L’Italia, nel panorama mondiale, si conferma un paese che effettua un gran numero di adozioni internazionali, nonostante la riduzione degli ultimi anni, resta secondo soltanto al gigante degli Stati Uniti. Va rilevato come le adozioni internazionali siano sensibilmente “cresciute” anche per la maturazione di una cultura dell’adozione che è andata sempre più imperniandosi sulla tutela dei diritti dei minori e sull’attribuzione di pieno valore ai legami affettivi ed educativi quali fondamenta della nascita di una famiglia a tutti gli effetti. Anche a fronte di tali essenziali evoluzioni culturali, i temi attinenti al reciproco riconoscimento tra genitori e figli nell’adozione – in maniera che può rivelarsi ulteriormente peculiare se la famiglia è caratterizzata da una multietnicità interna che differenzia visibilmente i suoi membri anche sul piano somatico –, continuano a costituire una questione rilevante e delicata. Ciononostante tali ineliminabili peculiarità non vanno considerate come in sé problematiche, sempre e comunque, nelle relazioni adottive intrafamiliari queste famiglie si trovano ancora oggi, in Italia ma non solo, ad affrontare sfide educative importanti, chiamate a definirsi quali “famiglie a tutti gli effetti” al loro interno, anzitutto, e poi all’esterno, a valorizzare diversità somatiche che possono a volte suscitare stereotipi e pregiudizi ostili. Lo sviluppo dell’identità di bambini/e adottati di origine straniera può presentarsi come processo complesso, che fatica a tradursi in consapevole e positiva percezione delle origini e, al tempo stesso, delle appartenenze nate nel contesto di adozione. Tale processo sarà tanto più faticoso quanto maggiore è la difficoltà per la famiglia di riconoscere a se stessa e agli altri il proprio essere un nucleo multietnico di affetti, consapevole e soddisfatto della pluralità di appartenenze dei propri membri, della varietà dei propri volti e fisionomie. E quanto più nell’ambiente scolastico come negli altri ambiti del vivere sociale, sono rimandate immagini della differenza connotate negativamente. Interviste a giovani adottati internazionalmente mostrano diversi risvolti di tali problematiche.

Tra origini e nuove appartenenze: identità plurali nell’adozione internazionale? Spunti di riflessione da una ricerca qualitativa, in prospettiva interculturale

LORENZINI, STEFANIA
2015

Abstract

L’Italia, nel panorama mondiale, si conferma un paese che effettua un gran numero di adozioni internazionali, nonostante la riduzione degli ultimi anni, resta secondo soltanto al gigante degli Stati Uniti. Va rilevato come le adozioni internazionali siano sensibilmente “cresciute” anche per la maturazione di una cultura dell’adozione che è andata sempre più imperniandosi sulla tutela dei diritti dei minori e sull’attribuzione di pieno valore ai legami affettivi ed educativi quali fondamenta della nascita di una famiglia a tutti gli effetti. Anche a fronte di tali essenziali evoluzioni culturali, i temi attinenti al reciproco riconoscimento tra genitori e figli nell’adozione – in maniera che può rivelarsi ulteriormente peculiare se la famiglia è caratterizzata da una multietnicità interna che differenzia visibilmente i suoi membri anche sul piano somatico –, continuano a costituire una questione rilevante e delicata. Ciononostante tali ineliminabili peculiarità non vanno considerate come in sé problematiche, sempre e comunque, nelle relazioni adottive intrafamiliari queste famiglie si trovano ancora oggi, in Italia ma non solo, ad affrontare sfide educative importanti, chiamate a definirsi quali “famiglie a tutti gli effetti” al loro interno, anzitutto, e poi all’esterno, a valorizzare diversità somatiche che possono a volte suscitare stereotipi e pregiudizi ostili. Lo sviluppo dell’identità di bambini/e adottati di origine straniera può presentarsi come processo complesso, che fatica a tradursi in consapevole e positiva percezione delle origini e, al tempo stesso, delle appartenenze nate nel contesto di adozione. Tale processo sarà tanto più faticoso quanto maggiore è la difficoltà per la famiglia di riconoscere a se stessa e agli altri il proprio essere un nucleo multietnico di affetti, consapevole e soddisfatto della pluralità di appartenenze dei propri membri, della varietà dei propri volti e fisionomie. E quanto più nell’ambiente scolastico come negli altri ambiti del vivere sociale, sono rimandate immagini della differenza connotate negativamente. Interviste a giovani adottati internazionalmente mostrano diversi risvolti di tali problematiche.
2015
Pedagogia militante. Diritti, culture, territori. Atti del 29° convegno nazionale Siped, Catania 6-7-8 novembre 2014
355
360
Lorenzini, Stefania
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/552961
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