Il Foglio 200 Reggio nell'Emilia della Carta Geologica d'Italia in scala 1:50.000 è stato realizzato nell'ambito del Progetto CARG, attraverso una convenzione tra il Servizio Geologico Nazionale (S.G.N.) e la Regione Emilia- Romagna (R.E.R.). Per i depositi pre-quaternari il criterio di rilevamento è quello litostratigrafico; le unità cartografate sono state organizzate secondo la gerarchia classica (formazioni e membri), utilizzando termini informali (complessi e litozone) per le unità di incerta collocazione stratigrafica o per quelle il cui stato di conoscenza non permette, per il momento, una migliore definizione. Le unità cartografate sono state raggruppate in grandi insiemi, domini e successioni, in base a rapporti stratigrafici e tettonici riconosciuti a scala regionale e all'interpretazione dell'evoluzione paleogeografica dei bacini sedimentari. All'interno dei rispettivi domini sono state definite delle unità tettoniche, comprendenti una o più unità litostratigrafiche, caratterizzate dalla posizione strutturale e dalla propria successione stratigrafica. Lo schema cronostratigrafico utilizzato è quello di Gradstein et alii (2004), per la cronostratigrafia del Quaternario si fa riferimento a Vai (1997) e Cita et alii (2006). Gli schemi biostratigrafici utilizzati sono quelli di Iaccarino (1985), Catanzariti et alii (1997) e Raffi et alii (2003). Per quanto riguarda lo studio dei depositi quaternari, l'analisi è stata affrontata con l'obiettivo di ricostruire l'assetto tridimensionale dei depositi della pianura e di rappresentarlo tramite la Carta Geologica di Superficie (Carta Geologica sensu stricto), la Carta di Sottosuolo e numerose sezioni geologiche realizzate con diversi gradi di dettaglio (Foglio Allegato alla Carta Geologica - Geologia di Sottosuolo). In particolare questo studio integrato di dati di superficie e di sottosuolo si è articolato in tre fasi: 1) raccolta dei dati geognostici esistenti. I dati, ubicati sulla cartografia tecnica regionale in scala 1:10.000 e caricati nella Banca Dati Geognostici Regionale (BDGR), comprendono (escluse le linee sismiche e i dati analitici di laboratorio) 375 carotaggi continui, 1557 prove penetrometriche, 28 stratigrafie di pozzi AGIP, 1691 stratigrafie di pozzi per acqua; 2) studio geologico di superficie. L'analisi delle foto aeree, tarata con un rilevamento geologico in scala 1:10.000 e con l'esame della BDGR (con 1196 dati pedologici puntuali), ha consentito di definire e delimitare le UBSU affioranti, formali ed informali, e di elaborare sia la Carta Geologica di Superficie che la Carta del tetto delle ghiaie relativa a gran parte della zona di pianura del Foglio. Per la descrizione pedostratigrafica delle unità continentali si è tenuto conto dei rilievi pedologici condotti dall’Ufficio Pedologico Regionale nell’ambito dei rilevamenti per la “Carta dei suoli della Regione Emilia-Romagna” (Filipp i & S barba ti, 1994); per la descrizione dei colori degli orizzonti si è fatto riferimento ai codici delle “Munsell Soil color charts”; 3) studio geologico di sottosuolo. Sulla base dei dati stratigrafici raccolti nella BDGR è stata costruita una rete di sezioni geologiche parallele e trasversali al margine che ha condotto ad una ricostruzione tridimensionale dell’architettura dei depositi in esame (Di D io et alii, 1997a, b). Le sezioni, sviluppate a partire dalle unità e dai limiti geologici affioranti, descrivono i depositi quaternari nel sottosuolo mediante l'utilizzo di numerosi profili sismici messi gentilmente a disposizione dall'ENI-AGIP e 11 sondaggi a carotaggio continuo, eseguiti ad hoc per il Progetto CARG corredati da un numero consistente di prove in sito (prove di permeabilità, prove di resistenza dei terreni, carotaggi radioattivi e prove di velocità in pozzo) e analisi di laboratorio (biostratigrafiche, petrografiche, geotecniche e di età radiometrica). La maglia di sezioni geologiche e l'interpretazione stratigrafica del sottosuolo hanno subito diverse revisioni, adeguandosi progressivamente alle teorie di correlazione delle unità a limiti inconformi che andavano man mano sviluppandosi e pervenendo ad una integrazione delle metodologie fisicostratigrafiche e sedimentologiche, tipiche della ricerca petrolifera dell'ultimo quarto di secolo, con quelle più tradizionali di derivazione geomorfologica e pedologica. Questo lavoro è stato possibile realizzarlo grazie alla disponibilità di un archivio di dati stratigrafici: la Banca Dati Geognostici, realizzata dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna. La Banca Dati, inoltre, è stata arricchita di nuove prove geognostiche: sondaggi a carotaggio continuo, prove penetrometriche e trivellate manuali, eseguite ad hoc durante il rilevamento del Foglio.

Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 200 Reggio Nell'Emilia / Pizziolo, M.; Segadelli, S.; Vaiani, S.C.; Maffei, M.; Vigliotti, L.; Di Cocco, I.; Bassetti, M.A. - STAMPA. - (2016), pp. 1-110.

Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 200 Reggio Nell'Emilia

VAIANI, STEFANO CLAUDIO;BASSETTI, MARIA ANGELA
2016

Abstract

Il Foglio 200 Reggio nell'Emilia della Carta Geologica d'Italia in scala 1:50.000 è stato realizzato nell'ambito del Progetto CARG, attraverso una convenzione tra il Servizio Geologico Nazionale (S.G.N.) e la Regione Emilia- Romagna (R.E.R.). Per i depositi pre-quaternari il criterio di rilevamento è quello litostratigrafico; le unità cartografate sono state organizzate secondo la gerarchia classica (formazioni e membri), utilizzando termini informali (complessi e litozone) per le unità di incerta collocazione stratigrafica o per quelle il cui stato di conoscenza non permette, per il momento, una migliore definizione. Le unità cartografate sono state raggruppate in grandi insiemi, domini e successioni, in base a rapporti stratigrafici e tettonici riconosciuti a scala regionale e all'interpretazione dell'evoluzione paleogeografica dei bacini sedimentari. All'interno dei rispettivi domini sono state definite delle unità tettoniche, comprendenti una o più unità litostratigrafiche, caratterizzate dalla posizione strutturale e dalla propria successione stratigrafica. Lo schema cronostratigrafico utilizzato è quello di Gradstein et alii (2004), per la cronostratigrafia del Quaternario si fa riferimento a Vai (1997) e Cita et alii (2006). Gli schemi biostratigrafici utilizzati sono quelli di Iaccarino (1985), Catanzariti et alii (1997) e Raffi et alii (2003). Per quanto riguarda lo studio dei depositi quaternari, l'analisi è stata affrontata con l'obiettivo di ricostruire l'assetto tridimensionale dei depositi della pianura e di rappresentarlo tramite la Carta Geologica di Superficie (Carta Geologica sensu stricto), la Carta di Sottosuolo e numerose sezioni geologiche realizzate con diversi gradi di dettaglio (Foglio Allegato alla Carta Geologica - Geologia di Sottosuolo). In particolare questo studio integrato di dati di superficie e di sottosuolo si è articolato in tre fasi: 1) raccolta dei dati geognostici esistenti. I dati, ubicati sulla cartografia tecnica regionale in scala 1:10.000 e caricati nella Banca Dati Geognostici Regionale (BDGR), comprendono (escluse le linee sismiche e i dati analitici di laboratorio) 375 carotaggi continui, 1557 prove penetrometriche, 28 stratigrafie di pozzi AGIP, 1691 stratigrafie di pozzi per acqua; 2) studio geologico di superficie. L'analisi delle foto aeree, tarata con un rilevamento geologico in scala 1:10.000 e con l'esame della BDGR (con 1196 dati pedologici puntuali), ha consentito di definire e delimitare le UBSU affioranti, formali ed informali, e di elaborare sia la Carta Geologica di Superficie che la Carta del tetto delle ghiaie relativa a gran parte della zona di pianura del Foglio. Per la descrizione pedostratigrafica delle unità continentali si è tenuto conto dei rilievi pedologici condotti dall’Ufficio Pedologico Regionale nell’ambito dei rilevamenti per la “Carta dei suoli della Regione Emilia-Romagna” (Filipp i & S barba ti, 1994); per la descrizione dei colori degli orizzonti si è fatto riferimento ai codici delle “Munsell Soil color charts”; 3) studio geologico di sottosuolo. Sulla base dei dati stratigrafici raccolti nella BDGR è stata costruita una rete di sezioni geologiche parallele e trasversali al margine che ha condotto ad una ricostruzione tridimensionale dell’architettura dei depositi in esame (Di D io et alii, 1997a, b). Le sezioni, sviluppate a partire dalle unità e dai limiti geologici affioranti, descrivono i depositi quaternari nel sottosuolo mediante l'utilizzo di numerosi profili sismici messi gentilmente a disposizione dall'ENI-AGIP e 11 sondaggi a carotaggio continuo, eseguiti ad hoc per il Progetto CARG corredati da un numero consistente di prove in sito (prove di permeabilità, prove di resistenza dei terreni, carotaggi radioattivi e prove di velocità in pozzo) e analisi di laboratorio (biostratigrafiche, petrografiche, geotecniche e di età radiometrica). La maglia di sezioni geologiche e l'interpretazione stratigrafica del sottosuolo hanno subito diverse revisioni, adeguandosi progressivamente alle teorie di correlazione delle unità a limiti inconformi che andavano man mano sviluppandosi e pervenendo ad una integrazione delle metodologie fisicostratigrafiche e sedimentologiche, tipiche della ricerca petrolifera dell'ultimo quarto di secolo, con quelle più tradizionali di derivazione geomorfologica e pedologica. Questo lavoro è stato possibile realizzarlo grazie alla disponibilità di un archivio di dati stratigrafici: la Banca Dati Geognostici, realizzata dal Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia-Romagna. La Banca Dati, inoltre, è stata arricchita di nuove prove geognostiche: sondaggi a carotaggio continuo, prove penetrometriche e trivellate manuali, eseguite ad hoc durante il rilevamento del Foglio.
2016
Note Illustrative della Carta Geologica D’Italia alla scala 1:50.000 foglio 200 Reggio Nell'Emilia / Pizziolo, M.; Segadelli, S.; Vaiani, S.C.; Maffei, M.; Vigliotti, L.; Di Cocco, I.; Bassetti, M.A. - STAMPA. - (2016), pp. 1-110.
Pizziolo, M.; Segadelli, S.; Vaiani, S.C.; Maffei, M.; Vigliotti, L.; Di Cocco, I.; Bassetti, M.A
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