Il saggio è inserito nel catalogo della mostra (Bologna, Museo Davia Bargellini, 15 settembre - 3 dicembre 2017) dedicata a Luigi Crespi, figura poliedrica fra le più interessanti del panorama artistico e letterario di Bologna durante l’episcopato del cardinale Prospero Lambertini (1731-1754), e dunque nel periodo di apertura della città alle istanze di rinnovamento culturale sostenute dal vescovo e poi papa Benedetto XIV (1740-1758). Figlio del grande pittore Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), Luigi, pur essendo soprattutto celebre come letterato e autore del terzo tomo della Felsina Pittrice, edita nel 1769, ha percorso con successo anche la carriera artistica, intrapresa sotto la guida del padre fra la fine degli anni venti e gli inizi degli anni trenta del Settecento. Un’attività che egli stesso, molti anni più tardi, nella biografia del padre (1769), sosterrà di aver svolto «per divertimento», per significare il privilegio accordato al prestigioso ruolo, assunto a partire dagli anni cinquanta, di scrittore e critico d’arte, che gli frutterà infatti l’aggregazione alle Accademie di Firenze (1770), di Parma (1774) e di Venezia (1776). La sua produzione figurativa tuttavia, in particolar modo quella rappresentata dal più congeniale genere del ritratto, lo rivela sensibile al dialogo con la scienza moderna e con la libera circolazione delle idee dell’Europa cosmopolita. Nonostante l’impegno applicato anche all’ambito dell’arte sacra, cui Luigi si dedica almeno fino agli inizi degli anni settanta, è soprattutto nella ritrattistica che raggiunge esiti di grande efficacia, molto apprezzati dalla committenza. «Ebbe un particolare dono di ritrarre le fisionomie degli Uomini, e ne fece una serie di Ritratti di Cavaglieri e Damme», scrive infatti Marcello Oretti, celebrandone l’abilità nell’adattare la formula del codice ritrattistico alle esigenze della clientela. Come dimostrano il "Ritratto di giovane dama con il cagnolino" (Bologna, Museo Davia Bargellini), o i tre ritratti dei Principi Argonauti (Bologna, Collezioni Comunali d'arte) in origine nel collegio gesuitico di San Francesco Saverio, la pittura di Crespi junior, già addestrato dal genitore Giuseppe Maria ad un fare schietto, attento al naturale e al «vero», evolve verso un nitore della visione che risalta i dettagli, in un’analitica investigazione della realtà, memore di certi esempi (Balthasar Denner, Martin van Meytens, Anton Raphael Mengs, oltre alla pittura francese, già studiata frequentando la galleria medicea di Firenze) osservati durante un viaggio di sette mesi fra Austria e Germania, dove visita le Gallerie delle corti di Vienna e Dresda (1752). Così li commenterà infatti Gian Pietro Zanotti in una nota manoscritta: «Bisogna dire il vero che ora fa ritratti bellissimi, e di ottimo gusto, in su un certo gusto oltramontano». Dal confronto con il «grande mondo» – per utilizzare un’espressione di Prospero Lambertini, che fu in stretti rapporti con Giuseppe Maria Crespi e fu in gran parte il responsabile della carriera ecclesiastica del figlio, conferendogli la carica di «segretario generale della visita della città e della diocesi», il canonicato di Santa Maria Maggiore (1748) ed ancora nominandolo suo cappellano segreto – Luigi deriva dunque la conferma della validità del codice del ritratto ufficiale, che gli consente di rappresentare i personaggi, qualificandone i gusti sofisticati, le abitudini raffinate, i comportamenti eleganti e disinvolti da assumere nella vita di società, dove si praticano i rituali di quella “civiltà della conversazione” che nella moderna Europa riunisce aristocratici e intellettuali in un dialogo paritario, dettato dalla condivisione di regole e valori comuni. Ma la prossimità con la cultura lambertiniana lo conduce anche a sperimentare, dapprima ancora con il sostegno del padre, poi autonomamente, nuove tipologie di ritratto, in cui lo sguardo incrocia i volti di individui del ceto borghese: talvolta sono gli oggetti a raccontare con la loro perspicuità di definizione la dignità del lavoro ("Ritratto di Antonio Cartolari", Bologna, Pinacoteca Nazionale), altre volte sono invece i gesti caratteristici, l’inquadratura priva di infingimenti ("Ritratto di fanciulla", Bologna, Collezione privata), la resa confidenziale del modello, quasi al limite della caricatura ("Ritratto di Padre Corsini", Bologna, Museo Internazionale della Musica), a fare emergere il valore umano di quella parte della società, cui papa Lambertini riconosceva un ruolo fondamentale nel rinnovamento. Il saggio mette a fuoco questi aspetti, contribuendo a far meglio conoscere non soltanto l'attività di Crespi ritrattista, ma anche l'ambiente culturale, fortemente permeato dal mecenatismo scientifico di papa Lambertini.

Luigi Crespi ritrattista nell'età di papa Lambertini / Graziani, Irene. - STAMPA. - 55:(2017), pp. 62-97.

Luigi Crespi ritrattista nell'età di papa Lambertini

GRAZIANI, IRENE
2017

Abstract

Il saggio è inserito nel catalogo della mostra (Bologna, Museo Davia Bargellini, 15 settembre - 3 dicembre 2017) dedicata a Luigi Crespi, figura poliedrica fra le più interessanti del panorama artistico e letterario di Bologna durante l’episcopato del cardinale Prospero Lambertini (1731-1754), e dunque nel periodo di apertura della città alle istanze di rinnovamento culturale sostenute dal vescovo e poi papa Benedetto XIV (1740-1758). Figlio del grande pittore Giuseppe Maria Crespi (1665-1747), Luigi, pur essendo soprattutto celebre come letterato e autore del terzo tomo della Felsina Pittrice, edita nel 1769, ha percorso con successo anche la carriera artistica, intrapresa sotto la guida del padre fra la fine degli anni venti e gli inizi degli anni trenta del Settecento. Un’attività che egli stesso, molti anni più tardi, nella biografia del padre (1769), sosterrà di aver svolto «per divertimento», per significare il privilegio accordato al prestigioso ruolo, assunto a partire dagli anni cinquanta, di scrittore e critico d’arte, che gli frutterà infatti l’aggregazione alle Accademie di Firenze (1770), di Parma (1774) e di Venezia (1776). La sua produzione figurativa tuttavia, in particolar modo quella rappresentata dal più congeniale genere del ritratto, lo rivela sensibile al dialogo con la scienza moderna e con la libera circolazione delle idee dell’Europa cosmopolita. Nonostante l’impegno applicato anche all’ambito dell’arte sacra, cui Luigi si dedica almeno fino agli inizi degli anni settanta, è soprattutto nella ritrattistica che raggiunge esiti di grande efficacia, molto apprezzati dalla committenza. «Ebbe un particolare dono di ritrarre le fisionomie degli Uomini, e ne fece una serie di Ritratti di Cavaglieri e Damme», scrive infatti Marcello Oretti, celebrandone l’abilità nell’adattare la formula del codice ritrattistico alle esigenze della clientela. Come dimostrano il "Ritratto di giovane dama con il cagnolino" (Bologna, Museo Davia Bargellini), o i tre ritratti dei Principi Argonauti (Bologna, Collezioni Comunali d'arte) in origine nel collegio gesuitico di San Francesco Saverio, la pittura di Crespi junior, già addestrato dal genitore Giuseppe Maria ad un fare schietto, attento al naturale e al «vero», evolve verso un nitore della visione che risalta i dettagli, in un’analitica investigazione della realtà, memore di certi esempi (Balthasar Denner, Martin van Meytens, Anton Raphael Mengs, oltre alla pittura francese, già studiata frequentando la galleria medicea di Firenze) osservati durante un viaggio di sette mesi fra Austria e Germania, dove visita le Gallerie delle corti di Vienna e Dresda (1752). Così li commenterà infatti Gian Pietro Zanotti in una nota manoscritta: «Bisogna dire il vero che ora fa ritratti bellissimi, e di ottimo gusto, in su un certo gusto oltramontano». Dal confronto con il «grande mondo» – per utilizzare un’espressione di Prospero Lambertini, che fu in stretti rapporti con Giuseppe Maria Crespi e fu in gran parte il responsabile della carriera ecclesiastica del figlio, conferendogli la carica di «segretario generale della visita della città e della diocesi», il canonicato di Santa Maria Maggiore (1748) ed ancora nominandolo suo cappellano segreto – Luigi deriva dunque la conferma della validità del codice del ritratto ufficiale, che gli consente di rappresentare i personaggi, qualificandone i gusti sofisticati, le abitudini raffinate, i comportamenti eleganti e disinvolti da assumere nella vita di società, dove si praticano i rituali di quella “civiltà della conversazione” che nella moderna Europa riunisce aristocratici e intellettuali in un dialogo paritario, dettato dalla condivisione di regole e valori comuni. Ma la prossimità con la cultura lambertiniana lo conduce anche a sperimentare, dapprima ancora con il sostegno del padre, poi autonomamente, nuove tipologie di ritratto, in cui lo sguardo incrocia i volti di individui del ceto borghese: talvolta sono gli oggetti a raccontare con la loro perspicuità di definizione la dignità del lavoro ("Ritratto di Antonio Cartolari", Bologna, Pinacoteca Nazionale), altre volte sono invece i gesti caratteristici, l’inquadratura priva di infingimenti ("Ritratto di fanciulla", Bologna, Collezione privata), la resa confidenziale del modello, quasi al limite della caricatura ("Ritratto di Padre Corsini", Bologna, Museo Internazionale della Musica), a fare emergere il valore umano di quella parte della società, cui papa Lambertini riconosceva un ruolo fondamentale nel rinnovamento. Il saggio mette a fuoco questi aspetti, contribuendo a far meglio conoscere non soltanto l'attività di Crespi ritrattista, ma anche l'ambiente culturale, fortemente permeato dal mecenatismo scientifico di papa Lambertini.
2017
Luigi Crespi ritrattista nell'età di papa Lambertini
62
97
Luigi Crespi ritrattista nell'età di papa Lambertini / Graziani, Irene. - STAMPA. - 55:(2017), pp. 62-97.
Graziani, Irene
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/609705
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact