Lo studio delle pratiche funerarie preistoriche si avvale in genere della documentazione dei contesti di rinvenimento ottenuta durante lo scavo. Può però accadere che per interessanti contesti funerari scavati nel passato questa documentazione non sia, o non sia più, disponibile. Ciò si è verificato per la necropoli iberomaurusiana della Grotte des Pigeons di Taforalt (11-12000 BP, Marocco), costituita da 28 sepolture multiple, scavata negli anni ’50 da J. Roche. Di quegli antichi scavi rimane tuttavia la ricca collezione osteologica umana (Institut de Paléonthologie Humaine, Parigi), che ha costituito una feconda fonte documentaria per indagare le pratiche funerarie degli Iberomaurusiani di Taforalt. Sulla base del contenuto di ogni sepoltura, ricostruito grazie al numero di tomba riportato sui reperti, e della distribuzione delle modificazioni intenzionali delle ossa (colorazione con ocra rossa e tracce di interventi peri e post mortem), si è ottenuto il quadro di un’area sepolcrale costituita da sepolture primarie e secondarie, spesso contestuali, di circa 40 individui adulti e adolescenti e di numerosi bambini. Oltre a pratiche di trattamento del cadavere e di manipolazione di ossa successiva alla decomposizione, alcune lesioni ossee suggeriscono, pur non in modo univoco o inequivocabile, casi di violenza peri mortem e cannibalismo (Mariotti et al., 2009; Belcastro et al., 2010). Recentemente, l’Abbé J. Roche ha ritrovato e ci ha gentilmente fornito alcuni rilievi e foto di scavo riguardanti alcune delle tombe da lui scavate, materiale che pensavamo perduto per sempre. Ci è stato così possibile confermare le ipotesi precedentemente proposte ed arricchire il quadro già delineato grazie all’analisi di ulteriori elementi (posizione del defunto, presenza di corna di bovidi, ecc.). Nel presente lavoro, partendo dai dati più concreti e oggettivi (ossa umane e rilievi di scavo), si intende proporre prima una ricostruzione dei comportamenti e poi una loro possibile interpretazione, prendendo spunto anche dalla comparazione con altre civiltà del passato o da paralleli etnografici allo scopo di ottenere qualche informazione sulla società, la cultura e le credenze della popolazione inumata a Taforalt. Si è evidenziato un complesso di comportamenti funerari a carattere rituale, e quindi probabilmente rispondenti a precise concezioni della vita e della morte, e funzionali allo stabilirsi e al mantenersi di una compiuta identità di gruppo.

Dalla morte alla vita: ossa umane, rituali funerari, aspetti culturali e sociali della popolazione epipaleolitica di Taforalt (Marocco, 11-12000 BP).

MARIOTTI, VALENTINA;BELCASTRO, MARIA GIOVANNA
2013

Abstract

Lo studio delle pratiche funerarie preistoriche si avvale in genere della documentazione dei contesti di rinvenimento ottenuta durante lo scavo. Può però accadere che per interessanti contesti funerari scavati nel passato questa documentazione non sia, o non sia più, disponibile. Ciò si è verificato per la necropoli iberomaurusiana della Grotte des Pigeons di Taforalt (11-12000 BP, Marocco), costituita da 28 sepolture multiple, scavata negli anni ’50 da J. Roche. Di quegli antichi scavi rimane tuttavia la ricca collezione osteologica umana (Institut de Paléonthologie Humaine, Parigi), che ha costituito una feconda fonte documentaria per indagare le pratiche funerarie degli Iberomaurusiani di Taforalt. Sulla base del contenuto di ogni sepoltura, ricostruito grazie al numero di tomba riportato sui reperti, e della distribuzione delle modificazioni intenzionali delle ossa (colorazione con ocra rossa e tracce di interventi peri e post mortem), si è ottenuto il quadro di un’area sepolcrale costituita da sepolture primarie e secondarie, spesso contestuali, di circa 40 individui adulti e adolescenti e di numerosi bambini. Oltre a pratiche di trattamento del cadavere e di manipolazione di ossa successiva alla decomposizione, alcune lesioni ossee suggeriscono, pur non in modo univoco o inequivocabile, casi di violenza peri mortem e cannibalismo (Mariotti et al., 2009; Belcastro et al., 2010). Recentemente, l’Abbé J. Roche ha ritrovato e ci ha gentilmente fornito alcuni rilievi e foto di scavo riguardanti alcune delle tombe da lui scavate, materiale che pensavamo perduto per sempre. Ci è stato così possibile confermare le ipotesi precedentemente proposte ed arricchire il quadro già delineato grazie all’analisi di ulteriori elementi (posizione del defunto, presenza di corna di bovidi, ecc.). Nel presente lavoro, partendo dai dati più concreti e oggettivi (ossa umane e rilievi di scavo), si intende proporre prima una ricostruzione dei comportamenti e poi una loro possibile interpretazione, prendendo spunto anche dalla comparazione con altre civiltà del passato o da paralleli etnografici allo scopo di ottenere qualche informazione sulla società, la cultura e le credenze della popolazione inumata a Taforalt. Si è evidenziato un complesso di comportamenti funerari a carattere rituale, e quindi probabilmente rispondenti a precise concezioni della vita e della morte, e funzionali allo stabilirsi e al mantenersi di una compiuta identità di gruppo.
2013
LA VARIABILITA' UMANA TRA PASSATO E PRESENTE, JULIE ARNAUD
92
93
Mariotti V; Condemi S; Belcastro MG
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