Il saggio analizza le dinamiche di occultamento e ri-memorizzazione, gli intrecci di narrazioni polemiche contrapposte che hanno luogo nei casi di eventi traumatici di larga scala e violenze di massa, spesso rimosse e cancellate per decenni. Il caso in esame è il genocidio armeno, un genocidio che è ancora, dopo un secolo dal suo accadere, un vero e proprio conflitto semiotico di narrazioni, una guerra di segni altrettanto cruciale di quella combattuta sui campi di battaglia. In particolare viene analizzato un testo specifico, un diario di deportazione scritto nel 1921 da Vahram Altouninan, un giovane profugo armeno, e riscoperto dalla figlia solo 60 anni più tardi.

Dinamiche dell'oblio e guerre di segni nel genocidio armeno

VIOLI, MARIA PATRIZIA
2015

Abstract

Il saggio analizza le dinamiche di occultamento e ri-memorizzazione, gli intrecci di narrazioni polemiche contrapposte che hanno luogo nei casi di eventi traumatici di larga scala e violenze di massa, spesso rimosse e cancellate per decenni. Il caso in esame è il genocidio armeno, un genocidio che è ancora, dopo un secolo dal suo accadere, un vero e proprio conflitto semiotico di narrazioni, una guerra di segni altrettanto cruciale di quella combattuta sui campi di battaglia. In particolare viene analizzato un testo specifico, un diario di deportazione scritto nel 1921 da Vahram Altouninan, un giovane profugo armeno, e riscoperto dalla figlia solo 60 anni più tardi.
2015
Il genocidio infinito. 100 anni dopo il Metz Yeghérn
71
91
Violi, Patrizia
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