La tomografia computerizzata con raggi X, più comunemente nota come TAC, è una delle più importanti tecniche diagnostiche non distruttive, che permette la visualizzazione tridimensionale della struttura interna degli oggetti investigati. Nata per applicazioni in campo medico, l’analisi tomografica si è ritagliata un ruolo di crescente importanza in altri ambiti, come quello industriale e più recentemente quello dei Beni Culturali. Per quanto riguarda in particolare il settore dei Beni Culturali, la TAC può essere di grande ausilio per conoscere la tecnica di costruzione o lo stato di conservazione di un manufatto ed impostare quindi un corretto restauro. Negli ultimi anni alcuni sistemi per radiografia digitale e tomografia computerizzata 3D sono stati sviluppati presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna dal nostro gruppo di ricerca. Con questi sistemi di acquisizione sono state effettuate analisi su oggetti di dimensioni molto diverse, da pochi centimetri ad oltre 2 m. In particolare è degna di menzione l’indagine tomografica in situ sul grande globo terrestre (220 cm di diametro) costruito nel 1567 dal monaco domenicano Egnazio Danti e conservato nella Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio a Firenze [4]. Dopo l’indagine sul globo il sistema utilizzato per le misure è stato trasferito a Bologna, presso un laboratorio dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica del CNR di Bologna, dove alcuni componenti sono stati modificati al fine di renderli più facilmente trasportabili. Con la nuova configurazione il sistema è stato impiegato per l’analisi radiografica e tomografica del globo celeste di Vincenzo Coronelli, recentemente restaurato da uno degli autori. L’indagine con raggi X sul globo faentino aveva il fine di mettere in evidenza l’esatta geometria della struttura interna e verificarne anche lo stato di conservazione. Sfortunatamente il globo terrestre “gemello” è stato distrutto in un incendio causato da un bombardamento durante la II Guerra Mondiale, per cui un altro scopo della TAC sarà quello di produrre un modello per un’eventuale rifacimento del globo andato perduto. In realtà la tomografia doveva essere eseguita prima del restauro, proprio per esaminare le condizioni interne del globo, ma ciò non è stato possibile in quanto, dapprima la strumentazione si trovava a Firenze per l’indagine sul globo di Egnazio Danti e, successivamente, si è dovuto attendere che venissero apportate le modifiche a cui si è fatto cenno in precedenza. Si è deciso comunque di effettuare l’indagine anche a restauro completato, aggiungendo alla verifica dello stato conservativo interno anche quella dell’autenticità della sfera.

Indagini radiografiche e tomografiche / M.P. Morigi; F. Casali; A. Berdondini; M. Bettuzzi; R. Brancaccio; A. Castellani; F. D'Amico; V. D'Errico; M. Montanari; C. Labanti; N. Scianna. - STAMPA. - (2007), pp. 75-83.

Indagini radiografiche e tomografiche

MORIGI, MARIA PIA;CASALI, FRANCO;BETTUZZI, MATTEO;BRANCACCIO, ROSA;SCIANNA, NICOLANGELO
2007

Abstract

La tomografia computerizzata con raggi X, più comunemente nota come TAC, è una delle più importanti tecniche diagnostiche non distruttive, che permette la visualizzazione tridimensionale della struttura interna degli oggetti investigati. Nata per applicazioni in campo medico, l’analisi tomografica si è ritagliata un ruolo di crescente importanza in altri ambiti, come quello industriale e più recentemente quello dei Beni Culturali. Per quanto riguarda in particolare il settore dei Beni Culturali, la TAC può essere di grande ausilio per conoscere la tecnica di costruzione o lo stato di conservazione di un manufatto ed impostare quindi un corretto restauro. Negli ultimi anni alcuni sistemi per radiografia digitale e tomografia computerizzata 3D sono stati sviluppati presso il Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna dal nostro gruppo di ricerca. Con questi sistemi di acquisizione sono state effettuate analisi su oggetti di dimensioni molto diverse, da pochi centimetri ad oltre 2 m. In particolare è degna di menzione l’indagine tomografica in situ sul grande globo terrestre (220 cm di diametro) costruito nel 1567 dal monaco domenicano Egnazio Danti e conservato nella Sala delle Carte Geografiche di Palazzo Vecchio a Firenze [4]. Dopo l’indagine sul globo il sistema utilizzato per le misure è stato trasferito a Bologna, presso un laboratorio dell’Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica del CNR di Bologna, dove alcuni componenti sono stati modificati al fine di renderli più facilmente trasportabili. Con la nuova configurazione il sistema è stato impiegato per l’analisi radiografica e tomografica del globo celeste di Vincenzo Coronelli, recentemente restaurato da uno degli autori. L’indagine con raggi X sul globo faentino aveva il fine di mettere in evidenza l’esatta geometria della struttura interna e verificarne anche lo stato di conservazione. Sfortunatamente il globo terrestre “gemello” è stato distrutto in un incendio causato da un bombardamento durante la II Guerra Mondiale, per cui un altro scopo della TAC sarà quello di produrre un modello per un’eventuale rifacimento del globo andato perduto. In realtà la tomografia doveva essere eseguita prima del restauro, proprio per esaminare le condizioni interne del globo, ma ciò non è stato possibile in quanto, dapprima la strumentazione si trovava a Firenze per l’indagine sul globo di Egnazio Danti e, successivamente, si è dovuto attendere che venissero apportate le modifiche a cui si è fatto cenno in precedenza. Si è deciso comunque di effettuare l’indagine anche a restauro completato, aggiungendo alla verifica dello stato conservativo interno anche quella dell’autenticità della sfera.
2007
Restaurare il cielo. Il restauro del globo celeste faentino di Vincenzo Coronelli.
75
83
Indagini radiografiche e tomografiche / M.P. Morigi; F. Casali; A. Berdondini; M. Bettuzzi; R. Brancaccio; A. Castellani; F. D'Amico; V. D'Errico; M. Montanari; C. Labanti; N. Scianna. - STAMPA. - (2007), pp. 75-83.
M.P. Morigi; F. Casali; A. Berdondini; M. Bettuzzi; R. Brancaccio; A. Castellani; F. D'Amico; V. D'Errico; M. Montanari; C. Labanti; N. Scianna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/65947
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