La valutazione della sofferenza psicologica in età prescolare e scolare necessita di strumenti sensibili che siano al contempo rispettosi e non intrusivi per i piccoli pazienti. La complessità della valutazione psicodiagnostica in età evolutiva ha spinto i ricercatori a sottolineare la centralità del concetto di sviluppo nella comprensione dei bambini e degli adolescenti. Ciò ha portato a scartare classificazioni nosografiche derivate dalla psicopatologia dell’adulto, privilegiando valutazioni che tengono conto della specificità della psiche infantile, dei processi di cambiamento e della dimensione prognostica insita nella diagnosi. Questi aspetti implicano l’utilizzo di strumenti valutativi validi e attendibili che tengano al contempo conto del complesso processo relazionale che coinvolge bambino/adulto/psicologo clinico e che sottolinea l’importanza delle modalità narrative che emergono durante la valutazione diagnostica . Nella pratica clinica dell’età evolutiva gli strumenti proiettivi sono particolarmente diffusi e riconosciuti come idonei a tale scopo e in specifico quelli di tipo grafico. In tale contesto si inserisce la Tecnica delle Storie Disegnate di G. Trombini, basata sulla dimensione narrativa prevalentemente non verbale e pertanto particolarmente adeguata in quanto consona alle caratteristiche affettivo-cognitive del bambino. Tale metodo prevede una modifica, rispetto alle altre tecniche grafiche, nella modalità di somministrazione e nella consegna che viene suggerita al bambino, al quale viene chiesto di creare una storia sotto forma di sequenza grafica. La Storia disegnata può essere valutata secondo precise categorie (Esito Positivo o Negativo) La ricerca e la pratica clinica hanno messo in luce come, con bambini di età prescolare e scolare, il disagio psichico che sostiene i sintomi viene rappresentato, durante la valutazione psicodiagnostica, da storie che terminano con esito negativo, mentre il progresso della terapia e la normalizzazione dei sintomi coincidono con la raffigurazione di storie che si concludono con esito positivo. Ciò trova riscontro anche nei risultati dell’applicazione delle Storie disegnate nella popolazione normale. Nell’ambito della psicologia clinica dell’età evolutiva l’impiego della tecnica delle Storie Disegnate offre allo psicologo clinico la possibilità di individuare e comprendere: 1) il grado di sofferenza del bambino (tramite il contenuto e l'esito della storia); 2)la sua capacità di elaborazione (attraverso il susseguirsi delle storie presentate); 3) le eventuali difficoltà in tale processo di elaborazione (per esempio quando il bambino non riesce a narrare una storia oppure ha difficoltà a portarla a termine); 4) le relazioni intrapsichiche del bambino (attraverso le rappresentazioni delle relazioni dei personaggi disegnati). Tale tecnica fornisce perciò preziose indicazioni per meglio valutare la sofferenza del piccolo paziente, permettendo al contempo di trovare uno spazio comune di comunicazione, di condivisione e di elaborazione maturativa. Per queste caratteristiche le Storie Disegnate possono essere impiegate non solo in fase psicodiagnostica ma anche in quella psicoterapeutica, sia in setting pubblici e/o privati, sia anche in tutti quegli ambiti ospedalieri in cui si debba far fronte alla sofferenza psichica collegata a patologie somatiche gravi in età evolutiva.

Valutazione psicodiagnostica e psicoterapia in età evolutiva / E. Trombini. - STAMPA. - (2007), pp. 181-188.

Valutazione psicodiagnostica e psicoterapia in età evolutiva

TROMBINI, ELENA
2007

Abstract

La valutazione della sofferenza psicologica in età prescolare e scolare necessita di strumenti sensibili che siano al contempo rispettosi e non intrusivi per i piccoli pazienti. La complessità della valutazione psicodiagnostica in età evolutiva ha spinto i ricercatori a sottolineare la centralità del concetto di sviluppo nella comprensione dei bambini e degli adolescenti. Ciò ha portato a scartare classificazioni nosografiche derivate dalla psicopatologia dell’adulto, privilegiando valutazioni che tengono conto della specificità della psiche infantile, dei processi di cambiamento e della dimensione prognostica insita nella diagnosi. Questi aspetti implicano l’utilizzo di strumenti valutativi validi e attendibili che tengano al contempo conto del complesso processo relazionale che coinvolge bambino/adulto/psicologo clinico e che sottolinea l’importanza delle modalità narrative che emergono durante la valutazione diagnostica . Nella pratica clinica dell’età evolutiva gli strumenti proiettivi sono particolarmente diffusi e riconosciuti come idonei a tale scopo e in specifico quelli di tipo grafico. In tale contesto si inserisce la Tecnica delle Storie Disegnate di G. Trombini, basata sulla dimensione narrativa prevalentemente non verbale e pertanto particolarmente adeguata in quanto consona alle caratteristiche affettivo-cognitive del bambino. Tale metodo prevede una modifica, rispetto alle altre tecniche grafiche, nella modalità di somministrazione e nella consegna che viene suggerita al bambino, al quale viene chiesto di creare una storia sotto forma di sequenza grafica. La Storia disegnata può essere valutata secondo precise categorie (Esito Positivo o Negativo) La ricerca e la pratica clinica hanno messo in luce come, con bambini di età prescolare e scolare, il disagio psichico che sostiene i sintomi viene rappresentato, durante la valutazione psicodiagnostica, da storie che terminano con esito negativo, mentre il progresso della terapia e la normalizzazione dei sintomi coincidono con la raffigurazione di storie che si concludono con esito positivo. Ciò trova riscontro anche nei risultati dell’applicazione delle Storie disegnate nella popolazione normale. Nell’ambito della psicologia clinica dell’età evolutiva l’impiego della tecnica delle Storie Disegnate offre allo psicologo clinico la possibilità di individuare e comprendere: 1) il grado di sofferenza del bambino (tramite il contenuto e l'esito della storia); 2)la sua capacità di elaborazione (attraverso il susseguirsi delle storie presentate); 3) le eventuali difficoltà in tale processo di elaborazione (per esempio quando il bambino non riesce a narrare una storia oppure ha difficoltà a portarla a termine); 4) le relazioni intrapsichiche del bambino (attraverso le rappresentazioni delle relazioni dei personaggi disegnati). Tale tecnica fornisce perciò preziose indicazioni per meglio valutare la sofferenza del piccolo paziente, permettendo al contempo di trovare uno spazio comune di comunicazione, di condivisione e di elaborazione maturativa. Per queste caratteristiche le Storie Disegnate possono essere impiegate non solo in fase psicodiagnostica ma anche in quella psicoterapeutica, sia in setting pubblici e/o privati, sia anche in tutti quegli ambiti ospedalieri in cui si debba far fronte alla sofferenza psichica collegata a patologie somatiche gravi in età evolutiva.
2007
Psicologia clinica. Dialoghi a confronto
181
188
Valutazione psicodiagnostica e psicoterapia in età evolutiva / E. Trombini. - STAMPA. - (2007), pp. 181-188.
E. Trombini
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