Il tema della realtà ha fatto massicciamente il suo ingresso a teatro, come esito del teatro di performance, ovvero del superamento della forma rappresentativa, e come frutto del postmoderno, ovvero del gusto antinarrativo della citazione e del frammento. La realtà, storica o attuale, ha nutrito e nutre il teatro di narrazione (“nuova performance epica”), il teatro informazione (ovvero la “storia immediata” dei nuovi teatranti reporter della realtà) , e anche il teatro “delle persone” (intrecciandosi con le biografie degli artisti e dei non professionisti) , definizioni tutte che tendono a superare il dato dell’artificio interpretativo a favore della presenza (contro la rappresentazione), della comunicazione (contro l’interpretazione), dell’autenticità (contro l’attorialità). Il saggio rileva come si sia sviluppata, parallelamente, una diversa trattazione scenica dei dati di realtà, che viene definita postperformativa. Tale esperienza dà per acquisiti i fondamenti della performance e li rielabora, non per negarne le premesse, ma per contaminarli con nuove esigenze che attengono in particolare a una rinnovata attenzione per l’organizzazione “narrativa” e per l’efficacia “politica” ( al di là dei significati e delle prassi sceniche di matrice novecentesca). Ben lungi dal costituire un movimento o un genere, tale tendenza è piuttosto è identificabile in un insieme di artisti che portano avanti autonomamente la loro ricerca, uniti però da alcuni tratti comuni, ancorché risolti in esiti anche molto distanti sul piano estetico e formale. L'indagine si applica in particolare al bacino teatrale rappresentato dal Premio Scenario, il concorso nazionale che produce biennalmente un monitoraggio sistematico del panorama peninsulare, tale da rappresentare un campione significativo e al tempo stesso coerente di indagine, e i cui risultati coincidono in gran parte con le principali figure di artisti emerse sulla scena del nuovo millennio. Il filo seguito è quello della indagine sulla contemporaneità, esulando dai “generi” più riconoscibili di derivazione novecentesca (teatro di narrazione, teatro delle persone e dei non professionisti) e dalle incursioni extrateatrali più recenti (teatro di informazione e di reportage), per concentrarsi sulle esperienze che hanno portato avanti parallelamente una indagine sul linguaggio (inteso come scrittura scenica e drammaturgica). A partire dal "caso" Babilonia Teatri, il saggio si concentra in particolare sulle esperienze di Emma Dante, M'Arte, Teatro Sotterraneo, Codice Ivan, Matteo Latino, Fratelli Dalla Via, Collettivo InternoEnki, Un focus particolare è dedicato al rapporto fra staged photography e teatro della realtà..

Lineamenti di un non movimento. Indagine sulla contemporaneità e nuovi paradigmi del politico nel teatro del terzo millennio

VALENTI, CRISTINA
2015

Abstract

Il tema della realtà ha fatto massicciamente il suo ingresso a teatro, come esito del teatro di performance, ovvero del superamento della forma rappresentativa, e come frutto del postmoderno, ovvero del gusto antinarrativo della citazione e del frammento. La realtà, storica o attuale, ha nutrito e nutre il teatro di narrazione (“nuova performance epica”), il teatro informazione (ovvero la “storia immediata” dei nuovi teatranti reporter della realtà) , e anche il teatro “delle persone” (intrecciandosi con le biografie degli artisti e dei non professionisti) , definizioni tutte che tendono a superare il dato dell’artificio interpretativo a favore della presenza (contro la rappresentazione), della comunicazione (contro l’interpretazione), dell’autenticità (contro l’attorialità). Il saggio rileva come si sia sviluppata, parallelamente, una diversa trattazione scenica dei dati di realtà, che viene definita postperformativa. Tale esperienza dà per acquisiti i fondamenti della performance e li rielabora, non per negarne le premesse, ma per contaminarli con nuove esigenze che attengono in particolare a una rinnovata attenzione per l’organizzazione “narrativa” e per l’efficacia “politica” ( al di là dei significati e delle prassi sceniche di matrice novecentesca). Ben lungi dal costituire un movimento o un genere, tale tendenza è piuttosto è identificabile in un insieme di artisti che portano avanti autonomamente la loro ricerca, uniti però da alcuni tratti comuni, ancorché risolti in esiti anche molto distanti sul piano estetico e formale. L'indagine si applica in particolare al bacino teatrale rappresentato dal Premio Scenario, il concorso nazionale che produce biennalmente un monitoraggio sistematico del panorama peninsulare, tale da rappresentare un campione significativo e al tempo stesso coerente di indagine, e i cui risultati coincidono in gran parte con le principali figure di artisti emerse sulla scena del nuovo millennio. Il filo seguito è quello della indagine sulla contemporaneità, esulando dai “generi” più riconoscibili di derivazione novecentesca (teatro di narrazione, teatro delle persone e dei non professionisti) e dalle incursioni extrateatrali più recenti (teatro di informazione e di reportage), per concentrarsi sulle esperienze che hanno portato avanti parallelamente una indagine sul linguaggio (inteso come scrittura scenica e drammaturgica). A partire dal "caso" Babilonia Teatri, il saggio si concentra in particolare sulle esperienze di Emma Dante, M'Arte, Teatro Sotterraneo, Codice Ivan, Matteo Latino, Fratelli Dalla Via, Collettivo InternoEnki, Un focus particolare è dedicato al rapporto fra staged photography e teatro della realtà..
2015
Valenti, Cristina
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/554667
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact