La mostra si sviluppa in due sale disposte in successione. La prima, denominata Sala geologica (ovvero Sala del Territorio), è propedeutica alla seconda, la Sala del Carbonifero (ovvero Sala del Viaggio nel Tempo). La mostra inizia con una parete introduttiva che prende per mano il visitatore presentando una chiave di lettura che aiuta a comprendere quanto seguirà [Pannelli 1 e 2] e si conclude con un suggestivo settore - l'Antro delle sensazioni - che congeda il visitatore attraverso una rappresentazione tridimensionale, avvolgente, degli ambienti che nel Carbonifero Superiore caratterizzavano Pramollo. Più nel dettaglio la prima sala, la Sala geologica, dopo la parete introduttiva [Pannelli 1 e 2], utilizza un primo spazio per rispondere alle due affermazioni del titolo che campeggia in alto, visibile dall'ingresso: “…stava all'equatore” e “…300 milioni di anni fa” [Pannelli 3 e 4]. Il successivo spazio è costituito da una nicchia a tre pareti che, in modo inconsueto, presenta quelli che furono gli abitatori dell'antico Pramollo, oggi presenti sotto forma di resti fossili, sottolineandone l'importanza e la fama conquistata a livello per lo meno europeo [Pannelli 5, 6, 7 e 8]. Lo spazio successivo è una sorta di penisola dedicata alle carte geologiche. È prima trattato il loro significato [Pannello 9], poi la loro realizzazione [Pannello 12], e si conclude con un murale che riproduce quelle carte che, nel corso degli ultimi sessant'anni, i geologi italiani e austriaci hanno dedicato al territorio di Pramollo e dintorni. Da qui ci si sposta verso lo spazio dedicato alla storia evolutiva di questo territorio, PRIMA e DURANTE PRAMOLLO, discutendo il suo aspetto acquisito durante la fine del Periodo Carbonifero, 300 Milioni di anni fa. Non si parla più di fossili, ma si mostrano e descrivono sinteticamente gli ambienti, ossia i paesaggi, dell'antico Pramollo e il loro successivo modificarsi durante il trascorrere del tempo geologico [Pannelli 10 e 11]. Da qui riprende il discorso centrato sull'evoluzione nel tempo del territorio di Pramollo [Pannello 13], dedicando uno spazio ai vari tipi di depositi - oggi trasformati in rocce - che si accumulavano nei differenti ambienti (fluvio-deltizi e marini) e suggerendo al visitatore le ragioni per cui i vari tipi di roccia oggi si trovano… uno sopra all'altro, formando decine di livelli alternati tra loro [Pannello 14]. L'ultima sezione informativa è lo spazio dedicato al DOPO PRAMOLLO. In esso si cerca di far comprendere le tappe evolutive che hanno portato il territorio alla condizione attuale [Pannello 15]. Parallelamente, è esemplificata la ragione per cui oggi i fossili possono trovarsi anche in alta montagna [Pannello 16]. Qui, al termine di questo spazio, si colloca il passaggio tra la Sala geologica è la Sala del Carbonifero. Da questa soglia in poi si parlerà di organismi fossilizzati, di particolari ambienti nei quali essi vivevano. La sala stessa è suddivisa in due grandi sezioni dedicate rispettivamente agli ambienti emersi a quelli marini. Mentre nella Sala geologica prevalevano i pannelli espositivi [Pannelli 1-16], Nella Sala del Carbonifero ampio spazio è dato anche ai fossili, ai murales e ai due grandi schermi per la realtà multimediale interattiva. Accompagna il tutto una serie di pannelli espositivi [Pannelli 17-25], due microscopi finalizzati alla visione di reperti paleontologici tratti dal ricco patrimonio di Pramollo e uno strumento ottico in grado di produrre un ologramma di piccoli fossili. Più nello specifico, nella prima sezione della Sala del Carbonifero, dove si trattano gli ambienti emersi - fluviali e deltizi - i primi pannelli [Pannelli 17 e 18], affrontano argomenti più generali per poi dedicarsi, nello specifico, sia agli abbondanti resti vegetali [Pannelli 19 e 20, con pannellini di piccolo formato collegati alle teche con fossili], sia ai rarissimi reperti di vita animale, quali lo "scorpione di mare" e l'impronta di anfibio, trovati entrambi alle pendici meridionali dei Monti Auernig e Carnizza. È stata proprio l'impronta di anfibio ad ispirare la creazione della mascotte del della mostra: l'Anfibio Fabio - o meglio un'intera famiglia di anfibi - che di volta in volta si presenta sotto forma di disegni o sagome che sottolineano alcuni degli spazi della prima sala nonché il passaggio alla seconda. Nella sezione dedicata agli ambienti marini trovano ampio spazio i fossili dei numerosi gruppi di organismi presenti nelle rocce di Pramollo. Tra essi spiccano i crinoidi (echinodermata) e i molluschi (cefalopodi e gasteropodi). Seguono teche e relativi pannelli espositivi rispettivamente dedicati alle alghe in grado di... produrre rocce [Pannello 21], ai trilobiti [Pannello 22], ai brachiopodi [Pannello 23], alle fusuline [Pannello 24] e ai briozoi [Pannello 25]. Chiude la sezione dedicata all'ambiente marino uno spazio che pone all'attenzione del visitatore le numerosissime tracce lasciate dagli organismi sia sulla superficie del fondale, ma soprattutto sotto a quest'ultimo, all'interno del sedimento. Lo spazio dedicato alle tracce si avvale di murales di grandi dimensioni a commento dei vari reperti e dei loro processi di formazione. Chiude l'intero percorso - come già anticipato - l'Antro delle sensazioni il quale, nelle intenzioni, immerge il visitatore nella realtà tridimensionale degli ambienti carboniferi di Pramollo. All'uscita, il saluto della famiglia Anfibio Fabio al completo accompagna il visitatore verso il ritorno alla realtà, con un salto di ben 300 Milioni di anni.

Quando Pramollo stava all'equatore - Un viaggio temporale nelle Alpi Carniche di 300 milioni di anni fa

VENTURINI, CORRADO;
2015

Abstract

La mostra si sviluppa in due sale disposte in successione. La prima, denominata Sala geologica (ovvero Sala del Territorio), è propedeutica alla seconda, la Sala del Carbonifero (ovvero Sala del Viaggio nel Tempo). La mostra inizia con una parete introduttiva che prende per mano il visitatore presentando una chiave di lettura che aiuta a comprendere quanto seguirà [Pannelli 1 e 2] e si conclude con un suggestivo settore - l'Antro delle sensazioni - che congeda il visitatore attraverso una rappresentazione tridimensionale, avvolgente, degli ambienti che nel Carbonifero Superiore caratterizzavano Pramollo. Più nel dettaglio la prima sala, la Sala geologica, dopo la parete introduttiva [Pannelli 1 e 2], utilizza un primo spazio per rispondere alle due affermazioni del titolo che campeggia in alto, visibile dall'ingresso: “…stava all'equatore” e “…300 milioni di anni fa” [Pannelli 3 e 4]. Il successivo spazio è costituito da una nicchia a tre pareti che, in modo inconsueto, presenta quelli che furono gli abitatori dell'antico Pramollo, oggi presenti sotto forma di resti fossili, sottolineandone l'importanza e la fama conquistata a livello per lo meno europeo [Pannelli 5, 6, 7 e 8]. Lo spazio successivo è una sorta di penisola dedicata alle carte geologiche. È prima trattato il loro significato [Pannello 9], poi la loro realizzazione [Pannello 12], e si conclude con un murale che riproduce quelle carte che, nel corso degli ultimi sessant'anni, i geologi italiani e austriaci hanno dedicato al territorio di Pramollo e dintorni. Da qui ci si sposta verso lo spazio dedicato alla storia evolutiva di questo territorio, PRIMA e DURANTE PRAMOLLO, discutendo il suo aspetto acquisito durante la fine del Periodo Carbonifero, 300 Milioni di anni fa. Non si parla più di fossili, ma si mostrano e descrivono sinteticamente gli ambienti, ossia i paesaggi, dell'antico Pramollo e il loro successivo modificarsi durante il trascorrere del tempo geologico [Pannelli 10 e 11]. Da qui riprende il discorso centrato sull'evoluzione nel tempo del territorio di Pramollo [Pannello 13], dedicando uno spazio ai vari tipi di depositi - oggi trasformati in rocce - che si accumulavano nei differenti ambienti (fluvio-deltizi e marini) e suggerendo al visitatore le ragioni per cui i vari tipi di roccia oggi si trovano… uno sopra all'altro, formando decine di livelli alternati tra loro [Pannello 14]. L'ultima sezione informativa è lo spazio dedicato al DOPO PRAMOLLO. In esso si cerca di far comprendere le tappe evolutive che hanno portato il territorio alla condizione attuale [Pannello 15]. Parallelamente, è esemplificata la ragione per cui oggi i fossili possono trovarsi anche in alta montagna [Pannello 16]. Qui, al termine di questo spazio, si colloca il passaggio tra la Sala geologica è la Sala del Carbonifero. Da questa soglia in poi si parlerà di organismi fossilizzati, di particolari ambienti nei quali essi vivevano. La sala stessa è suddivisa in due grandi sezioni dedicate rispettivamente agli ambienti emersi a quelli marini. Mentre nella Sala geologica prevalevano i pannelli espositivi [Pannelli 1-16], Nella Sala del Carbonifero ampio spazio è dato anche ai fossili, ai murales e ai due grandi schermi per la realtà multimediale interattiva. Accompagna il tutto una serie di pannelli espositivi [Pannelli 17-25], due microscopi finalizzati alla visione di reperti paleontologici tratti dal ricco patrimonio di Pramollo e uno strumento ottico in grado di produrre un ologramma di piccoli fossili. Più nello specifico, nella prima sezione della Sala del Carbonifero, dove si trattano gli ambienti emersi - fluviali e deltizi - i primi pannelli [Pannelli 17 e 18], affrontano argomenti più generali per poi dedicarsi, nello specifico, sia agli abbondanti resti vegetali [Pannelli 19 e 20, con pannellini di piccolo formato collegati alle teche con fossili], sia ai rarissimi reperti di vita animale, quali lo "scorpione di mare" e l'impronta di anfibio, trovati entrambi alle pendici meridionali dei Monti Auernig e Carnizza. È stata proprio l'impronta di anfibio ad ispirare la creazione della mascotte del della mostra: l'Anfibio Fabio - o meglio un'intera famiglia di anfibi - che di volta in volta si presenta sotto forma di disegni o sagome che sottolineano alcuni degli spazi della prima sala nonché il passaggio alla seconda. Nella sezione dedicata agli ambienti marini trovano ampio spazio i fossili dei numerosi gruppi di organismi presenti nelle rocce di Pramollo. Tra essi spiccano i crinoidi (echinodermata) e i molluschi (cefalopodi e gasteropodi). Seguono teche e relativi pannelli espositivi rispettivamente dedicati alle alghe in grado di... produrre rocce [Pannello 21], ai trilobiti [Pannello 22], ai brachiopodi [Pannello 23], alle fusuline [Pannello 24] e ai briozoi [Pannello 25]. Chiude la sezione dedicata all'ambiente marino uno spazio che pone all'attenzione del visitatore le numerosissime tracce lasciate dagli organismi sia sulla superficie del fondale, ma soprattutto sotto a quest'ultimo, all'interno del sedimento. Lo spazio dedicato alle tracce si avvale di murales di grandi dimensioni a commento dei vari reperti e dei loro processi di formazione. Chiude l'intero percorso - come già anticipato - l'Antro delle sensazioni il quale, nelle intenzioni, immerge il visitatore nella realtà tridimensionale degli ambienti carboniferi di Pramollo. All'uscita, il saluto della famiglia Anfibio Fabio al completo accompagna il visitatore verso il ritorno alla realtà, con un salto di ben 300 Milioni di anni.
2015
Baucon, A.; Venturini, C.
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