I campanili di S. Maria Gloriosa dei Frari e di S. Stefano, distanti tra loro poche centinaia di metri nel centro storico di Venezia, presentano importanti problematiche strutturali, il primo di interrelazione con la basilica adiacente ed il secondo di strapiombo che ha raggiunto il valore di cm 200. Ambedue le strutture, dopo la caduta del campanile di S. Marco, sono state oggetto, nei primi anni del 1900, di rilevanti lavori di consolidamento che hanno modificato, ma non completamente risolto, i problemi statici. A distanza di quasi cento anni è risultato necessario intervenire nuovamente per garantire la stabilità dei due campanili. Nell’ambito dell’intervento di consolidamento del campanile dei Frari a Venezia è stata effettuata, prima e durante l’esecuzione dei lavori, una approfondita campagna di indagini geotecniche - sondaggi verticali ed inclinati, prove penetrometriche, prove dilatometriche e prove di laboratorio su campioni indisturbati di terreno - per conoscere la composizione e le caratteristiche dei terreni e delle strutture di fondazione. Analoga campagna geognostica è stata eseguita anche per il campanile di S. Stefano, al fine di redigere il modello geotecnico del sottosuolo e di predisporre il relativo progetto di consolidamento. Dalla comparazione dei risultati di queste indagini, particolarmente accurate ed approfondite, si possono trarre interessanti indicazioni per la stabilità delle due strutture a torre. Dal punto di vista strettamente stratigrafico, dai diversi sondaggi verticali effettuati in entrambi i siti, si può osservare che all’interfaccia tra il terreno superficiale poco consistente di origine lagunare ed i sottostanti sedimenti di natura continentale non si è rinvenuta alcuna traccia di argilla sovraconsolidata, localmente ben nota con il nome di caranto. Entrambe le fondazioni sono costituite da una palificata lignea infissa per battitura, pali accostati uno all’altro con una lunghezza variabile da m 1.50 a m 2.50, che non raggiunge il sottostante banco di sabbia di migliori caratteristiche meccaniche. La fondazione del campanile dei Frari presenta sopra la testa dei pali uno strato di tavoloni e travi orizzontali in legno di larice (madieri), per uno spessore complessivo variabile tra 45 cm e 60 cm, che ha conferito al campanile un comportamento omogeneo e ha ostacolato cedimenti differenziali significativi e sollecitazioni non uniformi sul fusto; il campanile di S. Stefano invece, non presenta questo elemento di ripartizione dei carichi e, nel tempo, sono insorti notevoli dislocamenti del masso di fondazione in pietra con conseguenti importanti lesioni sulla canna. La palificata del campanile di S. Stefano è costituita da pali di ontano e pioppo che presentano un buono stato di conservazione e su alcuni elementi estratti è stato possibile eseguire prove di caratterizzazione meccanica con risultati soddisfacenti; al contrario, la palificata dei Frari, composta da legni di ontano e rovere, presenta evidenti segni di degrado in ambiente anaerobico, con conseguente perdita delle caratteristiche meccaniche. I risultati di tali indagini hanno guidato i progetti e gli interventi di consolidamento dei due campanili e hanno contribuito ad allargare la conoscenza sullo stato di conservazione e sul comportamento strutturale delle fondazioni del patrimonio storico veneziano.

Influenza delle caratteristiche di fondazione sulla stabilità dei campanili di S. Stefano e dei Frari a Venezia / Gottardi G.; Lionello A.; Modena C.. - STAMPA. - Quaderni IUAV 54:(2008), pp. 79-98. (Intervento presentato al convegno La riqualificazione delle città e dei territori tenutosi a Università IUAV di Venezia Facoltà di Architettura nel 7 Dicembre 2007).

Influenza delle caratteristiche di fondazione sulla stabilità dei campanili di S. Stefano e dei Frari a Venezia

GOTTARDI, GUIDO;
2008

Abstract

I campanili di S. Maria Gloriosa dei Frari e di S. Stefano, distanti tra loro poche centinaia di metri nel centro storico di Venezia, presentano importanti problematiche strutturali, il primo di interrelazione con la basilica adiacente ed il secondo di strapiombo che ha raggiunto il valore di cm 200. Ambedue le strutture, dopo la caduta del campanile di S. Marco, sono state oggetto, nei primi anni del 1900, di rilevanti lavori di consolidamento che hanno modificato, ma non completamente risolto, i problemi statici. A distanza di quasi cento anni è risultato necessario intervenire nuovamente per garantire la stabilità dei due campanili. Nell’ambito dell’intervento di consolidamento del campanile dei Frari a Venezia è stata effettuata, prima e durante l’esecuzione dei lavori, una approfondita campagna di indagini geotecniche - sondaggi verticali ed inclinati, prove penetrometriche, prove dilatometriche e prove di laboratorio su campioni indisturbati di terreno - per conoscere la composizione e le caratteristiche dei terreni e delle strutture di fondazione. Analoga campagna geognostica è stata eseguita anche per il campanile di S. Stefano, al fine di redigere il modello geotecnico del sottosuolo e di predisporre il relativo progetto di consolidamento. Dalla comparazione dei risultati di queste indagini, particolarmente accurate ed approfondite, si possono trarre interessanti indicazioni per la stabilità delle due strutture a torre. Dal punto di vista strettamente stratigrafico, dai diversi sondaggi verticali effettuati in entrambi i siti, si può osservare che all’interfaccia tra il terreno superficiale poco consistente di origine lagunare ed i sottostanti sedimenti di natura continentale non si è rinvenuta alcuna traccia di argilla sovraconsolidata, localmente ben nota con il nome di caranto. Entrambe le fondazioni sono costituite da una palificata lignea infissa per battitura, pali accostati uno all’altro con una lunghezza variabile da m 1.50 a m 2.50, che non raggiunge il sottostante banco di sabbia di migliori caratteristiche meccaniche. La fondazione del campanile dei Frari presenta sopra la testa dei pali uno strato di tavoloni e travi orizzontali in legno di larice (madieri), per uno spessore complessivo variabile tra 45 cm e 60 cm, che ha conferito al campanile un comportamento omogeneo e ha ostacolato cedimenti differenziali significativi e sollecitazioni non uniformi sul fusto; il campanile di S. Stefano invece, non presenta questo elemento di ripartizione dei carichi e, nel tempo, sono insorti notevoli dislocamenti del masso di fondazione in pietra con conseguenti importanti lesioni sulla canna. La palificata del campanile di S. Stefano è costituita da pali di ontano e pioppo che presentano un buono stato di conservazione e su alcuni elementi estratti è stato possibile eseguire prove di caratterizzazione meccanica con risultati soddisfacenti; al contrario, la palificata dei Frari, composta da legni di ontano e rovere, presenta evidenti segni di degrado in ambiente anaerobico, con conseguente perdita delle caratteristiche meccaniche. I risultati di tali indagini hanno guidato i progetti e gli interventi di consolidamento dei due campanili e hanno contribuito ad allargare la conoscenza sullo stato di conservazione e sul comportamento strutturale delle fondazioni del patrimonio storico veneziano.
2008
Geologia e progettazione nel centro storico di Venezia
79
98
Influenza delle caratteristiche di fondazione sulla stabilità dei campanili di S. Stefano e dei Frari a Venezia / Gottardi G.; Lionello A.; Modena C.. - STAMPA. - Quaderni IUAV 54:(2008), pp. 79-98. (Intervento presentato al convegno La riqualificazione delle città e dei territori tenutosi a Università IUAV di Venezia Facoltà di Architettura nel 7 Dicembre 2007).
Gottardi G.; Lionello A.; Modena C.
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