Il contributo descrive quella che è stata l’attività svolta congiuntamente dalla Fondazione ex Campo di Fossoli, dall’Università di Bologna-Dipartimento di Architettura, dal Comune di Carpi e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, finalizzata alla ‘salvaguardia dell’integrità fisica di ciò che è rimasto’ dell’ex Campo di Fossoli nonché alla ‘comprensione’ delle innumerevoli ‘storie parallele’ che lo hanno percorso e segnato. Ben poco resta di quello che fu il luogo in cui transitò Primo Levi e che fu il più grande centro italiano di concentramento e raccolta per i deportati: dove sorgevano più di un centinaio di baracche, tra Campo Vecchio (oggi completamente scomparso) e Nuovo; qui oggi rimangono i ruderi di 27 manufatti, già estremamente poveri al momento della loro costruzione ed ancor più miseri nella loro consistenza materiale attuale, di qualche decennio di abbandono e del devastante sisma del 2012 che, per molti versi, ha irrimediabilmente modificato l’immagine del Campo. Chi visita oggi questo luogo si trova in una realtà dove la natura, superati i limiti creati dall’uomo, è man mano tornata a riappropriarsi dell’intero sito, legandosi intrinsecamente alla strutture architettoniche rimaste. L’evoluzione avvenuta in questi anni ha infatti contribuito a definire un nuovo sistema paesaggistico e ruderale integrato, con valori figurativi e memoriali nuovi, che racconta quel che qui è accaduto nella seconda metà del secolo che si è appena concluso. La convinzione che ‘ciò che rimane’ di questo ‘luogo simbolo’ abbia un alto valore pedagogico, oltre che commemorativo, ha spinto la Fondazione a farsi promotrice di una serie di attività dirette a promuovere la conoscenza della Storia attraverso la Materia del Campo e dei manufatti che lo formano. Il saggio si sofferma sul complesso rapporto fra rovine, maceri e natura, descrive alcune di quelle che sono state le strategie per la salvaguardia del costruito e del suo intorno, riflettendo su quali possano essere le best practices per assicurare le migliori condizioni di utilizzo e fruizione pubblica dell’intero complesso.

A partire da ciò che rimane. Strategie per la conservazione attiva del Campo di Fossoli.

UGOLINI, ANDREA;PRETELLI, MARCO
2016

Abstract

Il contributo descrive quella che è stata l’attività svolta congiuntamente dalla Fondazione ex Campo di Fossoli, dall’Università di Bologna-Dipartimento di Architettura, dal Comune di Carpi e dalla Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Emilia Romagna, finalizzata alla ‘salvaguardia dell’integrità fisica di ciò che è rimasto’ dell’ex Campo di Fossoli nonché alla ‘comprensione’ delle innumerevoli ‘storie parallele’ che lo hanno percorso e segnato. Ben poco resta di quello che fu il luogo in cui transitò Primo Levi e che fu il più grande centro italiano di concentramento e raccolta per i deportati: dove sorgevano più di un centinaio di baracche, tra Campo Vecchio (oggi completamente scomparso) e Nuovo; qui oggi rimangono i ruderi di 27 manufatti, già estremamente poveri al momento della loro costruzione ed ancor più miseri nella loro consistenza materiale attuale, di qualche decennio di abbandono e del devastante sisma del 2012 che, per molti versi, ha irrimediabilmente modificato l’immagine del Campo. Chi visita oggi questo luogo si trova in una realtà dove la natura, superati i limiti creati dall’uomo, è man mano tornata a riappropriarsi dell’intero sito, legandosi intrinsecamente alla strutture architettoniche rimaste. L’evoluzione avvenuta in questi anni ha infatti contribuito a definire un nuovo sistema paesaggistico e ruderale integrato, con valori figurativi e memoriali nuovi, che racconta quel che qui è accaduto nella seconda metà del secolo che si è appena concluso. La convinzione che ‘ciò che rimane’ di questo ‘luogo simbolo’ abbia un alto valore pedagogico, oltre che commemorativo, ha spinto la Fondazione a farsi promotrice di una serie di attività dirette a promuovere la conoscenza della Storia attraverso la Materia del Campo e dei manufatti che lo formano. Il saggio si sofferma sul complesso rapporto fra rovine, maceri e natura, descrive alcune di quelle che sono state le strategie per la salvaguardia del costruito e del suo intorno, riflettendo su quali possano essere le best practices per assicurare le migliori condizioni di utilizzo e fruizione pubblica dell’intero complesso.
2016
Il Museo Monumento al Deportato politico razziale di Carpi el'ex Campo di Fossoli
67
74
Andrea Ugolini; Marco Pretelli
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