Come molte lagune italiane, lo stagno di San Teodoro, situato in Sardegna settentrionale, presenta condizioni ambientali particolarmente propizie alla molluschicoltura. A circa 10 anni dall'inizio della sua attività, la Compagnia Ostricola Mediterranea vi produce oggi circa 30 tonnellate annue di ostriche concave, Crassostrea gigas. La riduzione della durata del ciclo produttivo ad un anno e mezzo, rispetto alla media di tre anni nei siti produttivi in Francia e l'ottenimento di un prodotto di alta qualità, garantiscono la buona redditività economica di questa attività che rappresenta una valida alternativa alla produzione di mitili e vongole. Tuttavia, dal 2012, il ripetersi di eventi di mortalità a San Teodoro, in esemplari di taglia commerciale, provoca danni ingenti alla produzione. Nell'autunno 2014 le prime mortalità sono sopraggiunte a fine settembre, protraendosi fino all'inizio del 2015, per ripresentarsi nuovamente tra marzo e maggio, generando una perdita totale di circa il 40% del prodotto commerciabile. Durante il mese di dicembre 2014, 15 ostriche sintomatiche (con rallentata reattività del muscolo adduttore) e 15 ostriche asintomatiche, prelevate dallo stesso lotto, sono state analizzate a scopo diagnostico. L'esame anatomopatologico ha rilevato delle lesioni necrotiche di tipo colliquativo a carico del muscolo e noduli multifocali, di colore giallastro nel mantello. Le impronte colorate, eseguite a partire dai tessuti lesionati, hanno evidenziato la presenza di batteri filamentosi Gram negativi. Durante il successivo esame istologico sono state evidenziate delle aree necrotiche e l'invasione del tessuto muscolare da parte della componente batterica filamentosa. L'esame virologico, realizzato tramite rtPCR, ha escluso l'implicazione dell'Ostreid Herpesvirus tipo 1 in questa sintomatologia. Al contrario, sia l'esame batteriologico colturale, condotto a partire da un prelievo di emolinfa, che l'rtqPCR, realizzata su estratti ottenuti da un pool di tessuto branchiale, muscolare, cardiaco e mantellare, hanno rivelato un'elevata carica di Vibrio aestuarianus, raggiungendo 1 x 109 unità genomiche/50 mg. Contemporaneamente, dall'esame colturale, è stata evidenziata la cospicua presenza, in tutti i campioni, di colonie gialle ed iridescenti. Osservati al microscopio, i batteri sono risultati morfologicamente riconducibili alla famiglia delle Flavobacteriaceae. I test biochimici, realizzati tramite gallerie API 20 NE, hanno identificato il germe come Chryseobacterium sp. Il sequenziamento del gene 16S rRNA ha rivelato un valore di similitudine delle sequenze superiore al 98% con il genere Tenacibaculum. Nonostante il probabile coinvolgimento di Vibrio aestuarianus come agente primario della malattia, il ritrovamento sistematico del flavobatterio, a livello emolinfatico ed in sede lesionale, ci indirizza ad approfondire le indagini sulla sua potenziale patogenicità e a procedere alla sua esatta identificazione.

ISOLAMENTO DI UN MEMBRO DELLA FAMIGLIA FLAVOBACTERIACEAE IN OSTRICHE CONCAVE CRASSOSTREA GIGAS DURANTE UN EVENTO DI MORTALITÀ NELLA LAGUNA DI SAN TEODORO (OT)

BURIOLI, ERIKA ASTRID VIRGINIE;VARELLO, KATIA;FIORAVANTI, MARIALETIZIA;
2015

Abstract

Come molte lagune italiane, lo stagno di San Teodoro, situato in Sardegna settentrionale, presenta condizioni ambientali particolarmente propizie alla molluschicoltura. A circa 10 anni dall'inizio della sua attività, la Compagnia Ostricola Mediterranea vi produce oggi circa 30 tonnellate annue di ostriche concave, Crassostrea gigas. La riduzione della durata del ciclo produttivo ad un anno e mezzo, rispetto alla media di tre anni nei siti produttivi in Francia e l'ottenimento di un prodotto di alta qualità, garantiscono la buona redditività economica di questa attività che rappresenta una valida alternativa alla produzione di mitili e vongole. Tuttavia, dal 2012, il ripetersi di eventi di mortalità a San Teodoro, in esemplari di taglia commerciale, provoca danni ingenti alla produzione. Nell'autunno 2014 le prime mortalità sono sopraggiunte a fine settembre, protraendosi fino all'inizio del 2015, per ripresentarsi nuovamente tra marzo e maggio, generando una perdita totale di circa il 40% del prodotto commerciabile. Durante il mese di dicembre 2014, 15 ostriche sintomatiche (con rallentata reattività del muscolo adduttore) e 15 ostriche asintomatiche, prelevate dallo stesso lotto, sono state analizzate a scopo diagnostico. L'esame anatomopatologico ha rilevato delle lesioni necrotiche di tipo colliquativo a carico del muscolo e noduli multifocali, di colore giallastro nel mantello. Le impronte colorate, eseguite a partire dai tessuti lesionati, hanno evidenziato la presenza di batteri filamentosi Gram negativi. Durante il successivo esame istologico sono state evidenziate delle aree necrotiche e l'invasione del tessuto muscolare da parte della componente batterica filamentosa. L'esame virologico, realizzato tramite rtPCR, ha escluso l'implicazione dell'Ostreid Herpesvirus tipo 1 in questa sintomatologia. Al contrario, sia l'esame batteriologico colturale, condotto a partire da un prelievo di emolinfa, che l'rtqPCR, realizzata su estratti ottenuti da un pool di tessuto branchiale, muscolare, cardiaco e mantellare, hanno rivelato un'elevata carica di Vibrio aestuarianus, raggiungendo 1 x 109 unità genomiche/50 mg. Contemporaneamente, dall'esame colturale, è stata evidenziata la cospicua presenza, in tutti i campioni, di colonie gialle ed iridescenti. Osservati al microscopio, i batteri sono risultati morfologicamente riconducibili alla famiglia delle Flavobacteriaceae. I test biochimici, realizzati tramite gallerie API 20 NE, hanno identificato il germe come Chryseobacterium sp. Il sequenziamento del gene 16S rRNA ha rivelato un valore di similitudine delle sequenze superiore al 98% con il genere Tenacibaculum. Nonostante il probabile coinvolgimento di Vibrio aestuarianus come agente primario della malattia, il ritrovamento sistematico del flavobatterio, a livello emolinfatico ed in sede lesionale, ci indirizza ad approfondire le indagini sulla sua potenziale patogenicità e a procedere alla sua esatta identificazione.
2015
Atti del XXI Convegno Nazionale S.I.P.I. Società Italiana Patologia Ittica
40
40
Burioli E.A.V.; Houssin M.; Varello K.; Gorla A.; Fioravanti M.L.; Prearo M.
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