ie e i danneggiamenti delle piante, siano essi di origine animale, vegetale, parassitaria e non, infettiva o meno. In pratica, o per convenzione, la Patologia vegetale non si occupa dei danni da insetti (lo fa l’Entomologia), e neanche di quelli da acari e nematodi (compito dell’Acarologia e della Nematologia rispettivamente) o da piante parassite (esiste la Malerbologia), ma delle malattie infettive (dovute a virus, viroidi, funghi, batteri, fitoplasmi) e delle fisiopatie (ossia di quelle di origine non infettiva). Il settore specifico che si occupa delle malattie ad eziologia fungina è la Micologia. Noi tutti siamo abituati a vedere piante da fiore, ortaggi, frutta, ecc. con sintomi dovuti ad agenti patogeni fungini; basti pensare ai marciumi ed alle “muffettine” biancastre o di color grigiastro che spesso rivestono le foglie di tante piante ornamentali o, a volte, i frutti che acquistiamo. Ma, ci siamo mai chiesti se le malattie fungine che oggi conosciamo sono le stesse di 200, 300 0 500 anni fa? Se fossimo entrati in un mercato del Rinascimento, avremmo riconosciuto gli stessi marciumi, le stesse maculature e muffe che siamo abituati a vedere su pere, mele, fragole, o ciliegie?Per dare una risposta a queste semplici domande non è possibile affidarsi a dei testi, per quanto antichi e dettagliati, di Patologia vegetale, dato che le prime notizie scientifiche sulle malattie fungine della frutta (e non solo) e sugli agenti patogeni responsabili, risalgono alla seconda metà dell’800. Eppure, un modo per rispondere esiste: si tratta di analizzare da vicino, con l’occhio critico ed indagatore del Fitopatologo, la frutta raffigurata dai Pittori nel corso dei secoli al fine di ravvisare su di essa i “segni” inconfondibili di determinati agenti patogeni. In altre parole, Caravaggio, Baschenis, Munari, e via via tanti altri Pittori come Cézanne, De Chirico e De Pisis, hanno dipinto frutta “perfettamente imperfetta”, ossia con i sintomi attribuibili ad agenti patogeni fungini. Da un attento esame dei loro quadri scopriamo così che la “ticchiolatura”, il “mal bianco”, alcuni marciumi e le comuni muffe da secoli compromettono lo stato fitosanitario della frutta. Si tratta, infatti, di “imperfezioni” a volte così “perfettamente riprodotte” da rendere possibile la diagnosi visiva, ossia la loro identificazione.

Perfette imperfezioni, le malattie della frutta nella Pittura dal XVI al XX secolo

Maria Grazia Bellardi
2018

Abstract

ie e i danneggiamenti delle piante, siano essi di origine animale, vegetale, parassitaria e non, infettiva o meno. In pratica, o per convenzione, la Patologia vegetale non si occupa dei danni da insetti (lo fa l’Entomologia), e neanche di quelli da acari e nematodi (compito dell’Acarologia e della Nematologia rispettivamente) o da piante parassite (esiste la Malerbologia), ma delle malattie infettive (dovute a virus, viroidi, funghi, batteri, fitoplasmi) e delle fisiopatie (ossia di quelle di origine non infettiva). Il settore specifico che si occupa delle malattie ad eziologia fungina è la Micologia. Noi tutti siamo abituati a vedere piante da fiore, ortaggi, frutta, ecc. con sintomi dovuti ad agenti patogeni fungini; basti pensare ai marciumi ed alle “muffettine” biancastre o di color grigiastro che spesso rivestono le foglie di tante piante ornamentali o, a volte, i frutti che acquistiamo. Ma, ci siamo mai chiesti se le malattie fungine che oggi conosciamo sono le stesse di 200, 300 0 500 anni fa? Se fossimo entrati in un mercato del Rinascimento, avremmo riconosciuto gli stessi marciumi, le stesse maculature e muffe che siamo abituati a vedere su pere, mele, fragole, o ciliegie?Per dare una risposta a queste semplici domande non è possibile affidarsi a dei testi, per quanto antichi e dettagliati, di Patologia vegetale, dato che le prime notizie scientifiche sulle malattie fungine della frutta (e non solo) e sugli agenti patogeni responsabili, risalgono alla seconda metà dell’800. Eppure, un modo per rispondere esiste: si tratta di analizzare da vicino, con l’occhio critico ed indagatore del Fitopatologo, la frutta raffigurata dai Pittori nel corso dei secoli al fine di ravvisare su di essa i “segni” inconfondibili di determinati agenti patogeni. In altre parole, Caravaggio, Baschenis, Munari, e via via tanti altri Pittori come Cézanne, De Chirico e De Pisis, hanno dipinto frutta “perfettamente imperfetta”, ossia con i sintomi attribuibili ad agenti patogeni fungini. Da un attento esame dei loro quadri scopriamo così che la “ticchiolatura”, il “mal bianco”, alcuni marciumi e le comuni muffe da secoli compromettono lo stato fitosanitario della frutta. Si tratta, infatti, di “imperfezioni” a volte così “perfettamente riprodotte” da rendere possibile la diagnosi visiva, ossia la loro identificazione.
2018
Maria Grazia Bellardi
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