La campagna elettorale che ha preceduto le consultazioni politiche del febbraio 2013 ha riservato ampio spazio a problematiche riconducibili alla crisi economica e finanziaria nell’Eurozona, alle sue conseguenze sul quadro politico italiano e al giudizio sull’operato del governo tecnico guidato da Mario Monti. Accanto a questi temi, però, nel corso della campagna si sono ritagliate un ruolo primario anche questioni che rimandano a nodi cruciali del funzionamento del sistema politico, come il concetto di rappresentanza e il rapporto tra elettori e classe politica. Un motivo ricorrente nel dibattito politico degli ultimi anni in Italia riguarda infatti il solco che, a detta di molti, è andato via via formandosi tra le élite politiche e i cittadini. Il termine «casta» è ampiamente entrato nel linguaggio corrente ed è spesso utilizzato per definire il ceto politico italiano, ritenuto sempre più autoreferenziale e distante dal sentire della gente comune. Si è poi diffusa la convinzione che, al di là dei battibecchi sui giornali e in TV, in Italia i politici agiscano in maniera consociativa o addirittura collusiva, unicamente interessati all’autoconservazione al potere. I politici e i partiti italiani sono oggi considerati particolarmente lontani dai problemi, gli interessi e le preferenze dei normali cittadini. Eppure il capitolo precedente ha mostrato che nel 2013 la congruenza tra partiti ed elettori italiani sull’asse sinistra-destra – da noi denominata congruenza ideologica – era notevole. Nel momento in cui si è chiesto loro di dire quanto fossero di sinistra o di destra, i candidati e gli elettori del Partito democratico si sono collocati piuttosto vicini gli uni agli altri, e lo stesso vale per i candidati e gli elettori del Popolo della libertà, per quelli del Movimento 5 stelle e delle altre formazioni. Dunque in Italia – e abbiamo visto anche in Europa – la rappresentazione dello spazio politico definito sulla base delle tradizionali categorie «sinistra» e «destra» tiene, e così anche la corrispondenza nelle posizioni ideologiche di candidati ed elettori. E questo a dispetto dell’enfasi spesso posta sul distacco della politica dai cittadini e sul superamento di sinistra e destra (la «vecchia politica»), motivi che ricorrono anche nella campagna elettorale e nella strategia comunicativa di forze politiche nuove e di successo come il M5s [Biorcio e Natale 2013; Bordignon e Ceccarini 2013; Corbetta e Gualmini 2013]. Tuttavia, se siamo interessati a capire se le posizioni dei partiti italiani corrispondono alle opinioni degli elettori, l’analisi della congruenza ideologica presentata nel capitolo precedente rappresenta solo un primo passo. Per proseguire nello studio della congruenza in Italia è opportuno cercare di capire se tra partiti ed elettori esiste anche una congruenza programmatica o sui temi di policy. In parlamento e al governo, i partiti propongono e producono politiche pubbliche in ambiti specifici: aumenti o tagli nella spesa per servizi sociali, provvedimenti per regolamentare l’immigrazione, piani per contrastare la criminalità, norme sulle unioni civili, sul diritto di aborto ecc. Ed è proprio sui temi di policy che potremmo trovare uno scollamento tra i partiti italiani ed i loro elettori. Quando gli elettori e i candidati di uno stesso partito dicono di avere la stessa posizione sull’asse sinistra-destra, questo significa che hanno effettivamente le stesse opinioni sui temi politici concreti? Significa cioè che il partito ed il proprio elettorato hanno non solo la stessa collocazione ideologica ma anche la medesima posizione su questioni come welfare, aborto, immigrazione e sicurezza? Oppure, più semplicemente, solo che il partito ed i propri elettori si posizionano più o meno nello stesso punto di uno spazio politico astratto? Nel primo caso potremmo concludere che esiste effettivamente identità di orientamenti tra i partiti italiani e i rispettivi elettorati, e che questo si traduce poi nella congruità ideologica tra gli uni e gli altri evidenziata nel capitolo precedente. La «responsiveness» dei partiti italiani nei confronti dei propri elettori si realizzerebbe perciò sia grazie ad una congruenza ideologica, sull’asse sinistra-destra, sia grazie ad una congruenza programmatica, sui temi di policy veri e propri. Nel secondo caso dovremmo invece dedurre che uomini di partito ed elettori italiani si collocano nello spazio politico astratto grossomodo nelle stesse posizioni, ma ciò non è accompagnato da congruità di opinioni tra gli uni e gli altri su temi specifici. In questo secondo caso, non potremmo certo sostenere che i partiti italiani ben rappresentino le opinioni dei propri elettori, e qualsiasi valutazione ottimistica sulla «responsiveness» dei partiti in Italia andrebbe ridimensionata. Questo capitolo si occupa dunque della congruenza tra partiti ed elettori in Italia misurandola su specifici temi di policy. Per stabilire se gli elettori italiani sono ben rappresentati nelle loro opinioni dai partiti che votano alle elezioni, è però innanzitutto necessario capire quali sono le opinioni degli elettori italiani su questioni politiche specifiche. Che cosa davvero differenzia le opinioni politiche dei cittadini? La prima parte di questo capitolo ha l’obiettivo di identificare i temi di policy che meglio discriminano tra le opinioni politiche degli elettori in Italia. Per farlo, ci affidiamo ancora una volta ai dati sugli elettori rilevati da Itanes all’indomani delle elezioni del 2013, utilizzati anche in altri contributi di questo volume. Qui vengono analizzate le risposte fornite dagli intervistati a una batteria di domande volte a misurare l’attitudine degli elettori nei confronti di vari temi di policy. A conferma di studi precedenti, l’analisi mostra che a generare i contrasti maggiori nell’elettorato non sono necessariamente le issue di tipo economico. Una volta individuati i temi più divisivi nell’elettorato, la seconda parte del capitolo cerca di stabilire se e quanto i partiti italiani rappresentano le opinioni degli elettori su quei temi. A tal proposito misuriamo la congruenza tra gli uomini dei partiti e i rispettivi elettori su un sottoinsieme di questioni politiche specifiche, alcune molto divisive e altre meno: la dimensione tasse-servizi, l’immigrazione, la tutela della famiglia tradizionale e l’integrazione europea. Come già nel capitolo precedente, i dati Itanes sugli elettori sono incrociati con quelli sui candidati raccolti in Italia nell’ambito dell’Indagine Comparativa sui Candidati (Comparative Candidates Survey, CCS) . L’analisi ci permette non solo di confrontare la congruenza su temi di policy specifici con la congruenza ideologica misurata nel capitolo precedente, ma anche di individuare quali partiti rappresentino meglio le opinioni di chi li vota e quali partiti presentino invece uno scollamento effettivo rispetto ai propri elettori. La terza parte del capitolo approfondisce le conseguenze di questo scollamento, cercando di capire se vi sia un legame tra l’incongruenza su temi di policy e i giudizi degli elettori sui partiti e la politica. Alcune brevi considerazioni concludono il capitolo.

La congruenza tra partiti ed elettori su temi di policy

PEDRAZZANI, ANDREA
2016

Abstract

La campagna elettorale che ha preceduto le consultazioni politiche del febbraio 2013 ha riservato ampio spazio a problematiche riconducibili alla crisi economica e finanziaria nell’Eurozona, alle sue conseguenze sul quadro politico italiano e al giudizio sull’operato del governo tecnico guidato da Mario Monti. Accanto a questi temi, però, nel corso della campagna si sono ritagliate un ruolo primario anche questioni che rimandano a nodi cruciali del funzionamento del sistema politico, come il concetto di rappresentanza e il rapporto tra elettori e classe politica. Un motivo ricorrente nel dibattito politico degli ultimi anni in Italia riguarda infatti il solco che, a detta di molti, è andato via via formandosi tra le élite politiche e i cittadini. Il termine «casta» è ampiamente entrato nel linguaggio corrente ed è spesso utilizzato per definire il ceto politico italiano, ritenuto sempre più autoreferenziale e distante dal sentire della gente comune. Si è poi diffusa la convinzione che, al di là dei battibecchi sui giornali e in TV, in Italia i politici agiscano in maniera consociativa o addirittura collusiva, unicamente interessati all’autoconservazione al potere. I politici e i partiti italiani sono oggi considerati particolarmente lontani dai problemi, gli interessi e le preferenze dei normali cittadini. Eppure il capitolo precedente ha mostrato che nel 2013 la congruenza tra partiti ed elettori italiani sull’asse sinistra-destra – da noi denominata congruenza ideologica – era notevole. Nel momento in cui si è chiesto loro di dire quanto fossero di sinistra o di destra, i candidati e gli elettori del Partito democratico si sono collocati piuttosto vicini gli uni agli altri, e lo stesso vale per i candidati e gli elettori del Popolo della libertà, per quelli del Movimento 5 stelle e delle altre formazioni. Dunque in Italia – e abbiamo visto anche in Europa – la rappresentazione dello spazio politico definito sulla base delle tradizionali categorie «sinistra» e «destra» tiene, e così anche la corrispondenza nelle posizioni ideologiche di candidati ed elettori. E questo a dispetto dell’enfasi spesso posta sul distacco della politica dai cittadini e sul superamento di sinistra e destra (la «vecchia politica»), motivi che ricorrono anche nella campagna elettorale e nella strategia comunicativa di forze politiche nuove e di successo come il M5s [Biorcio e Natale 2013; Bordignon e Ceccarini 2013; Corbetta e Gualmini 2013]. Tuttavia, se siamo interessati a capire se le posizioni dei partiti italiani corrispondono alle opinioni degli elettori, l’analisi della congruenza ideologica presentata nel capitolo precedente rappresenta solo un primo passo. Per proseguire nello studio della congruenza in Italia è opportuno cercare di capire se tra partiti ed elettori esiste anche una congruenza programmatica o sui temi di policy. In parlamento e al governo, i partiti propongono e producono politiche pubbliche in ambiti specifici: aumenti o tagli nella spesa per servizi sociali, provvedimenti per regolamentare l’immigrazione, piani per contrastare la criminalità, norme sulle unioni civili, sul diritto di aborto ecc. Ed è proprio sui temi di policy che potremmo trovare uno scollamento tra i partiti italiani ed i loro elettori. Quando gli elettori e i candidati di uno stesso partito dicono di avere la stessa posizione sull’asse sinistra-destra, questo significa che hanno effettivamente le stesse opinioni sui temi politici concreti? Significa cioè che il partito ed il proprio elettorato hanno non solo la stessa collocazione ideologica ma anche la medesima posizione su questioni come welfare, aborto, immigrazione e sicurezza? Oppure, più semplicemente, solo che il partito ed i propri elettori si posizionano più o meno nello stesso punto di uno spazio politico astratto? Nel primo caso potremmo concludere che esiste effettivamente identità di orientamenti tra i partiti italiani e i rispettivi elettorati, e che questo si traduce poi nella congruità ideologica tra gli uni e gli altri evidenziata nel capitolo precedente. La «responsiveness» dei partiti italiani nei confronti dei propri elettori si realizzerebbe perciò sia grazie ad una congruenza ideologica, sull’asse sinistra-destra, sia grazie ad una congruenza programmatica, sui temi di policy veri e propri. Nel secondo caso dovremmo invece dedurre che uomini di partito ed elettori italiani si collocano nello spazio politico astratto grossomodo nelle stesse posizioni, ma ciò non è accompagnato da congruità di opinioni tra gli uni e gli altri su temi specifici. In questo secondo caso, non potremmo certo sostenere che i partiti italiani ben rappresentino le opinioni dei propri elettori, e qualsiasi valutazione ottimistica sulla «responsiveness» dei partiti in Italia andrebbe ridimensionata. Questo capitolo si occupa dunque della congruenza tra partiti ed elettori in Italia misurandola su specifici temi di policy. Per stabilire se gli elettori italiani sono ben rappresentati nelle loro opinioni dai partiti che votano alle elezioni, è però innanzitutto necessario capire quali sono le opinioni degli elettori italiani su questioni politiche specifiche. Che cosa davvero differenzia le opinioni politiche dei cittadini? La prima parte di questo capitolo ha l’obiettivo di identificare i temi di policy che meglio discriminano tra le opinioni politiche degli elettori in Italia. Per farlo, ci affidiamo ancora una volta ai dati sugli elettori rilevati da Itanes all’indomani delle elezioni del 2013, utilizzati anche in altri contributi di questo volume. Qui vengono analizzate le risposte fornite dagli intervistati a una batteria di domande volte a misurare l’attitudine degli elettori nei confronti di vari temi di policy. A conferma di studi precedenti, l’analisi mostra che a generare i contrasti maggiori nell’elettorato non sono necessariamente le issue di tipo economico. Una volta individuati i temi più divisivi nell’elettorato, la seconda parte del capitolo cerca di stabilire se e quanto i partiti italiani rappresentano le opinioni degli elettori su quei temi. A tal proposito misuriamo la congruenza tra gli uomini dei partiti e i rispettivi elettori su un sottoinsieme di questioni politiche specifiche, alcune molto divisive e altre meno: la dimensione tasse-servizi, l’immigrazione, la tutela della famiglia tradizionale e l’integrazione europea. Come già nel capitolo precedente, i dati Itanes sugli elettori sono incrociati con quelli sui candidati raccolti in Italia nell’ambito dell’Indagine Comparativa sui Candidati (Comparative Candidates Survey, CCS) . L’analisi ci permette non solo di confrontare la congruenza su temi di policy specifici con la congruenza ideologica misurata nel capitolo precedente, ma anche di individuare quali partiti rappresentino meglio le opinioni di chi li vota e quali partiti presentino invece uno scollamento effettivo rispetto ai propri elettori. La terza parte del capitolo approfondisce le conseguenze di questo scollamento, cercando di capire se vi sia un legame tra l’incongruenza su temi di policy e i giudizi degli elettori sui partiti e la politica. Alcune brevi considerazioni concludono il capitolo.
2016
La rappresentanza politica in Italia: Candidati ed elettori nelle elezioni politiche del 2013
235
264
Andrea Pedrazzani
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/581305
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