L’articolo presenta lo studio di due contesti funerari, le tombe 46 e 106 della necropoli di via Spolverin di Adria. Le due tombe, entrambe databili attorno alla metà del II sec. a.C., si presentano molto ricche di testimonianze epigrafiche etrusche, caratterizzate dalla forte ricorrenza di uno stesso gentilizio, muliu. Tale evidenza porta sostegno all’ipotesi di una articolazione per nuclei familiari della necropoli. Inoltre, lo studio onomastico di tale gentilizio e dei tre pre- nomi attestati permette di ipotizzare un’origine venetica dei muliu ed una maggior complessità per i prenomi, ed in particolare reithu, che evocherebbe l’origine retica dell’individuo che lo portava. Tale quadro non sarebbe stato possibile solo sulla base dell’analisi del corredo, data la standardizzazione dell’ideologia funeraria adriese in periodo ellenistico. Lo studio condotto porta, quindi, a confermare l’idea di una comunità adriese di cultura e lingua etrusca, ma dinamica e aperta a gruppi familiari alloctoni, che hanno la possibilità di integrarsi in un periodo di piena romanizzazione.
Adria. Via Spolverin - tombe 46 e 106. Il gentilizio Muliu ad Adria
GAUCCI, ANDREA
2008
Abstract
L’articolo presenta lo studio di due contesti funerari, le tombe 46 e 106 della necropoli di via Spolverin di Adria. Le due tombe, entrambe databili attorno alla metà del II sec. a.C., si presentano molto ricche di testimonianze epigrafiche etrusche, caratterizzate dalla forte ricorrenza di uno stesso gentilizio, muliu. Tale evidenza porta sostegno all’ipotesi di una articolazione per nuclei familiari della necropoli. Inoltre, lo studio onomastico di tale gentilizio e dei tre pre- nomi attestati permette di ipotizzare un’origine venetica dei muliu ed una maggior complessità per i prenomi, ed in particolare reithu, che evocherebbe l’origine retica dell’individuo che lo portava. Tale quadro non sarebbe stato possibile solo sulla base dell’analisi del corredo, data la standardizzazione dell’ideologia funeraria adriese in periodo ellenistico. Lo studio condotto porta, quindi, a confermare l’idea di una comunità adriese di cultura e lingua etrusca, ma dinamica e aperta a gruppi familiari alloctoni, che hanno la possibilità di integrarsi in un periodo di piena romanizzazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.