L'epatite E, precedentemente conosciuta come "epatite trasmessa per via gastroenterica non-A, non-B, non-C" è una malattia infettiva virale con caratteristiche cliniche di epatite acuta. L'infezione costituisce un importante problema di sanità pubblica nei paesi in via di sviluppo. Fino ad alcuni anni fa, i paesi industrializzati erano considerati indenni dall'infezione e gli unici casi di malattia erano registrati in soggetti di ritorno da viaggi in aree endemiche. Negli ultimi anni, tuttavia, casi sporadici sono stati descritti anche in numerosi paesi sviluppati, compresa l'Italia in persone senza un'anamnesi di viaggi all'estero e studi siero-epidemiologici hanno rilevato elevati valori di sieroprevalenza anti virus dell'epatite E (HEV), anche superiori al 20%, nella popolazione sana di molti Paesi industrializzati. In campo veterinario, fin dai primi anni '90, anticorpi anti-HEV erano stati rilevati in numerose specie quali scimmie, suini, roditori, polli, cani, gatti, bovini e ovi-caprini, sia in Paesi in via di sviluppo che industrializzati, facendo supporre che queste specie potessero essere infettate da virus HEV-like. In quel periodo, si fece strada l'idea che esistessero serbatoi animali d'infezione per l'uomo e fu ipotizzato che alcuni dei casi sporadici di malattia riportati in letteratura potessero essere di origine zoonosica. Nel 1997 fu identificato per la prima volta il virus dell'epatite E del suino (Swine HEV). Questo virus fu geneticamente e filogeneticamente correlato a 2 ceppi umani isolati negli USA (US-1, US-2) da pazienti colpiti da epatite E e senza anamnesi di viaggi all'estero. Da allora, ceppi di HEV suini sono stati isolati praticamente in tutto il mondo ed è stata frequentemente osservata una spiccata analogia nucleotidica tra questi ed i ceppi umani isolati da persone colpite da malattia per cui al fonte d'infezione era sconosciuta. Di recente, evidenze dirette della possibilità di trasmissione zoonosica del virus sono state riportate in Giappone dove casi di malattia sono stati associati epidemiologicamente e geneticamente all'ingestione di carne o organi crudi di suino, cinghiale o di cervo. Questi dati confermano l'ipotesi che il suino e/o altre specie animali possano fungere da serbatoio d'infezione e dimostrano che l'HEV può essere considerato un agente zoonosico emergente. Gli scopi del progetto sono: a) approfondire le conoscenze relative alla diffusione di HEV negli allevamenti suinicoli italiani; b)viluppare ed ottimizzare metodiche di diagnosi diretta (PCR qualitativa e PCR quantitativa) ed indiretta (ELISA); c) valutare se la prevalenza di anticorpi anti-HEV in soggetti professionalmente esposti al contatto con i suini è maggiore rispetto a quella rilevabile nella popolazione non esposta; d) rilevare se nei suini infetti sono presenti lesioni istopatologiche virus indotte. Un test ELISA ricombinante sarà sviluppato dall'Unità di Pisa. La sequenza ORF-2 del genoma virale sarà clonata ed espressa nel vettore di espressione eucariotico pBlueBac baculovirus. La sensibilità e la specificità del test saranno valutate usando sieri umani ed animali di controllo. Verrà sviluppata e messa a punto un test Real Time RT-PCR usando la tecnologia TaqMan. Le tecniche diagnostiche messe a punto serviranno per condurre un'ampia indagine epidemiologica in aziende suine ed in categorie di soggetti professionalmente esposte al contatto con suini. Saranno inoltre effettuate analisi filogenetiche su isolati umani ed animali che consentiranno di stabilire il grado di omologia intraed inter-specie di diversi isolati e di confrontare le sequenze dei ceppi italiani con quelle di isolati umani e animali depositate su GenBank. Saranno inoltre effettuati studi istopatologici su campioni di fegato di suini HEV positivi, di suini negativi, di suini SPF (Specific Pathogen Free) e di cinghiali. Le indagini saranno eseguite con tecniche istopatologiche, immunoistochimiche e biolomecolari in-situ.

Ruolo zoonosico del virus dell'Epatite E (HEV) e virus HEV correlati nel contesto italiano / OSTANELLO F. - (2006).

Ruolo zoonosico del virus dell'Epatite E (HEV) e virus HEV correlati nel contesto italiano

OSTANELLO, FABIO
2006

Abstract

L'epatite E, precedentemente conosciuta come "epatite trasmessa per via gastroenterica non-A, non-B, non-C" è una malattia infettiva virale con caratteristiche cliniche di epatite acuta. L'infezione costituisce un importante problema di sanità pubblica nei paesi in via di sviluppo. Fino ad alcuni anni fa, i paesi industrializzati erano considerati indenni dall'infezione e gli unici casi di malattia erano registrati in soggetti di ritorno da viaggi in aree endemiche. Negli ultimi anni, tuttavia, casi sporadici sono stati descritti anche in numerosi paesi sviluppati, compresa l'Italia in persone senza un'anamnesi di viaggi all'estero e studi siero-epidemiologici hanno rilevato elevati valori di sieroprevalenza anti virus dell'epatite E (HEV), anche superiori al 20%, nella popolazione sana di molti Paesi industrializzati. In campo veterinario, fin dai primi anni '90, anticorpi anti-HEV erano stati rilevati in numerose specie quali scimmie, suini, roditori, polli, cani, gatti, bovini e ovi-caprini, sia in Paesi in via di sviluppo che industrializzati, facendo supporre che queste specie potessero essere infettate da virus HEV-like. In quel periodo, si fece strada l'idea che esistessero serbatoi animali d'infezione per l'uomo e fu ipotizzato che alcuni dei casi sporadici di malattia riportati in letteratura potessero essere di origine zoonosica. Nel 1997 fu identificato per la prima volta il virus dell'epatite E del suino (Swine HEV). Questo virus fu geneticamente e filogeneticamente correlato a 2 ceppi umani isolati negli USA (US-1, US-2) da pazienti colpiti da epatite E e senza anamnesi di viaggi all'estero. Da allora, ceppi di HEV suini sono stati isolati praticamente in tutto il mondo ed è stata frequentemente osservata una spiccata analogia nucleotidica tra questi ed i ceppi umani isolati da persone colpite da malattia per cui al fonte d'infezione era sconosciuta. Di recente, evidenze dirette della possibilità di trasmissione zoonosica del virus sono state riportate in Giappone dove casi di malattia sono stati associati epidemiologicamente e geneticamente all'ingestione di carne o organi crudi di suino, cinghiale o di cervo. Questi dati confermano l'ipotesi che il suino e/o altre specie animali possano fungere da serbatoio d'infezione e dimostrano che l'HEV può essere considerato un agente zoonosico emergente. Gli scopi del progetto sono: a) approfondire le conoscenze relative alla diffusione di HEV negli allevamenti suinicoli italiani; b)viluppare ed ottimizzare metodiche di diagnosi diretta (PCR qualitativa e PCR quantitativa) ed indiretta (ELISA); c) valutare se la prevalenza di anticorpi anti-HEV in soggetti professionalmente esposti al contatto con i suini è maggiore rispetto a quella rilevabile nella popolazione non esposta; d) rilevare se nei suini infetti sono presenti lesioni istopatologiche virus indotte. Un test ELISA ricombinante sarà sviluppato dall'Unità di Pisa. La sequenza ORF-2 del genoma virale sarà clonata ed espressa nel vettore di espressione eucariotico pBlueBac baculovirus. La sensibilità e la specificità del test saranno valutate usando sieri umani ed animali di controllo. Verrà sviluppata e messa a punto un test Real Time RT-PCR usando la tecnologia TaqMan. Le tecniche diagnostiche messe a punto serviranno per condurre un'ampia indagine epidemiologica in aziende suine ed in categorie di soggetti professionalmente esposte al contatto con suini. Saranno inoltre effettuate analisi filogenetiche su isolati umani ed animali che consentiranno di stabilire il grado di omologia intraed inter-specie di diversi isolati e di confrontare le sequenze dei ceppi italiani con quelle di isolati umani e animali depositate su GenBank. Saranno inoltre effettuati studi istopatologici su campioni di fegato di suini HEV positivi, di suini negativi, di suini SPF (Specific Pathogen Free) e di cinghiali. Le indagini saranno eseguite con tecniche istopatologiche, immunoistochimiche e biolomecolari in-situ.
2006
Ruolo zoonosico del virus dell'Epatite E (HEV) e virus HEV correlati nel contesto italiano / OSTANELLO F. - (2006).
OSTANELLO F
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