La mostra risulta un complemento locale in abbinamento alla mostra internazionale collegata al progetto "Neptune" coordinato dalla Regione Marche e cofinanziato dalla Comunità Europea che ha visto la partecipazione di Musei, Università ed istituti di Cultura delle due sponde adriatiche. La mostra collettanea è stata allestita a San Benedetto del Tronto e la ricerca dei materiali con relativa spiegazione e schede didattiche, relativamente alle realtà marittime della Provicnia di Pesaro Urbino è stata diretta da M.L. De Nicolò, autrice anche dei testi del relativo catalogo. Nella storia degli insediamenti costieri del versante occidentale dell’Adriatico al di là dell’indiscutibile unità culturale che lega la società marinara negli aspetti più propriamente antropologici, ad un’analisi più attenta si individuano anche specifiche identità che sotto il profilo dell’attività delle rive marcano anche le peculiarità dei luoghi. Ad uno sguardo sul litorale pesarese solo Pesaro, Fano e Cattolica possono individuarsi come centri pescherecci nel vero senso del termine, mostrando, sia pur con un’evoluzione diversa per ognuno, un’economia impostata sulla pesca con la coesistenza di mestieri complementari alle attività marittime e di industrie connesse che sono rese possibili dalla presenza di un porto e di efficienti servizi. A Gabicce, così come a Fiorenzuola e a Marotta invece ci si trova piuttosto di fronte a comunità ibride, costituite da contadini, pastori, selcini, pescatori che svolgono pratiche piscatorie solo in determinati periodi, ad integrare un’economia di sussistenza, e quasi esclusivamente in prossimità della costa con l’utilizzo di postazioni fisse (palate, bilance), nasse, reti trattorie e altre tecniche di cattura assai semplici. Al lavoro degli uomini, si appaiava quello delle donne, madri, mogli, figlie, che quando non erano occupate in faccende di casa, erano fuori dell’uscio a filare, a cucire e a rammendare gli abiti o a risarcire le reti e, quando si avvicinava l’ora del rientro delle barche, scendevano alla spiaggia per prendere in consegna il pesce per la famiglia e quello da vendere, ma anche per pescare a riva con sistemi rudimentali. Mani esperte, dita agili di donne non più giovani e provate dalla furia dell’Adriatico, facevano le reti per la barca propria e per quella degli altri, dando uno sguardo svogliato al paniere dove, due o tre bambini erano là a strillare, a giocare o a dormire. Instancabili lavoratrici, le donne dei marinai dimostravano anche una notevole resistenza fisica, basti pensare non solo alla collaborazione che spesso davano nel tirare a rive le tratte, nel raccogliere legna lungo la battigia, ma soprattutto nel trasporto di pesi sulla testa o anche nell’attività di vendita di pesce per strada. La suggestione ispirata dalle immagini che ritraggono la società dei pescatori, trasmette l’idea di essere di fronte ad un mondo arcaico, con regole di vita e usanze tramandate dalla notte dei tempi: una compagine umana appartenente ad un’unica comunità, quella delle rive.

Arti e mestieri del litorale fra Gabicce e Marotta (secoli XV-XX) / M.L. De Nicolò. - (2008).

Arti e mestieri del litorale fra Gabicce e Marotta (secoli XV-XX)

DE NICOLO', MARIA LUCIA
2008

Abstract

La mostra risulta un complemento locale in abbinamento alla mostra internazionale collegata al progetto "Neptune" coordinato dalla Regione Marche e cofinanziato dalla Comunità Europea che ha visto la partecipazione di Musei, Università ed istituti di Cultura delle due sponde adriatiche. La mostra collettanea è stata allestita a San Benedetto del Tronto e la ricerca dei materiali con relativa spiegazione e schede didattiche, relativamente alle realtà marittime della Provicnia di Pesaro Urbino è stata diretta da M.L. De Nicolò, autrice anche dei testi del relativo catalogo. Nella storia degli insediamenti costieri del versante occidentale dell’Adriatico al di là dell’indiscutibile unità culturale che lega la società marinara negli aspetti più propriamente antropologici, ad un’analisi più attenta si individuano anche specifiche identità che sotto il profilo dell’attività delle rive marcano anche le peculiarità dei luoghi. Ad uno sguardo sul litorale pesarese solo Pesaro, Fano e Cattolica possono individuarsi come centri pescherecci nel vero senso del termine, mostrando, sia pur con un’evoluzione diversa per ognuno, un’economia impostata sulla pesca con la coesistenza di mestieri complementari alle attività marittime e di industrie connesse che sono rese possibili dalla presenza di un porto e di efficienti servizi. A Gabicce, così come a Fiorenzuola e a Marotta invece ci si trova piuttosto di fronte a comunità ibride, costituite da contadini, pastori, selcini, pescatori che svolgono pratiche piscatorie solo in determinati periodi, ad integrare un’economia di sussistenza, e quasi esclusivamente in prossimità della costa con l’utilizzo di postazioni fisse (palate, bilance), nasse, reti trattorie e altre tecniche di cattura assai semplici. Al lavoro degli uomini, si appaiava quello delle donne, madri, mogli, figlie, che quando non erano occupate in faccende di casa, erano fuori dell’uscio a filare, a cucire e a rammendare gli abiti o a risarcire le reti e, quando si avvicinava l’ora del rientro delle barche, scendevano alla spiaggia per prendere in consegna il pesce per la famiglia e quello da vendere, ma anche per pescare a riva con sistemi rudimentali. Mani esperte, dita agili di donne non più giovani e provate dalla furia dell’Adriatico, facevano le reti per la barca propria e per quella degli altri, dando uno sguardo svogliato al paniere dove, due o tre bambini erano là a strillare, a giocare o a dormire. Instancabili lavoratrici, le donne dei marinai dimostravano anche una notevole resistenza fisica, basti pensare non solo alla collaborazione che spesso davano nel tirare a rive le tratte, nel raccogliere legna lungo la battigia, ma soprattutto nel trasporto di pesi sulla testa o anche nell’attività di vendita di pesce per strada. La suggestione ispirata dalle immagini che ritraggono la società dei pescatori, trasmette l’idea di essere di fronte ad un mondo arcaico, con regole di vita e usanze tramandate dalla notte dei tempi: una compagine umana appartenente ad un’unica comunità, quella delle rive.
2008
Arti e mestieri del litorale fra Gabicce e Marotta (secoli XV-XX) / M.L. De Nicolò. - (2008).
M.L. De Nicolò
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