Il contributo prende in esame le imprese dei Carracci in Palazzo Fava sotto l’angolazione del rapporto delle decorazioni con Roma, e più in generale con l’antico. Il fregio giovanile dedicato ad Europa, opera di Annibale e Agostino, viene studiato alla luce del secondo Idillio di Mosco, e soprattutto della versione delle Metamorfosi ovidiane spettante a dell’Anguillara, che permette di leggere meglio le scene narrative; le parti di decorazione a grottesca che vi si alternano vengono messe in relazione ai fregi di alcuni ambienti di palazzo Poggi poco studiati, e che sembrano invece ben presenti agli artisti, e agli studi sulle grottesche, in particolare quelli incisi da Enea Vico: sembrano legate a una precisa intenzione di ricostruzione ‘archeologica’. Circa il fregio con Storie di Giasone e Medea, la rilettura delle fonti porta a due conclusioni importanti: prima di tutto vengono identificate con argomentata sicurezza le tre divinità a monocromo mancanti finora all’appello e tentativamente riconosciute, ma senza successo, in precedenza. In secondo luogo si arriva a una proposta di lettura complessiva sulla base della versione di dell’Anguillara delle Metamorfosi ovidiane, posseduta e utilizzata dai Carracci e già coinvolta nel fregio di Europa. Da ultimo, facendo riferimento allo studio di chi scrive sui quattro fregi dedicati ad Enea dai Carracci, dai loro allievi e da Bartolomeo Cesi, il saggio ne riesamina i caratteri unitari, coglie il significato celebrativo del tema in rapporto alle origini di Roma, e individua relazioni con precedenti artistici bolognesi e con possibili autori del programma.

Le historiae affrescate dai Carracci in Palazzo Fava a Bologna, “seconda Roma” (1583-1593)

CAVICCHIOLI, SONIA
2016

Abstract

Il contributo prende in esame le imprese dei Carracci in Palazzo Fava sotto l’angolazione del rapporto delle decorazioni con Roma, e più in generale con l’antico. Il fregio giovanile dedicato ad Europa, opera di Annibale e Agostino, viene studiato alla luce del secondo Idillio di Mosco, e soprattutto della versione delle Metamorfosi ovidiane spettante a dell’Anguillara, che permette di leggere meglio le scene narrative; le parti di decorazione a grottesca che vi si alternano vengono messe in relazione ai fregi di alcuni ambienti di palazzo Poggi poco studiati, e che sembrano invece ben presenti agli artisti, e agli studi sulle grottesche, in particolare quelli incisi da Enea Vico: sembrano legate a una precisa intenzione di ricostruzione ‘archeologica’. Circa il fregio con Storie di Giasone e Medea, la rilettura delle fonti porta a due conclusioni importanti: prima di tutto vengono identificate con argomentata sicurezza le tre divinità a monocromo mancanti finora all’appello e tentativamente riconosciute, ma senza successo, in precedenza. In secondo luogo si arriva a una proposta di lettura complessiva sulla base della versione di dell’Anguillara delle Metamorfosi ovidiane, posseduta e utilizzata dai Carracci e già coinvolta nel fregio di Europa. Da ultimo, facendo riferimento allo studio di chi scrive sui quattro fregi dedicati ad Enea dai Carracci, dai loro allievi e da Bartolomeo Cesi, il saggio ne riesamina i caratteri unitari, coglie il significato celebrativo del tema in rapporto alle origini di Roma, e individua relazioni con precedenti artistici bolognesi e con possibili autori del programma.
2016
Frises peintes. Les décors des villas et palais au Cinquecento
233
254
S. Cavicchioli
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