A partire dal noto libro di Yves Lacoste (La géographie, ça sert, d’abord, a faire la guerre, 1976) fino alla mostra curata da Massimo Rossi, aperta a Treviso dal novembre 2016 al febbraio 2017 (La Geografia serve a fare la guerra?) i geografi, e non solo, si sono interrogati sul rapporto fra geografia e operazioni militari: in alcuni casi si è quasi voluto mettere sul banco degli accusati la disciplina, e in particolare la cartografia, che della geografia costituisce uno degli strumenti - anche se non l’unico - per aver fornito, in tutte le epoche, un supporto fondamentale di informazioni alle azioni di guerra. Massimo Rossi, nel titolo della mostra che ha curato, propone in forma dubitativa l’affermazione di Yves Lacoste. In effetti, nonostante ci sia molto di vero nel riconoscimento di un rapporto stretto fra geografia, cartografia e azioni militari, nella trattatistica sulle fortificazioni e all’interno di rappresentazioni cartografiche del passato e del presente si rilevano talvolta accenni che sottintendono una speranza per un mondo più votato alla conciliazione o almeno alla fine di ostilità in atto. Si cercherà pertanto di approfondire questo aspetto della cosiddetta cartografia militare, esaminando almeno un caso significativo.

Geografia, cartografia e guerre: un trinomio scontato?

Laura Federzoni
2018

Abstract

A partire dal noto libro di Yves Lacoste (La géographie, ça sert, d’abord, a faire la guerre, 1976) fino alla mostra curata da Massimo Rossi, aperta a Treviso dal novembre 2016 al febbraio 2017 (La Geografia serve a fare la guerra?) i geografi, e non solo, si sono interrogati sul rapporto fra geografia e operazioni militari: in alcuni casi si è quasi voluto mettere sul banco degli accusati la disciplina, e in particolare la cartografia, che della geografia costituisce uno degli strumenti - anche se non l’unico - per aver fornito, in tutte le epoche, un supporto fondamentale di informazioni alle azioni di guerra. Massimo Rossi, nel titolo della mostra che ha curato, propone in forma dubitativa l’affermazione di Yves Lacoste. In effetti, nonostante ci sia molto di vero nel riconoscimento di un rapporto stretto fra geografia, cartografia e azioni militari, nella trattatistica sulle fortificazioni e all’interno di rappresentazioni cartografiche del passato e del presente si rilevano talvolta accenni che sottintendono una speranza per un mondo più votato alla conciliazione o almeno alla fine di ostilità in atto. Si cercherà pertanto di approfondire questo aspetto della cosiddetta cartografia militare, esaminando almeno un caso significativo.
2018
Laura Federzoni
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