Gli studi sulle necropoli dell’Etruria padana tra la fine del VI e il III secolo a.C., sui quali da anni si concentra la Cattedra di Etruscologia ed Archeologia italica dell’Università di Bologna, hanno gettato nuova luce su moltissimi aspetti della ritualità funeraria etrusca in quest’area: dalle dinamiche che regolano l’occupazione degli spazi sepolcrali, alla conoscenza dei valori di riferimento della società, al valore riconosciuto all’individualità del defunto, pur nel rispetto delle pratiche comuni. Tra i molti aspetti interessanti emersi, appare particolarmente congeniale al tema del Convegno la documentata presenza di alcuni nuclei di tombe che la cronologia dei contesti riferisce a generazioni successive di individui. All’interno di ciascun gruppo di sepolture gli individui condividono i medesimi valori di riferimento, attraverso la selezione di indicatori semantici analoghi, con variazioni individuali che non compromettono unità e integrità del gruppo. Solo la cronologia interviene a scandire la sequenza delle deposizioni, fino a tre o quattro generazioni in successione. Non vi è omogeneità nelle dimensioni di tali gruppi, che possono comprendere un numero minimo di sepolture o essere particolarmente numerosi. Eccezionalmente la successione di sepolture si interrompe per molti decenni, per poi riprendere inalterata nei valori di riferimento, segno di una memoria viva che si perpetua agli occhi della comunità cittadina e si articola nei vari spazi della necropoli. La questione appare particolarmente interessante anche in relazione agli strumenti della perpetuazione della memoria, in particolare i segnacoli.

Memoria e ritualità nelle necropoli dell'Etruria padana. Note sul sepolcreto Arnoaldi di Bologna

PIZZIRANI, CHIARA
In corso di stampa

Abstract

Gli studi sulle necropoli dell’Etruria padana tra la fine del VI e il III secolo a.C., sui quali da anni si concentra la Cattedra di Etruscologia ed Archeologia italica dell’Università di Bologna, hanno gettato nuova luce su moltissimi aspetti della ritualità funeraria etrusca in quest’area: dalle dinamiche che regolano l’occupazione degli spazi sepolcrali, alla conoscenza dei valori di riferimento della società, al valore riconosciuto all’individualità del defunto, pur nel rispetto delle pratiche comuni. Tra i molti aspetti interessanti emersi, appare particolarmente congeniale al tema del Convegno la documentata presenza di alcuni nuclei di tombe che la cronologia dei contesti riferisce a generazioni successive di individui. All’interno di ciascun gruppo di sepolture gli individui condividono i medesimi valori di riferimento, attraverso la selezione di indicatori semantici analoghi, con variazioni individuali che non compromettono unità e integrità del gruppo. Solo la cronologia interviene a scandire la sequenza delle deposizioni, fino a tre o quattro generazioni in successione. Non vi è omogeneità nelle dimensioni di tali gruppi, che possono comprendere un numero minimo di sepolture o essere particolarmente numerosi. Eccezionalmente la successione di sepolture si interrompe per molti decenni, per poi riprendere inalterata nei valori di riferimento, segno di una memoria viva che si perpetua agli occhi della comunità cittadina e si articola nei vari spazi della necropoli. La questione appare particolarmente interessante anche in relazione agli strumenti della perpetuazione della memoria, in particolare i segnacoli.
In corso di stampa
La memoria. Dialoghi sull'Archeologia della Magna Grecia e del Mediterraneo
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Pizzirani, C.
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