Essere una popstar implica avere acquisito uno statuto di celebrità, essere conosciuti da ampie masse di persone ed essere diventati personaggi, ovvero essere al centro di una narrazione sociale condivisa. Ma che cosa si “conosce”, che cosa ci è noto di queste popstar e perché potremmo essere interessati a avere informazioni su di loro? È plausibile pensare davvero di conoscere Bruce Springsteen o Laura Pausini, oppure si tratta solo di effetti e strategie di autenticità ben costruite? Prima dell’avvento di Internet il rapporto tra popstar e pubblico era fortemente mediato da prassi discorsive molto filtrate e unidirezionali come interviste, conferenze stampa o presentazioni istituzionali, all’interno delle quali i meccanismi del divismo avevano storicamente trovato un loro modo di essere (pensiamo ad esempio ad Elvis oppure alla Beatlemania). Da alcuni anni però le celebrità del pop possiedono anche profili personali gestiti più o meno direttamente sulla maggior parte dei social media, attraverso i quali parlano, inseriscono commenti, osservazioni, chiamate a raccolta, riflessioni intime, video con making of di canzoni o incontri studenteschi (si pensi a Jovanotti). Una vasta e variabile tipologia testuale tramite la quale la popstar costruisce una conversazione simulacrale diretta al mondo dei fan, raccontando molto spesso il retroscena della propria vita professionale. Un’ampia produzione comunicativa che in modalità diverse viene messa in atto dalle celebrities allo scopo di gestire in modo attivo e diretto la propria identità o la propria immagine. Un simile scenario conduce a questo punto a domandarsi: quali siano gli attuali meccanismi della costruzione identitaria; in che modo passino e siano condizionati dai social media; e più in generale, attraverso quale ottica sia possibile ripensare la nozione di identità, in semiotica non del tutto approfondita e definita, anche alla luce delle novità del panorama comunicativo.
Celebrità Pop: media, comunicazione, social media, identità
SPAZIANTE, LUCIO
2016
Abstract
Essere una popstar implica avere acquisito uno statuto di celebrità, essere conosciuti da ampie masse di persone ed essere diventati personaggi, ovvero essere al centro di una narrazione sociale condivisa. Ma che cosa si “conosce”, che cosa ci è noto di queste popstar e perché potremmo essere interessati a avere informazioni su di loro? È plausibile pensare davvero di conoscere Bruce Springsteen o Laura Pausini, oppure si tratta solo di effetti e strategie di autenticità ben costruite? Prima dell’avvento di Internet il rapporto tra popstar e pubblico era fortemente mediato da prassi discorsive molto filtrate e unidirezionali come interviste, conferenze stampa o presentazioni istituzionali, all’interno delle quali i meccanismi del divismo avevano storicamente trovato un loro modo di essere (pensiamo ad esempio ad Elvis oppure alla Beatlemania). Da alcuni anni però le celebrità del pop possiedono anche profili personali gestiti più o meno direttamente sulla maggior parte dei social media, attraverso i quali parlano, inseriscono commenti, osservazioni, chiamate a raccolta, riflessioni intime, video con making of di canzoni o incontri studenteschi (si pensi a Jovanotti). Una vasta e variabile tipologia testuale tramite la quale la popstar costruisce una conversazione simulacrale diretta al mondo dei fan, raccontando molto spesso il retroscena della propria vita professionale. Un’ampia produzione comunicativa che in modalità diverse viene messa in atto dalle celebrities allo scopo di gestire in modo attivo e diretto la propria identità o la propria immagine. Un simile scenario conduce a questo punto a domandarsi: quali siano gli attuali meccanismi della costruzione identitaria; in che modo passino e siano condizionati dai social media; e più in generale, attraverso quale ottica sia possibile ripensare la nozione di identità, in semiotica non del tutto approfondita e definita, anche alla luce delle novità del panorama comunicativo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.