L’Unità di Ricerca si propone, come obiettivo primario, lo studio e l’edizione di fonti capaci di fornire un quadro completo della geografia feudale della regione più settentrionale del regno di Napoli (Iustitiariatus Aprutii) durante l’età angioina (1266-1442), con un’attenzione particolare per alcuni documenti sino ad ora completamente ignorati dalla storiografia, cioè le scritture prodotte dagli organi periferici della monarchia, in primo luogo dai giustizieri, per la gestione del servizio militare su base feudale. In particolare, il gruppo di lavoro si propone l’edizione critica del registro della mostra dei feudatari che si presentarono davanti al giustiziere d’Abruzzo parte a Sulmona e parte a Penne nei mesi di aprile e maggio del 1279. La ricostruzione del registro, un tempo conservato nel fascicolo 8 della Cancelleria angioina e oggi non più disponibile nella sua versione originale, fornisce uno spaccato orizzontale della società feudale abruzzese e offre una copertura dell’intero territorio regionale. Il documento consente di comprendere i meccanismi che regolavano la prestazione del servizio militare di natura feudale e di ricostruire la geografia feudale di una delle più ampie circoscrizioni amministrative del Regno, il giustizierato d’Abruzzo, di quantificare l’introduzione di elementi ultramontani (francesi e provenzali) nelle strutture feudali del Regno, di ricostruire un quadro insediativo della regione molto più dettagliato di quanto si possa fare sulla base di altra documentazione di carattere amministrativo o di natura fiscale. Il gruppo di lavoro si propone, inoltre, di intraprendere lo studio di un Registrum pheudatariorum del 1316 che, grazie alla distinzione tra feudi antichi e feudi nuovi, consente di valutare, a distanza di mezzo secolo dall’affermazione angioina, alcune dinamiche di primaria importanza: la progressiva scomparsa delle famiglie feudali di origine franco-provenzale e il conseguente rafforzamento delle famiglie dell’antica aristocrazia dell’età normanna e sveva; la presenza, sempre più vistosa, nel panorama feudale regionale, delle grandi famiglie dell’aristocrazia romana, primi fra tutti i Colonna e gli Orsini; la permanenza in alcuni contesti territoriali del diritto longobardo in materia di successione feudale con la conseguente parcellizzazione del possesso feudale; l’avvio di processi di ricomposizione territoriale, tesi cioè alla costituzione di comprensori feudali compatti e organicamente legati, portati avanti con risultati altalenanti da alcune dinastie feudali. Altro obiettivo è di analizzare, come caso esemplare, la documentazione prodotta da una grande famiglia romana, quella degli Orsini, saldamente insediata nel contesto feudale della regione con il ramo dei conti di Tagliacozzo e con quello dei conti di Manoppello. L’archivio di questa famiglia, conservato in parte presso l’Archivio Capitolino di Roma e in parte presso il Department of Special Collections, Charles E. Young Research Library, University of California di Los Angeles (UCLA), contiene una ricchissima documentazione particolarmente utile per la descrizione dei territori sottoposti al dominio feudale della famiglia e molto importante per concorrere, secondo le linee descritte nel progetto generale, alla riflessione sullo spazio “fruito” e sullo spazio “percepito”. Da ultimo i dati raccolti saranno utilizzati, in collaborazione serrata con l’Unità di Ricerca del Politecnico di Milano, per la costruzione di carte tematiche georeferenziate relative al possesso feudale, ma arricchite con l’aggiunta di dati sulla viabilità, sui legami di dipendenza non feudale, sui castelli e sugli insediamenti monastici presenti nella regione, secondo metodologie già sperimentate dalle Unità di Ricerca di Napoli e di Lecce.

Geografie feudali dell'Abruzzo angioino

PIO, BERARDO
2013

Abstract

L’Unità di Ricerca si propone, come obiettivo primario, lo studio e l’edizione di fonti capaci di fornire un quadro completo della geografia feudale della regione più settentrionale del regno di Napoli (Iustitiariatus Aprutii) durante l’età angioina (1266-1442), con un’attenzione particolare per alcuni documenti sino ad ora completamente ignorati dalla storiografia, cioè le scritture prodotte dagli organi periferici della monarchia, in primo luogo dai giustizieri, per la gestione del servizio militare su base feudale. In particolare, il gruppo di lavoro si propone l’edizione critica del registro della mostra dei feudatari che si presentarono davanti al giustiziere d’Abruzzo parte a Sulmona e parte a Penne nei mesi di aprile e maggio del 1279. La ricostruzione del registro, un tempo conservato nel fascicolo 8 della Cancelleria angioina e oggi non più disponibile nella sua versione originale, fornisce uno spaccato orizzontale della società feudale abruzzese e offre una copertura dell’intero territorio regionale. Il documento consente di comprendere i meccanismi che regolavano la prestazione del servizio militare di natura feudale e di ricostruire la geografia feudale di una delle più ampie circoscrizioni amministrative del Regno, il giustizierato d’Abruzzo, di quantificare l’introduzione di elementi ultramontani (francesi e provenzali) nelle strutture feudali del Regno, di ricostruire un quadro insediativo della regione molto più dettagliato di quanto si possa fare sulla base di altra documentazione di carattere amministrativo o di natura fiscale. Il gruppo di lavoro si propone, inoltre, di intraprendere lo studio di un Registrum pheudatariorum del 1316 che, grazie alla distinzione tra feudi antichi e feudi nuovi, consente di valutare, a distanza di mezzo secolo dall’affermazione angioina, alcune dinamiche di primaria importanza: la progressiva scomparsa delle famiglie feudali di origine franco-provenzale e il conseguente rafforzamento delle famiglie dell’antica aristocrazia dell’età normanna e sveva; la presenza, sempre più vistosa, nel panorama feudale regionale, delle grandi famiglie dell’aristocrazia romana, primi fra tutti i Colonna e gli Orsini; la permanenza in alcuni contesti territoriali del diritto longobardo in materia di successione feudale con la conseguente parcellizzazione del possesso feudale; l’avvio di processi di ricomposizione territoriale, tesi cioè alla costituzione di comprensori feudali compatti e organicamente legati, portati avanti con risultati altalenanti da alcune dinastie feudali. Altro obiettivo è di analizzare, come caso esemplare, la documentazione prodotta da una grande famiglia romana, quella degli Orsini, saldamente insediata nel contesto feudale della regione con il ramo dei conti di Tagliacozzo e con quello dei conti di Manoppello. L’archivio di questa famiglia, conservato in parte presso l’Archivio Capitolino di Roma e in parte presso il Department of Special Collections, Charles E. Young Research Library, University of California di Los Angeles (UCLA), contiene una ricchissima documentazione particolarmente utile per la descrizione dei territori sottoposti al dominio feudale della famiglia e molto importante per concorrere, secondo le linee descritte nel progetto generale, alla riflessione sullo spazio “fruito” e sullo spazio “percepito”. Da ultimo i dati raccolti saranno utilizzati, in collaborazione serrata con l’Unità di Ricerca del Politecnico di Milano, per la costruzione di carte tematiche georeferenziate relative al possesso feudale, ma arricchite con l’aggiunta di dati sulla viabilità, sui legami di dipendenza non feudale, sui castelli e sugli insediamenti monastici presenti nella regione, secondo metodologie già sperimentate dalle Unità di Ricerca di Napoli e di Lecce.
2013
2009
B. Pio
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/386346
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