INTRODUZIONE. Le infezioni del tratto genitale femminile rappresentano una condizione frequente con un importante impatto economico e sociale. Per alcune di queste, come la vaginosi batterica (BV), specifiche alterazioni nella composizione del microbiota vaginale sono alla base dell’eziopatogenesi. Per altre, invece, come la candidosi e le infezioni da Chlamydia trachomatis (CT) e Neisseria gonorrhoeae (GC), il ruolo che il microbiota svolge nella protezione e nell’evoluzione di tali patologie è ancora da chiarire. Scopo preliminare del presente lavoro è stato quello di valutare la prevalenza delle più significative infezioni genitali in una popolazione selezionata di donne con l’obiettivo finale di studiare la composizione del microbiota vaginale associata ai vari quadri patologici. MATERIALI E METODI. Da dicembre 2015 a luglio 2016, sono state arruolate nello studio donne in età fertile afferenti all’ambulatorio per le malattie a trasmissione sessuale del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Lo studio ha ricevuto approvazione da parte del Comitato Etico. Criteri di esclusione comprendevano l’etnia non caucasica, un BMI>30, la recente assunzione di antibiotici o l’impiego di ovuli vaginali, la gravidanza, l’uso di farmaci anti-concezionali e la presenza di patologie croniche. Per ogni paziente sono stati raccolti i dati riguardanti l’anamnesi e la presenza di sintomi a livello genitale. Sono stati raccolti inoltre un campione di urina e un tampone vaginale per la diagnosi molecolare di infezioni da CT e GC (Versant CT/GC DNA 1.0; Siemens). Infine, ogni paziente ha eseguito una visita e la raccolta di secrezioni vaginali mediante tampone per la diagnosi di vaginosi batterica (criteri di Amsel), candidosi (positività alla microscopia e/o alla coltura) e vaginite aerobia (aumento della flora batterica aerobia di origine intestinale). RISULTATI. Un totale di 202 donne, con una età media di 28 anni (range 18-47), sono state arruolate durante il periodo in esame. Di queste 56 (27,7%) hanno ricevuto una diagnosi di candidosi, 30 (14,8%) di infezione da clamidia, 22 (10,9%) di vaginosi batterica, 9 (4,5%) di vaginite aerobia e 3 (1,6%) di gonorrea. Le restanti pazienti presentavano quadri di infezioni miste (6,4%) o sono risultate negative a tutte le indagini (34,1%). Da segnalare che il 50% delle pazienti con infezione da CT era completamente asintomatica. I casi di candidosi erano sostenuti prevalentemente da C. albicans e i sintomi più spesso riportati erano prurito e perdite vaginali. Le pazienti con diagnosi di BV lamentavano più spesso secrezioni con cattivo odore. CONCLUSIONI.Dal presente studio emerge come candidosi e clamidia rappresentino le infezioni genitale femminili più frequenti in età fertile. La natura asintomatica delle infezioni da CT suggerisce l’implementazione di programmi di screening nel nostro Paese. Lo studio del microbiota vaginale di queste pazienti permetterà di comprendere quali alterazioni possono favorire queste infezioni o esserne la conseguenza.

Infezioni genitali in una popolazione selezionata di donne in età fertile / Foschi, C.; Banzola, N.; Gaspari, V.; Fazio, C.; Cevenini, R.; D’Antuono, A.; Marangoni, A. - CD-ROM. - (2016), pp. P083.83-P083.83. (Intervento presentato al convegno XLV Congresso Nazionale AMCLI tenutosi a Rimini (Italia) nel 6-9 novembre 2016).

Infezioni genitali in una popolazione selezionata di donne in età fertile

FOSCHI, CLAUDIO;GASPARI, VALERIA;CEVENINI, ROBERTO;D'ANTUONO, ANTONIETTA;MARANGONI, ANTONELLA
2016

Abstract

INTRODUZIONE. Le infezioni del tratto genitale femminile rappresentano una condizione frequente con un importante impatto economico e sociale. Per alcune di queste, come la vaginosi batterica (BV), specifiche alterazioni nella composizione del microbiota vaginale sono alla base dell’eziopatogenesi. Per altre, invece, come la candidosi e le infezioni da Chlamydia trachomatis (CT) e Neisseria gonorrhoeae (GC), il ruolo che il microbiota svolge nella protezione e nell’evoluzione di tali patologie è ancora da chiarire. Scopo preliminare del presente lavoro è stato quello di valutare la prevalenza delle più significative infezioni genitali in una popolazione selezionata di donne con l’obiettivo finale di studiare la composizione del microbiota vaginale associata ai vari quadri patologici. MATERIALI E METODI. Da dicembre 2015 a luglio 2016, sono state arruolate nello studio donne in età fertile afferenti all’ambulatorio per le malattie a trasmissione sessuale del Policlinico Sant’Orsola di Bologna. Lo studio ha ricevuto approvazione da parte del Comitato Etico. Criteri di esclusione comprendevano l’etnia non caucasica, un BMI>30, la recente assunzione di antibiotici o l’impiego di ovuli vaginali, la gravidanza, l’uso di farmaci anti-concezionali e la presenza di patologie croniche. Per ogni paziente sono stati raccolti i dati riguardanti l’anamnesi e la presenza di sintomi a livello genitale. Sono stati raccolti inoltre un campione di urina e un tampone vaginale per la diagnosi molecolare di infezioni da CT e GC (Versant CT/GC DNA 1.0; Siemens). Infine, ogni paziente ha eseguito una visita e la raccolta di secrezioni vaginali mediante tampone per la diagnosi di vaginosi batterica (criteri di Amsel), candidosi (positività alla microscopia e/o alla coltura) e vaginite aerobia (aumento della flora batterica aerobia di origine intestinale). RISULTATI. Un totale di 202 donne, con una età media di 28 anni (range 18-47), sono state arruolate durante il periodo in esame. Di queste 56 (27,7%) hanno ricevuto una diagnosi di candidosi, 30 (14,8%) di infezione da clamidia, 22 (10,9%) di vaginosi batterica, 9 (4,5%) di vaginite aerobia e 3 (1,6%) di gonorrea. Le restanti pazienti presentavano quadri di infezioni miste (6,4%) o sono risultate negative a tutte le indagini (34,1%). Da segnalare che il 50% delle pazienti con infezione da CT era completamente asintomatica. I casi di candidosi erano sostenuti prevalentemente da C. albicans e i sintomi più spesso riportati erano prurito e perdite vaginali. Le pazienti con diagnosi di BV lamentavano più spesso secrezioni con cattivo odore. CONCLUSIONI.Dal presente studio emerge come candidosi e clamidia rappresentino le infezioni genitale femminili più frequenti in età fertile. La natura asintomatica delle infezioni da CT suggerisce l’implementazione di programmi di screening nel nostro Paese. Lo studio del microbiota vaginale di queste pazienti permetterà di comprendere quali alterazioni possono favorire queste infezioni o esserne la conseguenza.
2016
Atti del XLV Congresso Nazionale AMCLI
83
83
Infezioni genitali in una popolazione selezionata di donne in età fertile / Foschi, C.; Banzola, N.; Gaspari, V.; Fazio, C.; Cevenini, R.; D’Antuono, A.; Marangoni, A. - CD-ROM. - (2016), pp. P083.83-P083.83. (Intervento presentato al convegno XLV Congresso Nazionale AMCLI tenutosi a Rimini (Italia) nel 6-9 novembre 2016).
Foschi, C.; Banzola, N.; Gaspari, V.; Fazio, C.; Cevenini, R.; D’Antuono, A.; Marangoni, A
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/567251
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact