L’articolo indaga l’interesse antropologico e la rilevanza per l’antropologia di Elias Canetti intorno alla nozione di “totemismo” da questi utilizzata. Ne risulta un complesso con un marcato nucleo teorico, sviluppato a partire dall’individuazione della relazione elementare tra uomo e animale e del dispositivo di autoaccrescimento e autoconsumo, dotato di una componente dinamica (la spinta propulsiva della muta di accrescimento) e sottoposto a un forte indice temporale, che gli consente di individuare il gradiente specifico del passaggio, all’interno del processo di ominazione, dalla dotazione ‘naturale’ umana alla acquisizione tramite la diversione nell’animale delle abilità specifiche per l’autoaffermazione. Un tale sbilanciamento primario come specifico antropologico degli esseri umani non sembra perciò riducibile a una “perpetuazione dello stato di natura” ma contenere una forte apertura al mutamento storico che fa capo alla opposizione fondamentale tra “arcaico” e “moderno” e, inoltre, dispone di una gamma vasta di potenzialità che si sono realizzate in forme diverse, non riducibili al semplice dispiegamento della “volontà di potenza”. La forza antropopoietica della metamorfosi trova nella parziale limitazione del totemismo la possibilità ambivalente di conservarsi e dispiegarsi, e ha trovato la propria profondità storica e la propria esemplare complessità creativo-mimetica, prima di qualsiasi irrigidimento e riattivabile dopo di esso, come capacità di “sentirsi come”, “assumere l’aspetto”, “impersonare” e “incorporare”, diventare altro nell’animale. Proprio in questa “ontologia relazionale” (Agard), in questa “identificazione con un animale” come “strumento culturale per la crescita” (Robertson), in questa “identità dinamica uomo-animale” (Schüttpelz) sembra consistere il punto saliente della riappropriazione canettiana del totemismo e, anche, l’elemento che può consentire alla sua antropologia fuori dagli schemi una imprevista capacità di “efficacia ritardata.

Totem e totemismo. L’antropologia di Elias Canetti tra arcaico e moderno

BORSARI, ANDREA
2008

Abstract

L’articolo indaga l’interesse antropologico e la rilevanza per l’antropologia di Elias Canetti intorno alla nozione di “totemismo” da questi utilizzata. Ne risulta un complesso con un marcato nucleo teorico, sviluppato a partire dall’individuazione della relazione elementare tra uomo e animale e del dispositivo di autoaccrescimento e autoconsumo, dotato di una componente dinamica (la spinta propulsiva della muta di accrescimento) e sottoposto a un forte indice temporale, che gli consente di individuare il gradiente specifico del passaggio, all’interno del processo di ominazione, dalla dotazione ‘naturale’ umana alla acquisizione tramite la diversione nell’animale delle abilità specifiche per l’autoaffermazione. Un tale sbilanciamento primario come specifico antropologico degli esseri umani non sembra perciò riducibile a una “perpetuazione dello stato di natura” ma contenere una forte apertura al mutamento storico che fa capo alla opposizione fondamentale tra “arcaico” e “moderno” e, inoltre, dispone di una gamma vasta di potenzialità che si sono realizzate in forme diverse, non riducibili al semplice dispiegamento della “volontà di potenza”. La forza antropopoietica della metamorfosi trova nella parziale limitazione del totemismo la possibilità ambivalente di conservarsi e dispiegarsi, e ha trovato la propria profondità storica e la propria esemplare complessità creativo-mimetica, prima di qualsiasi irrigidimento e riattivabile dopo di esso, come capacità di “sentirsi come”, “assumere l’aspetto”, “impersonare” e “incorporare”, diventare altro nell’animale. Proprio in questa “ontologia relazionale” (Agard), in questa “identificazione con un animale” come “strumento culturale per la crescita” (Robertson), in questa “identità dinamica uomo-animale” (Schüttpelz) sembra consistere il punto saliente della riappropriazione canettiana del totemismo e, anche, l’elemento che può consentire alla sua antropologia fuori dagli schemi una imprevista capacità di “efficacia ritardata.
2008
La provincia filosofica. Saggi su Elias Canetti
69
88
A. Borsari
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