L’articolo, connesso al progetto di un Carta geoculturale del Mediterraneo (Regione Sicilia e Fondazione Orestiadi) , propone una riflessione sulla prospettiva analitica dei “luoghi di memoria”, illustrandone il potenziale ermeneutico rispetto allo specifico contesto del Mediterraneo. Si tratta infatti di un contesto segnato, sin dalla più remota antichità, da un susseguirsi di situazioni di contatto tra “diversi” e dunque da una continua tensione tra “memorie” e “rappresentazioni” distinte – e talora aspramente divergenti – degli stessi luoghi, materiali o simbolici, da parte di comunità differenti (religiosamente, etnicamente, culturalmente) che condividono, o aspirano a condividere, un medesimo spazio. Tale processo di “con/divisione” (composto costitutivamente ambiguo, evocando la duplice possibilità della collaborazione e della competizione) costituisce un terreno d’indagine privilegiato dei rapporti tra comunità in contatto attraverso i secoli, permettendo di esplorare da un lato le differenti modalità di appropriazione “culturale” di uno spazio e di una storia che, per il fatto di essere “in comune”, non diventano necessariamente “comuni”, dall’altro di analizzare e problematizzare la nozione di memoria collettiva in situazione di contatto. Una simile prospettiva si inserisce – pur senza fideistiche adesioni nei confronti della Nouvelle Histoire – nel solco delle riflessioni avviate in seno alla “scuola” degli Annales sul valore dello studio delle mentalités (come rappresentazioni collettive e strutture mentali di una società) per la ricerca storica, e si ricollega specificamente alla nozione di lieu de memoire. L’autore, arabista, propone poi una esemplificazione delle potenziali applicazioni di tale prospettiva analitica in relazione, da un lato, alla storia dell’Egitto medievale, e, dall’altro lato, alla storia dei rapporti tra mondo arabo mediterraneo e “modernità”. Da queste analisi emerge una convinta adesione alla prospettiva della “pluralità” come chiave di lettura fondamentale della storia, e delle storie, del Mediterraneo. Una tale prospettiva punta a promuovere il passaggio dal conflitto di memorie al dialogo tra le memorie.

“Il luogo delle memorie incrociate. Relazioni mediterranee e pensiero post-meridiano” / cecere giuseppe. - STAMPA. - unico:(2012), pp. 97-110.

“Il luogo delle memorie incrociate. Relazioni mediterranee e pensiero post-meridiano”

CECERE, GIUSEPPE
2012

Abstract

L’articolo, connesso al progetto di un Carta geoculturale del Mediterraneo (Regione Sicilia e Fondazione Orestiadi) , propone una riflessione sulla prospettiva analitica dei “luoghi di memoria”, illustrandone il potenziale ermeneutico rispetto allo specifico contesto del Mediterraneo. Si tratta infatti di un contesto segnato, sin dalla più remota antichità, da un susseguirsi di situazioni di contatto tra “diversi” e dunque da una continua tensione tra “memorie” e “rappresentazioni” distinte – e talora aspramente divergenti – degli stessi luoghi, materiali o simbolici, da parte di comunità differenti (religiosamente, etnicamente, culturalmente) che condividono, o aspirano a condividere, un medesimo spazio. Tale processo di “con/divisione” (composto costitutivamente ambiguo, evocando la duplice possibilità della collaborazione e della competizione) costituisce un terreno d’indagine privilegiato dei rapporti tra comunità in contatto attraverso i secoli, permettendo di esplorare da un lato le differenti modalità di appropriazione “culturale” di uno spazio e di una storia che, per il fatto di essere “in comune”, non diventano necessariamente “comuni”, dall’altro di analizzare e problematizzare la nozione di memoria collettiva in situazione di contatto. Una simile prospettiva si inserisce – pur senza fideistiche adesioni nei confronti della Nouvelle Histoire – nel solco delle riflessioni avviate in seno alla “scuola” degli Annales sul valore dello studio delle mentalités (come rappresentazioni collettive e strutture mentali di una società) per la ricerca storica, e si ricollega specificamente alla nozione di lieu de memoire. L’autore, arabista, propone poi una esemplificazione delle potenziali applicazioni di tale prospettiva analitica in relazione, da un lato, alla storia dell’Egitto medievale, e, dall’altro lato, alla storia dei rapporti tra mondo arabo mediterraneo e “modernità”. Da queste analisi emerge una convinta adesione alla prospettiva della “pluralità” come chiave di lettura fondamentale della storia, e delle storie, del Mediterraneo. Una tale prospettiva punta a promuovere il passaggio dal conflitto di memorie al dialogo tra le memorie.
2012
Islam in Sicilia. Un giardino tra due civiltà. Per una carta geoculturale del Mediterraneo
97
110
“Il luogo delle memorie incrociate. Relazioni mediterranee e pensiero post-meridiano” / cecere giuseppe. - STAMPA. - unico:(2012), pp. 97-110.
cecere giuseppe
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