Credo si possa affermare senza pericolo di smentita che nel discorso pubblico della nostra epoca il termine “schiavitù” venga quasi sempre riferito a periodi storici del passato o, tutt’al più, a contesti geografici lontani per noi occidentali. Come altre parole logorate dall’abuso massmediatico, la “schiavitù” è stata rimossa dal nostro lessico, e dal nostro orizzonte di senso, quasi per esorcizzare uno spettro che evochi una pratica aberrante tipica di epoche della storia passate e che al passato si vogliono relegare, come a voler testimoniare l’emancipazione del genere umano e della nostra società. In effetti fenomeni di riduzione in schiavitù ancora esistono nonostante gli enormi progressi raggiunti dall’abolizionismo e la condizione di schiavitù viene purtroppo vissuta ancora ai giorni nostri in un gran numero di paesi molto diversi tra di loro, in quanto possono essere paesi sia in via di sviluppo, sia industrializzati. Le varie stime sui dati della schiavitù al giorno d’oggi presentano clamorose differenze dovute presumibilmente alle diverse accezioni del termine di schiavismo: a seconda delle fonti si registrano indicazioni oscillanti tra le decine e le centinaia di milioni di schiavi nel mondo. Sebbene, quindi, questo fenomeno permanga anche nel nostro tempo, il termine “schiavo” suona come uno schiaffo per il soggetto apparentemente libero del nuovo millennio. É innegabile però che circostanze che privano i cittadini globalizzati di libertà esistono e, anzi, sono in aumento.
Orientamemti pedagogici tra i paradossi della libertá / alessandro tolomelli. - STAMPA. - (2018), pp. 63-78.
Orientamemti pedagogici tra i paradossi della libertá
alessandro tolomelli
2018
Abstract
Credo si possa affermare senza pericolo di smentita che nel discorso pubblico della nostra epoca il termine “schiavitù” venga quasi sempre riferito a periodi storici del passato o, tutt’al più, a contesti geografici lontani per noi occidentali. Come altre parole logorate dall’abuso massmediatico, la “schiavitù” è stata rimossa dal nostro lessico, e dal nostro orizzonte di senso, quasi per esorcizzare uno spettro che evochi una pratica aberrante tipica di epoche della storia passate e che al passato si vogliono relegare, come a voler testimoniare l’emancipazione del genere umano e della nostra società. In effetti fenomeni di riduzione in schiavitù ancora esistono nonostante gli enormi progressi raggiunti dall’abolizionismo e la condizione di schiavitù viene purtroppo vissuta ancora ai giorni nostri in un gran numero di paesi molto diversi tra di loro, in quanto possono essere paesi sia in via di sviluppo, sia industrializzati. Le varie stime sui dati della schiavitù al giorno d’oggi presentano clamorose differenze dovute presumibilmente alle diverse accezioni del termine di schiavismo: a seconda delle fonti si registrano indicazioni oscillanti tra le decine e le centinaia di milioni di schiavi nel mondo. Sebbene, quindi, questo fenomeno permanga anche nel nostro tempo, il termine “schiavo” suona come uno schiaffo per il soggetto apparentemente libero del nuovo millennio. É innegabile però che circostanze che privano i cittadini globalizzati di libertà esistono e, anzi, sono in aumento.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.