In un variopinto e ravvivato disegno di William Marlow, raffigurante una scena quotidiana ambientata tra la natura e le architetture dei Kew Gardens, signori eleganti, cortigiane, bambini e animali domestici si aggirano nel prato erboso, tra macchie d’alberi, una finta alhambra, una pagoda e una moschea, veri e propri rifacimenti di originali. A destra, un fossato delimita la proprietà del re dall’aperta campagna, senza ostacolare la continuità fisica e visiva tra giardino e paesaggio naturale “esterno”. Questo fossato, denominato ha-ha, è uno degli elementi caratteristici degli impianti compositivi dei giardini inglesi pittoreschi. Costruendo un quadro, lo ha-ha indica la necessità di circoscrivere il luogo entro il quale l’architetto pittore può collocare i suoi artefatti. Ma l’importanza del connubio con la natura è tale che la sensazione di creare un unicum tra artificiale e naturale prevale sulla necessità di perimetrare i confini con una palizzata o con una siepe. Coni ottici dettagliatamente studiati guidano l’occhio dello spettatore e lo fanno partecipe di serrati e inaspettati effetti di sorpresa e di turbamento. In questo panorama ben definito, il giardino si trasforma in una passeggiata architettonica scandita da un numero di oggetti eclettici, stilisticamente differenti sparsi qua e là nel verde con i quali si imbatte casualmente il visitatore. Queste architetture si collocano le une accanto alle altre e sono posizionate come fuochi prospettici di vedute appunto pittoresche, combinando frammenti di natura e di architettura. Tali figure disperse nel paesaggio sono prive di funzione e di utilità, inserite per il solo piacere degli occhi. Il principio dell’associazionismo individua le proprietà insite nell’insieme di cose –la mescolanza dei toni, la fusione delle masse, la pluralità delle forme– a discapito delle qualità del singolo oggetto. Si tratta di un passaggio decisivo: nella sua articolazione, il pittoresco non è limitato alla cosa individuale e autonoma, un ritratto di un pastore o la prospettiva di un edificio , ma viene inteso in senso più ampio, per abbracciare il contesto, l’intorno ambientale, la porzione di un sito paesaggistico. Tale sottile differenza distingue il pittoresco applicato alle immagini d’architettura da altre manifestazioni artistiche: le classificazioni pittoresche in più di una occasione sono riferite al solo soggetto della rappresentazione, specialmente di fronte ad un capolavoro della pittura, ad un poema stagionale o ad un ragionamento filosofico. Con la scoperta della natura ispiratrice, il giardino sentimentale e il paesaggio vengono pensati, composti e ammirati come quadri, in una composizione mista dove architettura e natura si confondono reciprocamente.

Sul pittoresco. Crestomazia

AGNOLETTO, MATTEO
2007

Abstract

In un variopinto e ravvivato disegno di William Marlow, raffigurante una scena quotidiana ambientata tra la natura e le architetture dei Kew Gardens, signori eleganti, cortigiane, bambini e animali domestici si aggirano nel prato erboso, tra macchie d’alberi, una finta alhambra, una pagoda e una moschea, veri e propri rifacimenti di originali. A destra, un fossato delimita la proprietà del re dall’aperta campagna, senza ostacolare la continuità fisica e visiva tra giardino e paesaggio naturale “esterno”. Questo fossato, denominato ha-ha, è uno degli elementi caratteristici degli impianti compositivi dei giardini inglesi pittoreschi. Costruendo un quadro, lo ha-ha indica la necessità di circoscrivere il luogo entro il quale l’architetto pittore può collocare i suoi artefatti. Ma l’importanza del connubio con la natura è tale che la sensazione di creare un unicum tra artificiale e naturale prevale sulla necessità di perimetrare i confini con una palizzata o con una siepe. Coni ottici dettagliatamente studiati guidano l’occhio dello spettatore e lo fanno partecipe di serrati e inaspettati effetti di sorpresa e di turbamento. In questo panorama ben definito, il giardino si trasforma in una passeggiata architettonica scandita da un numero di oggetti eclettici, stilisticamente differenti sparsi qua e là nel verde con i quali si imbatte casualmente il visitatore. Queste architetture si collocano le une accanto alle altre e sono posizionate come fuochi prospettici di vedute appunto pittoresche, combinando frammenti di natura e di architettura. Tali figure disperse nel paesaggio sono prive di funzione e di utilità, inserite per il solo piacere degli occhi. Il principio dell’associazionismo individua le proprietà insite nell’insieme di cose –la mescolanza dei toni, la fusione delle masse, la pluralità delle forme– a discapito delle qualità del singolo oggetto. Si tratta di un passaggio decisivo: nella sua articolazione, il pittoresco non è limitato alla cosa individuale e autonoma, un ritratto di un pastore o la prospettiva di un edificio , ma viene inteso in senso più ampio, per abbracciare il contesto, l’intorno ambientale, la porzione di un sito paesaggistico. Tale sottile differenza distingue il pittoresco applicato alle immagini d’architettura da altre manifestazioni artistiche: le classificazioni pittoresche in più di una occasione sono riferite al solo soggetto della rappresentazione, specialmente di fronte ad un capolavoro della pittura, ad un poema stagionale o ad un ragionamento filosofico. Con la scoperta della natura ispiratrice, il giardino sentimentale e il paesaggio vengono pensati, composti e ammirati come quadri, in una composizione mista dove architettura e natura si confondono reciprocamente.
2007
Oltre il giardino. Dessiner sur l'herbe 2006
70
79
M. Agnoletto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/67184
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