Il saggio propone una riflessione sulla funzione di regolatore della concorrenza svolta dal diritto del lavoro, intesa come capacità di contrastare la competizione al ribasso tra i lavoratori nell’accesso al mercato del lavoro e quella tra imprese fondata sulle condizioni di lavoro. L’allentamento del paradigma anti-dumping è andato di pari passo con la globalizzazione economica e con le politiche liberiste dell’Unione europea, di cui è stata protagonista anche la giurisprudenza della Corte di giustizia. Un terreno di conflitto molto acceso tra la disciplina lavoristica e il diritto europeo riguarda la compatibilità delle tutele sociali negli appalti pubblici e nei distacchi transnazionali. Altri ambiti di potenziale concorrenza al ribasso riguardano l’applicazione dei criteri di scelta nelle procedure di crisi, nei trasferimenti d’azienda o di ramo, nei licenziamenti collettivi e individuali per motivi oggettivi (c.d. economici). Una mappatura dei fenomeni distorsivi della concorrenza induce ad interrogarsi sulle contromisure che il diritto del lavoro può approntare. La principale difficoltà rimane quella di stabilire il livello minimo di tutela dei lavoratori che dev’essere assolutamente garantito, oltre il quale – dal punto di vista del diritto europeo - la competizione tra gli individui e tra le imprese si considera fisiologica e accettabile.

Concorrenza ed equità nel mercato europeo: una scommessa difficile (ma necessaria) per il diritto del lavoro

P. Tullini
2018

Abstract

Il saggio propone una riflessione sulla funzione di regolatore della concorrenza svolta dal diritto del lavoro, intesa come capacità di contrastare la competizione al ribasso tra i lavoratori nell’accesso al mercato del lavoro e quella tra imprese fondata sulle condizioni di lavoro. L’allentamento del paradigma anti-dumping è andato di pari passo con la globalizzazione economica e con le politiche liberiste dell’Unione europea, di cui è stata protagonista anche la giurisprudenza della Corte di giustizia. Un terreno di conflitto molto acceso tra la disciplina lavoristica e il diritto europeo riguarda la compatibilità delle tutele sociali negli appalti pubblici e nei distacchi transnazionali. Altri ambiti di potenziale concorrenza al ribasso riguardano l’applicazione dei criteri di scelta nelle procedure di crisi, nei trasferimenti d’azienda o di ramo, nei licenziamenti collettivi e individuali per motivi oggettivi (c.d. economici). Una mappatura dei fenomeni distorsivi della concorrenza induce ad interrogarsi sulle contromisure che il diritto del lavoro può approntare. La principale difficoltà rimane quella di stabilire il livello minimo di tutela dei lavoratori che dev’essere assolutamente garantito, oltre il quale – dal punto di vista del diritto europeo - la competizione tra gli individui e tra le imprese si considera fisiologica e accettabile.
2018
P. Tullini
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