L’atlante composito di Alessandro d’Este si caratterizza, prima di tutto, per essere quasi una via di mezzo fra gli editi, più o meno coevi, come, in particolare quelli degli autori fiamminghi (Abramo Ortelio, Gerardo Mercatore, i fratelli Blaew. Si tratta infatti di una raccolta di carte geografiche per lo più regionali, nella prima parte, e di piante e vedute di città, nella seconda. Riprende dunque lo stile di altri atlanti compositi italiani, ma è uno dei più ricchi, con le sue 165 tavole. Come dice Pamela Tavernari, è omogeneo quanto all’aspetto cronologico, dal momento che le carte e le piante risalgono quasi tutte agli anni Sessanta del Cinquecento. Le raccolte cartografiche fiamminghe sono atlanti sistematici, nel senso che le carte seguono un ordine che si definisce in genere “tolemaico”, cioè dal generale al particolare, da ovest verso est. La collezione di carte geografiche del cardinale Alessandro d'Este segue invece un ordine casuale e rappresenta più volte l'immagine di una città o di una fortezza assediate da nemici, quasi sempre turchi. L’atlante del Cardinale è infine un’opera che rispecchia l’Italia e lo Stato estense in quell’epoca, con i suoi interessi culturali e con le sue insicurezze e le sue paure (quella dei Turchi ad es., ben evidente).

La raccolta cartografica del Cardinale: considerazioni introduttive

FEDERZONI, LAURA
2014

Abstract

L’atlante composito di Alessandro d’Este si caratterizza, prima di tutto, per essere quasi una via di mezzo fra gli editi, più o meno coevi, come, in particolare quelli degli autori fiamminghi (Abramo Ortelio, Gerardo Mercatore, i fratelli Blaew. Si tratta infatti di una raccolta di carte geografiche per lo più regionali, nella prima parte, e di piante e vedute di città, nella seconda. Riprende dunque lo stile di altri atlanti compositi italiani, ma è uno dei più ricchi, con le sue 165 tavole. Come dice Pamela Tavernari, è omogeneo quanto all’aspetto cronologico, dal momento che le carte e le piante risalgono quasi tutte agli anni Sessanta del Cinquecento. Le raccolte cartografiche fiamminghe sono atlanti sistematici, nel senso che le carte seguono un ordine che si definisce in genere “tolemaico”, cioè dal generale al particolare, da ovest verso est. La collezione di carte geografiche del cardinale Alessandro d'Este segue invece un ordine casuale e rappresenta più volte l'immagine di una città o di una fortezza assediate da nemici, quasi sempre turchi. L’atlante del Cardinale è infine un’opera che rispecchia l’Italia e lo Stato estense in quell’epoca, con i suoi interessi culturali e con le sue insicurezze e le sue paure (quella dei Turchi ad es., ben evidente).
2014
Totius Orbis Descriptio. La collezione delle carte geografiche del Cardinale Alessandro d’Este (1568-1624)
9
11
Federzoni, Laura
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