non trascurabile. Lo spread ubiquitario delle Medicine Complementari e Alternative (CAM), in risposta alle criticità sollevate dai pazienti nei confronti della Medicina Occidentale Convenzionale, richiede una attenta analisi degli strumenti di critical appraisal della metodologia intrinseca delle CAM ed una definizione a tutto tondo della situazione sociale e storica in cui le CAM trovano terreno fertile e soddisfano le richieste in primo luogo di ascolto ed approccio empatico cui la Medicina Convenzionale iperspecialistica e tecnocentrica talora non dà giusto spessore . Inoltre detta presentazione si propone di evidenziare le problematiche connesse al sovrautilizzo di prestazioni sanitarie inappropriate per paziente e setting assistenziale, con ricadute significative in termini di violazione dell’identità etico-fisica del paziente ed economicità, con dispendio improprio di risorse sanitarie. Infine ci siamo proposti di analizzare le ragioni molteplici che sostengono e alimentano le conflittualità tra medico e paziente e tra colleghi medici di diversa estrazione specialistica. Si sottolinea, inoltre, la necessità imprescindibile di “empowerment” dei professionisti sanitari e dei pazienti stessi, ossia di potenziamento delle conoscenze di quest’ultimi in termini di risorse sanitarie disponibili, appropriatezza clinica ed organizzativa al fine di consentire loro di richiedere prestazioni appropriate nel setting appropriato, contrastando messaggi talvolta fuorvianti sostenuti dalla consultazione priva di filtri dei mass media e della rete informatica, vagliati dal paziente senza competenze specifiche in ambito medico-giuridico. Stilare obbiettivi terapeutici realistici e titolati sul potenziale recupero del paziente in esame e prescindere da una medicina difensivistica si propongono nella trattazione come strumenti per favorire anche una maggior integrazione tra colleghi professionisti e indubbiamente favorire un miglior utilizzo razionalizzato delle risorse disponibili. Si esplicita sin d’ora che rimandi ad aspetti prettamente giuridici di diritto sanitario e analisi delle ripercussioni giuridiche del concetto di appropriatezza in sanità sono oggetto di trattazione in altri capitoli di questo volume, nei confronti dei quali questo capitolo si pone come complementare, quale osservatore privilegiato del punto di vista del clinico che si trova ad operare nella realtà odierna.

Il principio dell'appropriatezza clinica quale criterio di erogazione della prestazione medica

R. M. MELOTTI
2014

Abstract

Nell’ambito di una ricerca multidisciplinare volta a sviscerare ed affinare il concetto di appropriatezza in medicina, assurto a pilastro di riferimento della buona pratica clinica negli ultimi decenni, si ravvede la necessità di declinare l’operato del medico nelle molteplici dimensioni clinica, organizzativa, etica e deontologica in cui tale agire si trova strutturato, al fine di esplicitare le varie istanze che concorrono, possibilmente in accordo tra loro, a definire la prescrizione medica in relazione alle richieste ed alle necessità del paziente-persona affidatogli. Il progressivo superamento della concezione paternalistica dell’operato medico, il passaggio dalla figura del medico-condotto, attore solitario di un monologo privo di dialogo, alla logica dell’equipe multidisciplinare, e la ricerca di un confronto e di una compartecipazione diretta medico-paziente ha richiesto una revisione dei pilastri fondanti l’appropriatezza della pratica clinica e l’approdo ad una dimensione scientifica letteraria globalmente condivisa che costituisce terreno di incontro e scontro tra professionisti e riveste una valenza clinica e giuridica non trascurabile. Lo spread ubiquitario delle Medicine Complementari e Alternative (CAM), in risposta alle criticità sollevate dai pazienti nei confronti della Medicina Occidentale Convenzionale, richiede una attenta analisi degli strumenti di critical appraisal della metodologia intrinseca delle CAM ed una definizione a tutto tondo della situazione sociale e storica in cui le CAM trovano terreno fertile e soddisfano le richieste in primo luogo di ascolto ed approccio empatico cui la Medicina Convenzionale iperspecialistica e tecnocentrica talora non dà giusto spessore . Inoltre detta presentazione si propone di evidenziare le problematiche connesse al sovrautilizzo di prestazioni sanitarie inappropriate per paziente e setting assistenziale, con ricadute significative in termini di violazione dell’identità etico-fisica del paziente ed economicità, con dispendio improprio di risorse sanitarie. Infine ci siamo proposti di analizzare le ragioni molteplici che sostengono e alimentano le conflittualità tra medico e paziente e tra colleghi medici di diversa estrazione specialistica. Si sottolinea, inoltre, la necessità imprescindibile di “empowerment” dei professionisti sanitari e dei pazienti stessi, ossia di potenziamento delle conoscenze di quest’ultimi in termini di risorse sanitarie disponibili, appropriatezza clinica ed organizzativa al fine di consentire loro di richiedere prestazioni appropriate nel setting appropriato, contrastando messaggi talvolta fuorvianti sostenuti dalla consultazione priva di filtri dei mass media e della rete informatica, vagliati dal paziente senza competenze specifiche in ambito medico-giuridico. Stilare obbiettivi terapeutici realistici e titolati sul potenziale recupero del paziente in esame e prescindere da una medicina difensivistica si propongono nella trattazione come strumenti per favorire anche una maggior integrazione tra colleghi professionisti e indubbiamente favorire un miglior utilizzo razionalizzato delle risorse disponibili. Si esplicita sin d’ora che rimandi ad aspetti prettamente giuridici di diritto sanitario e analisi delle ripercussioni giuridiche del concetto di appropriatezza in sanità sono oggetto di trattazione in altri capitoli di questo volume, nei confronti dei quali questo capitolo si pone come complementare, quale osservatore privilegiato del punto di vista del clinico che si trova ad operare nella realtà odierna.
2014
L'erogazione della prestazione medica tra diritto alla salute, principio di autodeterminazione e gestione ottimale delle risorse sanitarie
357
391
M. ADVERSI, R.M. MELOTTI
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/699098
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