La prevenzione delle infezioni crociate nell’ambiente lavorativo odontoiatrico costituisce da sempre una problematica di grande interesse. Negli ultimi anni è stato evidenziato come l’acqua che fuoriesce dai condotti di un riunito odontoiatrico (turbine, micromotori, siringhe aria/acqua) non sempre rispetta le caratteristiche microbiologiche previste per uso umano; ciò rappresenta un potenziale rischio infettivo. La fonte principale di contaminazione interna della strumentazione odontoiatrica è rappresentata dal “biofilm”, patina organica autoprodotta e tenacemente aderente alla superficie interna del condotto idrico del riunito che ospita specie microbiche differenti; il biofilm protegge i batteri dagli agenti disinfettanti e dispone per loro un habitat in cui vivere e moltiplicarsi. Una volta consolidato, la sua rimozione, dalla parete interna del condotto idrico del riunito, da parte dei più comuni disinfettanti, risulta spesso insoddisfacente a causa della difficoltà delle molecole biocide a raggiungere i microrganismi inglobati nella matrice polisaccaridica. Nel presente studio è stata valutata, mediante microscopia elettronica a scansione, l’efficacia di alcuni sistemi di disinfezione nella riduzione del biofilm nei condotti idrici (turbine e siringhe) dei riuniti odontoiatrici. Nei campioni prelevati all’inizio dello studio, l’analisi ultrastrutturale ha mostrato una chiara presenza di numerose aree omogeneamente ricoperte da biofilm; tale strato continuo si interrompava in alcune zone caratterizzate da micro-fessurazioni; in alcuni casi, il biofilm osservato risultava particolarmente friabile e associato a grossi agglomerati batterici; inoltre è stato possibile osservare anche alcuni depositi di cristalli di diversa morfologia; l’analisi eseguita mediante rivelatore per elettroni retrodiffusi ha permesso di dimostrare come parte dei cristalli fossero costituiti da concrezioni di calcio. L’osservazione al SEM dei dispositivi prelevati al termine dei trattamenti, ha evidenziato una netta riduzione dello spessore biofilm; in alcuni casi, la disgregazione del biofilm è stata tale da consentire la evidenziazione dei singoli batteri che lo costituivano. Concludendo, la microscopia elettronica a scansione costituisce la tecnica di scelta per l’analisi qualitativa e semiquantitativa del biofilm presente nei condotti idrici dei riuniti odontoiatrici; essa consente inoltre, come dimostrato in questo studio, di monitorare l’efficacia dei sistemi di sanificazione correntemente utilizzati nella pratica odontoiatrica.

ESAME ULTRASTRUTTURALE DI BIOFILM BATTERICO IN RIUNITI ODONTOIATRICI

VALENTE, SABRINA;PASQUINELLI, GIANANDREA;
2010

Abstract

La prevenzione delle infezioni crociate nell’ambiente lavorativo odontoiatrico costituisce da sempre una problematica di grande interesse. Negli ultimi anni è stato evidenziato come l’acqua che fuoriesce dai condotti di un riunito odontoiatrico (turbine, micromotori, siringhe aria/acqua) non sempre rispetta le caratteristiche microbiologiche previste per uso umano; ciò rappresenta un potenziale rischio infettivo. La fonte principale di contaminazione interna della strumentazione odontoiatrica è rappresentata dal “biofilm”, patina organica autoprodotta e tenacemente aderente alla superficie interna del condotto idrico del riunito che ospita specie microbiche differenti; il biofilm protegge i batteri dagli agenti disinfettanti e dispone per loro un habitat in cui vivere e moltiplicarsi. Una volta consolidato, la sua rimozione, dalla parete interna del condotto idrico del riunito, da parte dei più comuni disinfettanti, risulta spesso insoddisfacente a causa della difficoltà delle molecole biocide a raggiungere i microrganismi inglobati nella matrice polisaccaridica. Nel presente studio è stata valutata, mediante microscopia elettronica a scansione, l’efficacia di alcuni sistemi di disinfezione nella riduzione del biofilm nei condotti idrici (turbine e siringhe) dei riuniti odontoiatrici. Nei campioni prelevati all’inizio dello studio, l’analisi ultrastrutturale ha mostrato una chiara presenza di numerose aree omogeneamente ricoperte da biofilm; tale strato continuo si interrompava in alcune zone caratterizzate da micro-fessurazioni; in alcuni casi, il biofilm osservato risultava particolarmente friabile e associato a grossi agglomerati batterici; inoltre è stato possibile osservare anche alcuni depositi di cristalli di diversa morfologia; l’analisi eseguita mediante rivelatore per elettroni retrodiffusi ha permesso di dimostrare come parte dei cristalli fossero costituiti da concrezioni di calcio. L’osservazione al SEM dei dispositivi prelevati al termine dei trattamenti, ha evidenziato una netta riduzione dello spessore biofilm; in alcuni casi, la disgregazione del biofilm è stata tale da consentire la evidenziazione dei singoli batteri che lo costituivano. Concludendo, la microscopia elettronica a scansione costituisce la tecnica di scelta per l’analisi qualitativa e semiquantitativa del biofilm presente nei condotti idrici dei riuniti odontoiatrici; essa consente inoltre, come dimostrato in questo studio, di monitorare l’efficacia dei sistemi di sanificazione correntemente utilizzati nella pratica odontoiatrica.
2010
XX Annual meeting of the Ultrastructural Pathology Italian Group, SIAPEC-IAP (GIPU)
1
1
S. Valente; A. Scuderi; M.A. Bucci Sabattini; G. Pasquinelli; M.S. Rini; A. Frabetti; S. Dottori; P. Farruggia
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