La città di Cento con il sisma del 20 e 29 maggio 2012 ha visto devastare gli edifici storici più importanti per la collettività, quel patrimonio culturale che rappresenta l’identità dei luoghi. Significativa la situazione delle chiese, gli edifici più vulnerabili dal punto di vista strutturale: quelle del centro storico sono risultate quasi tutte inagibili e chiuse al pubblico. Subito dopo il terremoto è stata fatta una consistente operazione di messa in sicurezza degli edifici che ha coinvolto tutta la città, con grande impegno sia da parte dei privati che degli enti pubblici, risolvendo le situazioni di pericolo all'esterno dei fabbricati. Ancora oggi il centro storico presenta ferite molto gravi che interessano vari fabbricati ed in particolare gli edifici monumentali: lungo le strade del centro si possono vedere tutt’ora ponteggi e puntellature; sono stati smontati gli elementi aggettanti e sopraelevati di tanti edifici, altri sono stati messi in sicurezza con cerchiature e catene. Nei mesi successivi al sisma, nel clima di grande sconforto che ha coinvolto tutti i centesi, determinato anche dall’inagibilità di tutti i luoghi pubblici, il lavoro di recupero e la riapertura della Chiesa di San Lorenzo ha rappresentato un significativo segnale di speranza per la città. Le chiese, infatti, rappresentano storicamente il luogo di socializzazione oltre che di devozione della gente e attorno ad esse si raccoglie la comunità locale; patrimonio diffuso, le chiese costituiscono la storia artistica oltre che religiosa e umana del popolo che vive in queste terre. La proprietà della chiesa di San Lorenzo, l’ente “Patrimonio degli Studi” di Cento, è stata in grado di ripristinare l’agibilità e riaprire al culto la prima chiesa di Cento, danneggiata dal sisma. In particolare per il campanile, si è intervenuti immediatamente per mettere in sicurezza la struttura nei giorni successivi alla prima scossa del 20 maggio e sono state predisposte quelle opere provvisionali che hanno permesso di preservare dal crollo la torre, che ha potuto sostanzialmente resistere in questo modo alla seconda scossa del 29 maggio. Per la chiesa e per il campanile, i lavori sono stati rapidi ma approfonditi, sia dal punto di vista progettuale che esecutivo. Il progetto d’intervento ha previsto sia opere di riparazione dei danni, sia interventi di miglioramento strutturale, attraverso tecniche di recupero diversificate, adeguate alle varie tipologie di dissesti statici: fessurazioni, sconnessioni nelle murature, rotazioni e ribaltamenti di elementi portanti. I lavori sono stati realizzati applicando tecniche tradizionali insieme a interventi innovativi, come per esempio l’utilizzo di fibre di acciaio al carbonio nel consolidamento delle strutture murarie e delle volte, accanto ad interventi di cuci-scuci delle murature e l’inserimento di catene metalliche. Merita di essere sottolineato l’intervento di recupero della cella campanaria, che aveva subito gravi distorsioni strutturali: è stato eseguito un lavoro quasi artigianale di smontaggio e ricomposizione per parti della struttura; le colonne del campanile sono state smontate e rimontate mattone dopo mattone, numerati uno ad uno, permettendo fra l’altro di analizzare le tecniche costruttive impiegate al tempo della sua costruzione. Per tali motivi l’intervento realizzato nella Chiesa e Campanile di San Lorenzo può essere considerato un esempio di come s’intende operare sui beni monumentali ovvero, dopo la situazione d’emergenza è necessario procedere ai lavori di riparazione, ma la fase più importante e che deve impegnare sia privati che enti pubblici è quella della prevenzione, attraverso la realizzazione delle opere di miglioramento sismico delle strutture. Infatti, in seguito agli eventi disastrosi accaduti, si sta comprendendo ancora di più, quanto sia importante intendere l'intervento di riparazione e recupero non fine a se stesso, ma come azione di prevenzione necessaria a garantire la sicurezza di cose e persone per il futuro.

Il Complesso di San Lorenzo a Cento

Andrea Benedetti
2015

Abstract

La città di Cento con il sisma del 20 e 29 maggio 2012 ha visto devastare gli edifici storici più importanti per la collettività, quel patrimonio culturale che rappresenta l’identità dei luoghi. Significativa la situazione delle chiese, gli edifici più vulnerabili dal punto di vista strutturale: quelle del centro storico sono risultate quasi tutte inagibili e chiuse al pubblico. Subito dopo il terremoto è stata fatta una consistente operazione di messa in sicurezza degli edifici che ha coinvolto tutta la città, con grande impegno sia da parte dei privati che degli enti pubblici, risolvendo le situazioni di pericolo all'esterno dei fabbricati. Ancora oggi il centro storico presenta ferite molto gravi che interessano vari fabbricati ed in particolare gli edifici monumentali: lungo le strade del centro si possono vedere tutt’ora ponteggi e puntellature; sono stati smontati gli elementi aggettanti e sopraelevati di tanti edifici, altri sono stati messi in sicurezza con cerchiature e catene. Nei mesi successivi al sisma, nel clima di grande sconforto che ha coinvolto tutti i centesi, determinato anche dall’inagibilità di tutti i luoghi pubblici, il lavoro di recupero e la riapertura della Chiesa di San Lorenzo ha rappresentato un significativo segnale di speranza per la città. Le chiese, infatti, rappresentano storicamente il luogo di socializzazione oltre che di devozione della gente e attorno ad esse si raccoglie la comunità locale; patrimonio diffuso, le chiese costituiscono la storia artistica oltre che religiosa e umana del popolo che vive in queste terre. La proprietà della chiesa di San Lorenzo, l’ente “Patrimonio degli Studi” di Cento, è stata in grado di ripristinare l’agibilità e riaprire al culto la prima chiesa di Cento, danneggiata dal sisma. In particolare per il campanile, si è intervenuti immediatamente per mettere in sicurezza la struttura nei giorni successivi alla prima scossa del 20 maggio e sono state predisposte quelle opere provvisionali che hanno permesso di preservare dal crollo la torre, che ha potuto sostanzialmente resistere in questo modo alla seconda scossa del 29 maggio. Per la chiesa e per il campanile, i lavori sono stati rapidi ma approfonditi, sia dal punto di vista progettuale che esecutivo. Il progetto d’intervento ha previsto sia opere di riparazione dei danni, sia interventi di miglioramento strutturale, attraverso tecniche di recupero diversificate, adeguate alle varie tipologie di dissesti statici: fessurazioni, sconnessioni nelle murature, rotazioni e ribaltamenti di elementi portanti. I lavori sono stati realizzati applicando tecniche tradizionali insieme a interventi innovativi, come per esempio l’utilizzo di fibre di acciaio al carbonio nel consolidamento delle strutture murarie e delle volte, accanto ad interventi di cuci-scuci delle murature e l’inserimento di catene metalliche. Merita di essere sottolineato l’intervento di recupero della cella campanaria, che aveva subito gravi distorsioni strutturali: è stato eseguito un lavoro quasi artigianale di smontaggio e ricomposizione per parti della struttura; le colonne del campanile sono state smontate e rimontate mattone dopo mattone, numerati uno ad uno, permettendo fra l’altro di analizzare le tecniche costruttive impiegate al tempo della sua costruzione. Per tali motivi l’intervento realizzato nella Chiesa e Campanile di San Lorenzo può essere considerato un esempio di come s’intende operare sui beni monumentali ovvero, dopo la situazione d’emergenza è necessario procedere ai lavori di riparazione, ma la fase più importante e che deve impegnare sia privati che enti pubblici è quella della prevenzione, attraverso la realizzazione delle opere di miglioramento sismico delle strutture. Infatti, in seguito agli eventi disastrosi accaduti, si sta comprendendo ancora di più, quanto sia importante intendere l'intervento di riparazione e recupero non fine a se stesso, ma come azione di prevenzione necessaria a garantire la sicurezza di cose e persone per il futuro.
2015
121
978-88-548-8697-1
Elena, Bartoli; Andrea, Benedetti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/600827
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