I processi di creazione e funzionamento delle istituzioni economiche e i caratteri che li contraddistinguono si sono negli ultimi decenni imposti all’attenzione degli studiosi, non solo per la loro rilevanza teorica nella spiegazione delle performance delle economie, ma anche per il ruolo decisivo da essi svolto nel determinare gli esiti degli interventi promossi dagli organismi internazionali a sostegno dei paesi in via di sviluppo, in transizione, in situazioni di post conflitto e/o di ricostruzione. E’ soprattutto in questa prospettiva di politiche internazionali volte a risollevare economie in crisi, che è emersa la consapevolezza di una scarsa conoscenza dei processi istituzionali. Il fallimento delle politiche internazionali in questo ambito, verificatosi malgrado alcuni interventi fossero specificamente diretti ad ottenere cambiamenti nell’assetto istituzionale e nonostante che, in generale, i paesi destinatari di aiuti finanziari venissero incoraggiati a percorrere questa strada come prerequisito per il risanamento strutturale del sistema economico, ha messo in luce la mancanza di un saldo quadro teorico di riferimento, capace di supportare azioni dirette a quel fine. Neanche il numero crescente di condizioni pregiudiziali (conditionalities) stabilite allo scopo dalle organizzazioni finanziarie internazionali all’atto della concessione di prestiti, ha influito sullo sviluppo delle istituzioni dei paesi interessati. Secondo il giudizio del dipartimento per la valutazione delle operazioni della Banca Mondiale, dei 1.689 progetti aventi obiettivi di sviluppo istituzionale approvati fra il 1971 e il 1991, solo il 29% ha raggiunto lo scopo, nel 45% dei casi il risultato è modesto e nel 26% è trascurabile (Kapur, Webb, 2000). Giudizi poco lusinghieri riguardo ai processi di institution building sono stati espressi anche per le missioni di peace keeping e peace enforcing promosse dalle Nazioni Unite. Tutto ciò da un lato ha indotto i consultant delle organizzazioni economiche internazionali a riflettere sul processo di creazione e consolidamento delle istituzioni dell’economia in situazioni di cambiamento degli assetti socio-politici ed economici, e dall’altro ha spinto gli economisti teorici ad esplorare la natura delle istituzioni e del loro processo, cioè ad avventurarsi ben oltre lo studio del ruolo delle istituzioni nello sviluppo del capitalismo. Questi approfondimenti sono alla base del presente contributo, il cui obiettivo è di organizzare i risultati di entrambi i filoni di indagine in uno schema teorico-metodologico capace di descrivere, da un lato i caratteri fondamentali del processo di cambiamento istituzionale, e dall’altro i problemi operativi che si devono affrontare nella realizzazione di assetti istituzionali per la ricostruzione dell’economia. Il primo passo in questa direzione è l’adozione di un concetto di istituzione di tipo dinamico (paragrafo 2), in grado cioè di spiegare ad un tempo il cambiamento delle regole del gioco istituzionale, e di caratterizzare le problematiche dei processi reali di institution building (paragrafo 3). Con questa strumentazione verranno accennati i problemi connessi alla creazione di nuove istituzioni economiche in situazioni di post conflitto, con particolare riferimento a quelli di paesi islamici dell’area MENA, che presentano una dialettica istituzionale fra società e stato non riconducibile al tradizionale modello delle economie in transizione verso il capitalismo (paragrafo 4).

Economic Institution building nelle situazioni di post-conflitto dei paesi islamici / A. Romagnoli. - STAMPA. - (2008), pp. 88-99.

Economic Institution building nelle situazioni di post-conflitto dei paesi islamici

ROMAGNOLI, ALESSANDRO
2008

Abstract

I processi di creazione e funzionamento delle istituzioni economiche e i caratteri che li contraddistinguono si sono negli ultimi decenni imposti all’attenzione degli studiosi, non solo per la loro rilevanza teorica nella spiegazione delle performance delle economie, ma anche per il ruolo decisivo da essi svolto nel determinare gli esiti degli interventi promossi dagli organismi internazionali a sostegno dei paesi in via di sviluppo, in transizione, in situazioni di post conflitto e/o di ricostruzione. E’ soprattutto in questa prospettiva di politiche internazionali volte a risollevare economie in crisi, che è emersa la consapevolezza di una scarsa conoscenza dei processi istituzionali. Il fallimento delle politiche internazionali in questo ambito, verificatosi malgrado alcuni interventi fossero specificamente diretti ad ottenere cambiamenti nell’assetto istituzionale e nonostante che, in generale, i paesi destinatari di aiuti finanziari venissero incoraggiati a percorrere questa strada come prerequisito per il risanamento strutturale del sistema economico, ha messo in luce la mancanza di un saldo quadro teorico di riferimento, capace di supportare azioni dirette a quel fine. Neanche il numero crescente di condizioni pregiudiziali (conditionalities) stabilite allo scopo dalle organizzazioni finanziarie internazionali all’atto della concessione di prestiti, ha influito sullo sviluppo delle istituzioni dei paesi interessati. Secondo il giudizio del dipartimento per la valutazione delle operazioni della Banca Mondiale, dei 1.689 progetti aventi obiettivi di sviluppo istituzionale approvati fra il 1971 e il 1991, solo il 29% ha raggiunto lo scopo, nel 45% dei casi il risultato è modesto e nel 26% è trascurabile (Kapur, Webb, 2000). Giudizi poco lusinghieri riguardo ai processi di institution building sono stati espressi anche per le missioni di peace keeping e peace enforcing promosse dalle Nazioni Unite. Tutto ciò da un lato ha indotto i consultant delle organizzazioni economiche internazionali a riflettere sul processo di creazione e consolidamento delle istituzioni dell’economia in situazioni di cambiamento degli assetti socio-politici ed economici, e dall’altro ha spinto gli economisti teorici ad esplorare la natura delle istituzioni e del loro processo, cioè ad avventurarsi ben oltre lo studio del ruolo delle istituzioni nello sviluppo del capitalismo. Questi approfondimenti sono alla base del presente contributo, il cui obiettivo è di organizzare i risultati di entrambi i filoni di indagine in uno schema teorico-metodologico capace di descrivere, da un lato i caratteri fondamentali del processo di cambiamento istituzionale, e dall’altro i problemi operativi che si devono affrontare nella realizzazione di assetti istituzionali per la ricostruzione dell’economia. Il primo passo in questa direzione è l’adozione di un concetto di istituzione di tipo dinamico (paragrafo 2), in grado cioè di spiegare ad un tempo il cambiamento delle regole del gioco istituzionale, e di caratterizzare le problematiche dei processi reali di institution building (paragrafo 3). Con questa strumentazione verranno accennati i problemi connessi alla creazione di nuove istituzioni economiche in situazioni di post conflitto, con particolare riferimento a quelli di paesi islamici dell’area MENA, che presentano una dialettica istituzionale fra società e stato non riconducibile al tradizionale modello delle economie in transizione verso il capitalismo (paragrafo 4).
2008
Ricostruzione politica, società civile e cooperazione in Medioriente
88
99
Economic Institution building nelle situazioni di post-conflitto dei paesi islamici / A. Romagnoli. - STAMPA. - (2008), pp. 88-99.
A. Romagnoli
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