Giovanni Botero (1544-1617), noto soprattutto come autore di due trattati di grande successo europeo, Della ragion di stato (1589) e Le relazioni universali (1596), quest’ultimo tradotto anche in polacco nel 1609, compose i Detti memorabili di personaggi illustri in vecchiaia (1° ediz. 1608; ediz. definitiva 1614), mettendo a frutto le vaste conoscenze – di cose, fatti e persone - acquisite nei lunghi anni da lui trascorsi in giro per l’Italia e per l’Europa come gesuita prima, come precettore e diplomatico al servizio dei Borromeo e dei Savoia poi. I Detti memorabili contengono numerosi aneddoti riguardanti personaggi illustri polacchi, soprattutto sovrani - da Casimiro II Piast, detto il Giusto, fino a Sigismondo III Vasa, passando attraverso Enrico d’Angiò, Ladislao Jagellone, Sigismondo Augusto e Stefano Batory -, ma anche vari notabili del regno, da Jan Tarnowski voivoda di Cracovia (1367-1433) a Mikołaj Mielecki voivoda di Podolia (ca 1540-1585), fino ad alcuni membri - conosciuti personalmente - del casato dei Kostka, nonché ad anonimi “gentiluomini”, e con un protagonista assoluto: il cardinale Stanislao Osio, campione polacco della Controriforma, il cui nome ricorre ad exemplum in una decina di episodi. Il tutto testimonia, da un lato, la buona cerchia di conoscenze polacche dell’autore, il cui interesse per la Polonia e la cui vasta erudizione sono attestati anche dalle molte e accurate pagine ad essa dedicate nelle Relazioni universali; e dall’altro, soprattutto, il prestigio di cui godono ormai nel contesto culturale europeo, in particolare di matrice cattolica, la Polonia e i suoi rappresentanti, figli di uno stato vasto, potente, politicamente e religiosamente strategico, così lontano da quel “paese di Apollonia povero in vista e poco bello” descritto due secoli e mezzo prima da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo.

Polonica nei Detti memorabili di Giovanni Botero / Andrea, Ceccherelli. - STAMPA. - (2017), pp. 35-46.

Polonica nei Detti memorabili di Giovanni Botero

CECCHERELLI, ANDREA
2017

Abstract

Giovanni Botero (1544-1617), noto soprattutto come autore di due trattati di grande successo europeo, Della ragion di stato (1589) e Le relazioni universali (1596), quest’ultimo tradotto anche in polacco nel 1609, compose i Detti memorabili di personaggi illustri in vecchiaia (1° ediz. 1608; ediz. definitiva 1614), mettendo a frutto le vaste conoscenze – di cose, fatti e persone - acquisite nei lunghi anni da lui trascorsi in giro per l’Italia e per l’Europa come gesuita prima, come precettore e diplomatico al servizio dei Borromeo e dei Savoia poi. I Detti memorabili contengono numerosi aneddoti riguardanti personaggi illustri polacchi, soprattutto sovrani - da Casimiro II Piast, detto il Giusto, fino a Sigismondo III Vasa, passando attraverso Enrico d’Angiò, Ladislao Jagellone, Sigismondo Augusto e Stefano Batory -, ma anche vari notabili del regno, da Jan Tarnowski voivoda di Cracovia (1367-1433) a Mikołaj Mielecki voivoda di Podolia (ca 1540-1585), fino ad alcuni membri - conosciuti personalmente - del casato dei Kostka, nonché ad anonimi “gentiluomini”, e con un protagonista assoluto: il cardinale Stanislao Osio, campione polacco della Controriforma, il cui nome ricorre ad exemplum in una decina di episodi. Il tutto testimonia, da un lato, la buona cerchia di conoscenze polacche dell’autore, il cui interesse per la Polonia e la cui vasta erudizione sono attestati anche dalle molte e accurate pagine ad essa dedicate nelle Relazioni universali; e dall’altro, soprattutto, il prestigio di cui godono ormai nel contesto culturale europeo, in particolare di matrice cattolica, la Polonia e i suoi rappresentanti, figli di uno stato vasto, potente, politicamente e religiosamente strategico, così lontano da quel “paese di Apollonia povero in vista e poco bello” descritto due secoli e mezzo prima da Fazio degli Uberti nel suo Dittamondo.
2017
Polska i Włochy w dialogu kultur. La Polonia e l’Italia nel dialogo tra le culture
35
46
Polonica nei Detti memorabili di Giovanni Botero / Andrea, Ceccherelli. - STAMPA. - (2017), pp. 35-46.
Andrea, Ceccherelli
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