Il testo è relativo ad un ritratto di particolare importanza nella storia culturale bolognese, sia per la personalità dell'autore, Ubaldo Gandolfi, che di quella del ritrattato, personaggio di spicco dell'élite culturale e politica della città. Il conte Gregorio Maria Casali fu lettore pubblico di Meccanica presso lo Studio, professore d'Accademia militare presso l'Istituto delle Scienze, riformatore, di sano moderatismo, nell'epoca dei Lumi e rappresentante della società bolognese aperta al nuovo in campo scientifico e letterario: in ragione di ciò fu nominato Segretario dell'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura e poté esercitare notevole influenza in favore dell'amico pittore, che per lui eseguì numerosissime arie di testa, un genere nel quale eccelse in Europa, e alcuni ritratti di famiglia. In quest'opera, destinata all'Accademia, l'artista effigia il sodale in termini di sintetica semplicità, limitando al solo timbro relativo alla sua carica, retto con la mano destra, ogni riferimento al ruolo, ed incentrando l'indagine alla resa del carattere del personaggio, la cui effigie è restituita in termini di colloquiale, sincera verità. La scelta dell'impianto luministico è di estrema efficacia alla definizione della forma, e il gioco dell'ombra sul volto è effetto di sprezzata bravura

Ubaldo Gandolfi, Ritratto del senatore conte Gregorio Filippo Maria Casali, marchese Bentivoglio Paleotti

BIAGI, DONATELLA
2011

Abstract

Il testo è relativo ad un ritratto di particolare importanza nella storia culturale bolognese, sia per la personalità dell'autore, Ubaldo Gandolfi, che di quella del ritrattato, personaggio di spicco dell'élite culturale e politica della città. Il conte Gregorio Maria Casali fu lettore pubblico di Meccanica presso lo Studio, professore d'Accademia militare presso l'Istituto delle Scienze, riformatore, di sano moderatismo, nell'epoca dei Lumi e rappresentante della società bolognese aperta al nuovo in campo scientifico e letterario: in ragione di ciò fu nominato Segretario dell'Accademia Clementina di Pittura, Scultura e Architettura e poté esercitare notevole influenza in favore dell'amico pittore, che per lui eseguì numerosissime arie di testa, un genere nel quale eccelse in Europa, e alcuni ritratti di famiglia. In quest'opera, destinata all'Accademia, l'artista effigia il sodale in termini di sintetica semplicità, limitando al solo timbro relativo alla sua carica, retto con la mano destra, ogni riferimento al ruolo, ed incentrando l'indagine alla resa del carattere del personaggio, la cui effigie è restituita in termini di colloquiale, sincera verità. La scelta dell'impianto luministico è di estrema efficacia alla definizione della forma, e il gioco dell'ombra sul volto è effetto di sprezzata bravura
2011
Pinacoteca Nazionale di Bologna. Seicento e Settecento
292
294
Biagi, Donatella
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