Incontro di culture antiche e moderne: tra lessicografia, filosofia e critica

This article analyses the contribution made by Jean-Louis Charlet in his university teaching to medieval Latin and neo-Latin literature, focusing in particular on philology and lexicography as understood in their historical and cultural continuum, a feat rendered all the more worthy by the fact that medieval and humanistic lexicography remains as one of the least explored areas of study. Humanistic Latin lexicography was strongly influenced by the previous tradition, to the point that its scholars' tools of study were not limited to works they composed themselves, but continued to refer to those composed in medieval times, still published in large numbers up to the end of the Cinquecento. As regards contributions of a philological nature, this article also discusses those defined by the expression "philologie biologique", or rather, as being integrated into that philology which sets out to reconstruct the vital process of the elaboration of a text by its author, analysing it through the different stages of its reception, including the falsification attempts that alter both its purpose and meaning. This reference to the history of the transmission and tradition of texts has made it possible not only to explain with even greater precision the humanist philological method and its value in relation to textual criticism, such as in the text reconstruction stage with regard to the treatment of and amendments to manuscripts surviving in only one copy, but has also been of use in entering many Renaissance texts – for example, those Renaissance 'natural history' treatises often defined as 'major proto-scientific treatises' – in the encyclopaedic genre and the lexicon. Current research still addresses prevalently only their methodological and historiographical aspects, whereas the philological and lexicographical studies of Jean-Louis Charlet cannot but provide us with a notable contribution to the construction of their materiality – i.e. their text – as well as to the history of the transformations of philosophical and scientific language and the history of ideas

Questo articolo analizza i contributi che Jean-Louis Charlet ha dedicato, durante il suo magistero universitario, alla letteratura medio-latina e neo-latina, focalizzandosi, in particolare, sulla filologia e sulla lessicografia intese nel loro continuum storico e culturale, opera tanto più meritoria in quanto la lessicografia medievale ed umanistica è ancora uno dei territori meno esplorati nell’ambito degli studi. La lessicografia latina umanistica fu fortemente influenzata dalla tradizione precedente al punto che gli strumenti di lavoro dei suoi eruditi non si limitarono ad utilizzare le opere composte da loro stessi ma continuarono a servirsi di quelle composte in età medievale, che furono pubblicate in molte copie fino al tardo Cinquecento. Quanto ai contributi di genere filologico, questo articolo si sofferma anche su quelli definiti con l’espressione «philologie biologique», cioè integrati in quella filologia che vuole ricostruire il processo vitale di elaborazione di un testo da parte del suo autore, analizzandolo attraverso le differenti fasi della sua ricezione, compresi i tentativi di falsificazione che ne abbiano alterato finalità e significato. Questo riferimento alla storia della trasmissione e della tradizione del testo non solo ha permesso di precisare ancor meglio il metodo filologico umanistico e il suo valore relativamente all’ecdotica - ad esempio in quella fase della ricostruzione del testo che riguarda la trattazione degli emendamenti dei documenti conservati in testimone unico, ma è stato anche di ausilio per inserire molti testi rinascimentali nel genere dell’enciclopedia e del lessico, ad esempio quei trattati di ‘storia naturale’ rinascimentali definiti spesso come ‘grandi trattati protoscientifici’ Attualmente, l’indirizzo prevalente di ricerca riguarda ancora solo i loro aspetti metodologici e storiografici, ma l’indagine filologica e lessicografica di Jean-Louis Charlet non potrà che fornire un apporto notevole non solo alla costruzione della loro materialità, cioè del loro testo, e alla storia delle trasformazioni del linguaggio filosofico e scientifico e alla storia delle idee.