Con il termine “advanced ceramics” - prodotti ceramici ‘avanzati’, gli organismi di ricerca internazionali intendono quei prodotti inorganici, non metallici, policristallini, provvisti di rilevanti prestazioni strutturali e/o funzionali. Da tempo utilizzati in campo industriale (nei settori automobilistico, aerospaziale, aeronautico, ottico, biomedico…) per la loro capacità di resistenza alle sollecitazioni meccaniche in condizioni di elevate temperature e in ambienti particolarmente aggressivi, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, i ceramici avanzati vennero utilizzati per la prima volta in alcuni interventi di restauro monumentale. La Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Ravenna, in collaborazione con il CNR-IRTEC di Faenza, decise inizialmente di sperimentare l’efficacia di nuovi ancoraggi neo-ceramici nelle zone di distacco dei mosaici dell’arco presbiteriale della basilica di S. Vitale a Ravenna (1988-1990). Il successo dell’operazione suggerì l’utilizzo di questo nuovo tipo di imperniature per l’ancoraggio di superfici ad affresco nel castello di Spezzano a Modena (1993) e nella chiesa di S. Giovanni Evangelista Ravenna (1994) nonché in occasione dei restauri del Fonte monumentale di Faenza (1992-1994). La loro ultima applicazione è del 1995 in occasione di restauri della statua in terracotta di S. Francesco Orante nel convento dell’Osservanza di Bologna. Il saggio, fatte alcune necessarie premesse sul tipo di materiale, sulle sue caratteristiche e proprietà, ripercorre le vicende relative ai restauri, soffermandosi sulle modalità di esecuzione dei lavori e di posa di questi prodotti cercando di comprendere, anche con l’aiuto dei progettisti e dei ricercatori che presero parte a queste ricerche, le ragioni per cui tale sperimentazione venne interrotta.

CERAMICA PER L'ARCHITETTURA.L'uso sperimentale dei prodotti ceramici ‘avanzati’ nel restauro delle opere d’arte (1988-1995)

Andrea Ugolini
2017

Abstract

Con il termine “advanced ceramics” - prodotti ceramici ‘avanzati’, gli organismi di ricerca internazionali intendono quei prodotti inorganici, non metallici, policristallini, provvisti di rilevanti prestazioni strutturali e/o funzionali. Da tempo utilizzati in campo industriale (nei settori automobilistico, aerospaziale, aeronautico, ottico, biomedico…) per la loro capacità di resistenza alle sollecitazioni meccaniche in condizioni di elevate temperature e in ambienti particolarmente aggressivi, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, i ceramici avanzati vennero utilizzati per la prima volta in alcuni interventi di restauro monumentale. La Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Ravenna, in collaborazione con il CNR-IRTEC di Faenza, decise inizialmente di sperimentare l’efficacia di nuovi ancoraggi neo-ceramici nelle zone di distacco dei mosaici dell’arco presbiteriale della basilica di S. Vitale a Ravenna (1988-1990). Il successo dell’operazione suggerì l’utilizzo di questo nuovo tipo di imperniature per l’ancoraggio di superfici ad affresco nel castello di Spezzano a Modena (1993) e nella chiesa di S. Giovanni Evangelista Ravenna (1994) nonché in occasione dei restauri del Fonte monumentale di Faenza (1992-1994). La loro ultima applicazione è del 1995 in occasione di restauri della statua in terracotta di S. Francesco Orante nel convento dell’Osservanza di Bologna. Il saggio, fatte alcune necessarie premesse sul tipo di materiale, sulle sue caratteristiche e proprietà, ripercorre le vicende relative ai restauri, soffermandosi sulle modalità di esecuzione dei lavori e di posa di questi prodotti cercando di comprendere, anche con l’aiuto dei progettisti e dei ricercatori che presero parte a queste ricerche, le ragioni per cui tale sperimentazione venne interrotta.
2017
Andrea, Ugolini
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