Questo articolo analizza il testo del Vangelo dello zar Ivan Aleksandăr (IoAl) alla luce dei principali nodi di varianti della tradizione greca e nel contesto della tradizione manoscritta slava. Per il confronto con la tradizione greca si è utilizzato il corpus di 467 nodi testuali elaborato presso l’Institut für neutestamentliche Forschung di Münster (http://egora.uni-muenster.de/intf/index_en.shtml). La tradizione slava, invece, è rappresentata da dodici codici dei secc. XI-XV, scelti dopo un’accurata riflessione. Dal confronto, emerge in modo evidente come IoAl sia straordiariamente vicino alla tipologia testuale più antica della tradizione slava, che segue il cosiddetto ‘testo bizantino’ nella maggior parte dei casi, ma presenta comunque un cospicuo numero di ‘lezioni particolari’ (16% in IoAl) o riconducibili al ‘testo standard’ (7% in IoAl) della tradizione greca. In percentuale, in ambito slavo, l’accordo più frequente con IoAl si ha nel lezionario antico (cf. il Vangelo di Ostromir, OE), seguito a breve distanza dal Vangelo di Nicola e dal Vangelo di Terter (ma cf. anche il Vangelo del metropolita Iakov e il codice Mariano). Il frequente accordo di OE con IoAl, oltre a indicare il carattere arcaico del testo di IoAl, dimostra la persistenza dell’antica tradizione liturgica nella storia del testo slavo (e quindi nell’antigrafo di IoAl). I codici slavi maggiormente distanti da IoAl sono il Nuovo Testamento Čudovskij e il Vangelo di Banica. Nella metà dei casi in cui IoAl si accorda con un codice soltanto, tra quelli che compongono il corpus, a condividere la lezione è il Vangelo di Terter (e ciò avviene quasi esclusivamente in Marco e Giovanni). Oltre a questo, l’unico manoscritto che mostri un numero relativamente alto di accordi esclusivi con IoAl è il testimone del ‘testo atonita’ (il Vangelo del metropolita Iakov). Le numerose lezioni individuali di IoAl in alcuni casi paiono rivelare l’influsso della tradizione liturgica. In sintesi, IoAl si basa su un codice dei vangeli che aveva delle caratteristiche arcaiche, assai vicino al codice Mariano. Talvolta l’arcaismo di IoAl ha radici nell’antico lezionario (OE). Le lezioni di questo tipo oppongono nettamente IoAl al testo atonita, che in genere segue il ‘testo bizantino’. Un tratto che, al contrario, unisce IoAl al testo atonita e, in generale, ai codici del XIV secolo, è la forte tendenza all’omogeneizzazione. Questo è osservabile soprattutto sul piano lessicale. Il Vangelo di Terter è tra i codici che si accordano maggiormente con IoAl sia dal punto di vista lessicale, sia da quello testuale. Le principali differenze tra i due manoscritti risiedono nella consistente sostituzione dei grecismi, operata in IoAl, e nel maggiore accordo con il testo bizantino mostrato da Tert. Quando il testo di IoAl si distanzia da quello di Tert, lo fa per riallacciarsi alla tradizione ‘balcanica’, arcaica (o arcaizzante), della tradizione bosniaca (cf. il Vangelo di Nicola). Nell’antigrafo o negli antigrafi di IoAl comunque si osserva la presenza anche di lezioni di antichi lezionari ed emerge la tradizione dei vangeli di area bulgara, come mostrano alcune affinità con il vangelo di Banica. Nonostante ciò, si può riconoscere in IoAl un inizio di revisione dei vangeli sulla base del testo bizantino o di maggioranza. Nel complesso sembra che il testo di IoAl sia stato rivisto sulla base di più antigrafi slavi, uno ‘bizantino’ simile al Vangelo di Terter e uno ‘balcanico’ simile al Vangelo di Nicola e (in misura minore) al Vangelo di Banica. La revisione in ambito slavo è segnalata anche da alcuni casi di conflatio o di tramissione trasversale. Non si può neppure escludere il ricorso a manoscritti greci, come potrebbero indicare alcune varianti che compaiono soltanto in IoAl.

Četirievangelieto na car Ivan Aleksandăr v tekstologičnata tradicija na slavjanskite evangelija

A. Alberti
;
2017

Abstract

Questo articolo analizza il testo del Vangelo dello zar Ivan Aleksandăr (IoAl) alla luce dei principali nodi di varianti della tradizione greca e nel contesto della tradizione manoscritta slava. Per il confronto con la tradizione greca si è utilizzato il corpus di 467 nodi testuali elaborato presso l’Institut für neutestamentliche Forschung di Münster (http://egora.uni-muenster.de/intf/index_en.shtml). La tradizione slava, invece, è rappresentata da dodici codici dei secc. XI-XV, scelti dopo un’accurata riflessione. Dal confronto, emerge in modo evidente come IoAl sia straordiariamente vicino alla tipologia testuale più antica della tradizione slava, che segue il cosiddetto ‘testo bizantino’ nella maggior parte dei casi, ma presenta comunque un cospicuo numero di ‘lezioni particolari’ (16% in IoAl) o riconducibili al ‘testo standard’ (7% in IoAl) della tradizione greca. In percentuale, in ambito slavo, l’accordo più frequente con IoAl si ha nel lezionario antico (cf. il Vangelo di Ostromir, OE), seguito a breve distanza dal Vangelo di Nicola e dal Vangelo di Terter (ma cf. anche il Vangelo del metropolita Iakov e il codice Mariano). Il frequente accordo di OE con IoAl, oltre a indicare il carattere arcaico del testo di IoAl, dimostra la persistenza dell’antica tradizione liturgica nella storia del testo slavo (e quindi nell’antigrafo di IoAl). I codici slavi maggiormente distanti da IoAl sono il Nuovo Testamento Čudovskij e il Vangelo di Banica. Nella metà dei casi in cui IoAl si accorda con un codice soltanto, tra quelli che compongono il corpus, a condividere la lezione è il Vangelo di Terter (e ciò avviene quasi esclusivamente in Marco e Giovanni). Oltre a questo, l’unico manoscritto che mostri un numero relativamente alto di accordi esclusivi con IoAl è il testimone del ‘testo atonita’ (il Vangelo del metropolita Iakov). Le numerose lezioni individuali di IoAl in alcuni casi paiono rivelare l’influsso della tradizione liturgica. In sintesi, IoAl si basa su un codice dei vangeli che aveva delle caratteristiche arcaiche, assai vicino al codice Mariano. Talvolta l’arcaismo di IoAl ha radici nell’antico lezionario (OE). Le lezioni di questo tipo oppongono nettamente IoAl al testo atonita, che in genere segue il ‘testo bizantino’. Un tratto che, al contrario, unisce IoAl al testo atonita e, in generale, ai codici del XIV secolo, è la forte tendenza all’omogeneizzazione. Questo è osservabile soprattutto sul piano lessicale. Il Vangelo di Terter è tra i codici che si accordano maggiormente con IoAl sia dal punto di vista lessicale, sia da quello testuale. Le principali differenze tra i due manoscritti risiedono nella consistente sostituzione dei grecismi, operata in IoAl, e nel maggiore accordo con il testo bizantino mostrato da Tert. Quando il testo di IoAl si distanzia da quello di Tert, lo fa per riallacciarsi alla tradizione ‘balcanica’, arcaica (o arcaizzante), della tradizione bosniaca (cf. il Vangelo di Nicola). Nell’antigrafo o negli antigrafi di IoAl comunque si osserva la presenza anche di lezioni di antichi lezionari ed emerge la tradizione dei vangeli di area bulgara, come mostrano alcune affinità con il vangelo di Banica. Nonostante ciò, si può riconoscere in IoAl un inizio di revisione dei vangeli sulla base del testo bizantino o di maggioranza. Nel complesso sembra che il testo di IoAl sia stato rivisto sulla base di più antigrafi slavi, uno ‘bizantino’ simile al Vangelo di Terter e uno ‘balcanico’ simile al Vangelo di Nicola e (in misura minore) al Vangelo di Banica. La revisione in ambito slavo è segnalata anche da alcuni casi di conflatio o di tramissione trasversale. Non si può neppure escludere il ricorso a manoscritti greci, come potrebbero indicare alcune varianti che compaiono soltanto in IoAl.
2017
Četirievangelie na car Ivan Aleksandăr. Izdanie i izsledvane / Tetraevangelium des zaren Ivan Aleksandăr. Edition und Untersuchung
700
742
Alberti, Alberto; Garzaniti, M.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/612455
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