Il magnifico dipinto è il bozzetto per l'affresco che Gaetano Gandolfi dipinse entro il 12772 per l'ottimo amico conte Cesare Massimiliano Gini, figura di punta dell'emergente borghesia italiana. Pur essendo infatti nobile, ma di recentissima creazione, il Gini mantenne gli interessi e la volontà di emergere della piccola nobiltà, al confine appunto con i costumi e gli interessi della colta borghesia della città universitaria per eccellenza, Bologna appunto, ai cui percorsi culturali partecipò da protagonista. Fu infatti modesto pittore, ma eccellente bibliomane e collezionista; soprattutto, fondò la celebre calcografia che stampò i progetti di Mauro Tesi, l'artista prediletto di Francesco Algarotti, illustrò le ricerche sull'encausto del Requeno ecc. sotto lo pseudonimo di Ludovico Inig. Fece del suo palazzetto, una casa cinquecentesca che riattò completamente all'aprirsi dell'ottavo decennio, un elegantissimo ritrovo per aritsi e intellettuali, chiamando a decorarlo i migliori pittori allora attivi e soprattutto l'ottimo Gaetano Gandolfi, che nella sala principale, probabilmente sala da musica, dipinse questa Venere che incatena amore di sensualissime fattezze rendendo omaggio al precedente di Marcantonio Franceschini, grazie alla sapienza della sua arte, capace di coniugare il tramando ai precedenti di sua scuola con il colorismo felice della pittura del Tiepolo, che funzionò nel Settecento come il Laocoonte nel Cinquecento, attraverso una resa smagliante e una poetica delibatissima.

Gaetano Gandolfi, Venus Chaining Love, 1770-1772

Donatella Biagi
2019

Abstract

Il magnifico dipinto è il bozzetto per l'affresco che Gaetano Gandolfi dipinse entro il 12772 per l'ottimo amico conte Cesare Massimiliano Gini, figura di punta dell'emergente borghesia italiana. Pur essendo infatti nobile, ma di recentissima creazione, il Gini mantenne gli interessi e la volontà di emergere della piccola nobiltà, al confine appunto con i costumi e gli interessi della colta borghesia della città universitaria per eccellenza, Bologna appunto, ai cui percorsi culturali partecipò da protagonista. Fu infatti modesto pittore, ma eccellente bibliomane e collezionista; soprattutto, fondò la celebre calcografia che stampò i progetti di Mauro Tesi, l'artista prediletto di Francesco Algarotti, illustrò le ricerche sull'encausto del Requeno ecc. sotto lo pseudonimo di Ludovico Inig. Fece del suo palazzetto, una casa cinquecentesca che riattò completamente all'aprirsi dell'ottavo decennio, un elegantissimo ritrovo per aritsi e intellettuali, chiamando a decorarlo i migliori pittori allora attivi e soprattutto l'ottimo Gaetano Gandolfi, che nella sala principale, probabilmente sala da musica, dipinse questa Venere che incatena amore di sensualissime fattezze rendendo omaggio al precedente di Marcantonio Franceschini, grazie alla sapienza della sua arte, capace di coniugare il tramando ai precedenti di sua scuola con il colorismo felice della pittura del Tiepolo, che funzionò nel Settecento come il Laocoonte nel Cinquecento, attraverso una resa smagliante e una poetica delibatissima.
2019
Fondantico Tefaf Maastricht 2019
88
92
Donatella Biagi
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/686231
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact