Pubblicati nel 1947, i Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese rappresentarono il punto di arrivo di un lungo percorso di studio e rielaborazione delle letterature classiche compiuto dallo scrittore piemontese. Dopo aver riassunto nei suoi momenti fondamentali questo rapporto, a partire dal Liceo D’Azeglio fino agli ultimi anni, passando per il confino a Brancaleone Calabro, si è indagato un momento particolare e fondamentale per la nascita di quest’opera: il periodo passato tra Serralunga di Crea e Casale Monferrato. In fuga dai nazi-fascisti Cesare Pavese passò qui i mesi dall’ottobre del 1943 all’aprile 1945, quando, dopo la Liberazione, fece ritorno a Torino. Questo periodo si rivelò molto proficuo per la sua produzione: non solo infatti quest’esperienza venne rielaborata artisticamente ne La casa in collina, ma fu durante questi mesi che Pavese elaborò sistematicamente quella teoria del mito che avrebbe visto la luce nel 1946 nei saggi di Feria d’agosto e che avrebbe portato alla stesura dei Dialoghi con Leucò. Dopo aver analizzato il tormento religioso che lo scrittore provò a Casale e aver chiarito come elaborò sistematicamente, grazie alla lezione di Vico, alcune intuizioni sul mito che aveva già abbozzato sul diario, si sono indagate in profondità le letture che Pavese compì a Casale. Oltre alle due biblioteche del Collegio Trevisio, dove, oltre alla lettura, Pavese aveva trovato un lavoro come insegnante, si è così scoperto, grazie ad alcuni documenti d’archivio inediti, che lo scrittore aveva frequentato anche la Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato. Con l’ausilio di un registro di lettura risalenti a quegli anni, finora inedito, si sono dunque potute ricostruire le letture pavesiane lì compiute. Tra queste, grande importanza rivestì nella decisione di scrivere un’opera di mitologia classica la lettura del Sermone sulla mitologia di Vincenzo Monti e del pamphlet Della mitologia di Niccolò Tommaseo. Nella polemica tra recupero della mitologia in poesia e polemica romantica contro la sopravvivenza nella letteratura degli antichi dei, Pavese venne stimolato dalle posizioni esposte così da inserirsi idealmente nel dibattito quando, appena qualche anno dopo, decise di recuperare dei ed eroi dell’antichità nella composizione dei suoi amati “dialoghetti”.

Tra mito e Dio: Cesare Pavese lettore a Casale Monferrato

Salvatore Renna
2017

Abstract

Pubblicati nel 1947, i Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese rappresentarono il punto di arrivo di un lungo percorso di studio e rielaborazione delle letterature classiche compiuto dallo scrittore piemontese. Dopo aver riassunto nei suoi momenti fondamentali questo rapporto, a partire dal Liceo D’Azeglio fino agli ultimi anni, passando per il confino a Brancaleone Calabro, si è indagato un momento particolare e fondamentale per la nascita di quest’opera: il periodo passato tra Serralunga di Crea e Casale Monferrato. In fuga dai nazi-fascisti Cesare Pavese passò qui i mesi dall’ottobre del 1943 all’aprile 1945, quando, dopo la Liberazione, fece ritorno a Torino. Questo periodo si rivelò molto proficuo per la sua produzione: non solo infatti quest’esperienza venne rielaborata artisticamente ne La casa in collina, ma fu durante questi mesi che Pavese elaborò sistematicamente quella teoria del mito che avrebbe visto la luce nel 1946 nei saggi di Feria d’agosto e che avrebbe portato alla stesura dei Dialoghi con Leucò. Dopo aver analizzato il tormento religioso che lo scrittore provò a Casale e aver chiarito come elaborò sistematicamente, grazie alla lezione di Vico, alcune intuizioni sul mito che aveva già abbozzato sul diario, si sono indagate in profondità le letture che Pavese compì a Casale. Oltre alle due biblioteche del Collegio Trevisio, dove, oltre alla lettura, Pavese aveva trovato un lavoro come insegnante, si è così scoperto, grazie ad alcuni documenti d’archivio inediti, che lo scrittore aveva frequentato anche la Biblioteca Civica “Giovanni Canna” di Casale Monferrato. Con l’ausilio di un registro di lettura risalenti a quegli anni, finora inedito, si sono dunque potute ricostruire le letture pavesiane lì compiute. Tra queste, grande importanza rivestì nella decisione di scrivere un’opera di mitologia classica la lettura del Sermone sulla mitologia di Vincenzo Monti e del pamphlet Della mitologia di Niccolò Tommaseo. Nella polemica tra recupero della mitologia in poesia e polemica romantica contro la sopravvivenza nella letteratura degli antichi dei, Pavese venne stimolato dalle posizioni esposte così da inserirsi idealmente nel dibattito quando, appena qualche anno dopo, decise di recuperare dei ed eroi dell’antichità nella composizione dei suoi amati “dialoghetti”.
2017
183
978-88-99882-11-2
Salvatore Renna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/687081
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