In questo contributo, anche sulla base delle suggestioni che vengono dalle tendenze della New Institutional Economics e della Global Labour History , si cerca di mettere in luce come le relazioni lavorative, in qualche caso, potessero portare ad un superamento dei confini imposti dallo status giuridico del lavoratore, da un lato serrando il libero in una rete di costrizioni, dall’altro aprendo inediti spazi di libertà per lo schiavo. La prima parte di questo saggio è dedicata ai lavoratori liberi. In primo luogo si vede come, secondo una diffusa concezione, il compenso che essi ricevevano fosse ritenuto “prezzo della loro schiavitù”. Si vedrà poi come lo svolgimento di alcuni mestieri, ritenuti infamanti, limitasse l’esercizio dei diritti civici. Verificheremo in seguito come la condizione di lavoratore salariato potesse tradursi in una limitazione dei diritti del lavoratore alla mobilità e alla disponibilità del suo tempo. Questa prima sezione si chiude con alcune considerazioni sulle operae, le prestazioni di lavoro obbligatorie che continuavano a vincolare gli schiavi manomessi, i liberti, al loro ex padrone. Nella seconda parte si nota, di contro, come alcuni lavoratori di condizione schiavile potessero avere spazi di autonomia nell’esercizio del proprio lavoro: è il caso, nella campagne, dei vilici, i fattori che sovrintendevano ai lavori di un’azienda agricola di un proprietario assenteista, o dei servi quasi coloni, schiavi assimilati in certa misura a liberi affittuari; nelle città soprattutto degli schiavi institores, agenti che potevano gestire con un certo grado di autonoma responsabilità varie imprese. È attraverso l’esercizio di queste attività che anche uno schiavo poteva assumere un ruolo di rilievo all’interno delle tre fondamentali istituzioni che articolavano la vita economica e sociale: la casata familiare (familia), l’associazione professionale (collegium) e la città.

Lavoro libero e lavoro non libero nel mondo romano: quale libertà? / Alessandro Cristofori. - STAMPA. - (2018), pp. 1-36.

Lavoro libero e lavoro non libero nel mondo romano: quale libertà?

Alessandro Cristofori
2018

Abstract

In questo contributo, anche sulla base delle suggestioni che vengono dalle tendenze della New Institutional Economics e della Global Labour History , si cerca di mettere in luce come le relazioni lavorative, in qualche caso, potessero portare ad un superamento dei confini imposti dallo status giuridico del lavoratore, da un lato serrando il libero in una rete di costrizioni, dall’altro aprendo inediti spazi di libertà per lo schiavo. La prima parte di questo saggio è dedicata ai lavoratori liberi. In primo luogo si vede come, secondo una diffusa concezione, il compenso che essi ricevevano fosse ritenuto “prezzo della loro schiavitù”. Si vedrà poi come lo svolgimento di alcuni mestieri, ritenuti infamanti, limitasse l’esercizio dei diritti civici. Verificheremo in seguito come la condizione di lavoratore salariato potesse tradursi in una limitazione dei diritti del lavoratore alla mobilità e alla disponibilità del suo tempo. Questa prima sezione si chiude con alcune considerazioni sulle operae, le prestazioni di lavoro obbligatorie che continuavano a vincolare gli schiavi manomessi, i liberti, al loro ex padrone. Nella seconda parte si nota, di contro, come alcuni lavoratori di condizione schiavile potessero avere spazi di autonomia nell’esercizio del proprio lavoro: è il caso, nella campagne, dei vilici, i fattori che sovrintendevano ai lavori di un’azienda agricola di un proprietario assenteista, o dei servi quasi coloni, schiavi assimilati in certa misura a liberi affittuari; nelle città soprattutto degli schiavi institores, agenti che potevano gestire con un certo grado di autonoma responsabilità varie imprese. È attraverso l’esercizio di queste attività che anche uno schiavo poteva assumere un ruolo di rilievo all’interno delle tre fondamentali istituzioni che articolavano la vita economica e sociale: la casata familiare (familia), l’associazione professionale (collegium) e la città.
2018
Libertà e coercizione: il lavoro in una prospettiva di lungo periodo
1
36
Lavoro libero e lavoro non libero nel mondo romano: quale libertà? / Alessandro Cristofori. - STAMPA. - (2018), pp. 1-36.
Alessandro Cristofori
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