Il tema della progettazione del sistema verde di un particolare tipo di ambito (rotatoria), situato in un’area di transizione fra il territorio urbano e quello agricolo periurbano, pone gli interrogativi tipici della progettualità degli spazi aperti in tutta la loro articolazione e complessità, pur in un’area decisamente circoscritta, sia in termini dimensionali, che in termini morfologici e funzionali. Emergono le questioni filosofiche dell’approccio progettuale con cui interpretare il contesto di intervento, inteso certamente non nella sola accezione spaziale. Si considera nello studio un caso di intervento in un paesaggio periurbano indefinito in comune di Bologna, con le evidenti incertezze e incompiutezze tipiche delle aree urbane in corso di formazione. Rispetto a tale constatazione e principalmente alla questione primaria della interpretazione progettuale del contesto di intervento, una prima considerazione può basarsi sul fatto che l’area di intervento è stata fino a pochi anni fa parte integrante dell’agro bolognese, tessera di un mosaico paesaggistico rurale fortemente caratterizzato. L’approccio alla progettazione può allora interpretare questa memoria storica proponendo nella sistemazione della rotatoria stradale, fulcro visivo della mobilità pubblica e privata della zona, una citazione del paesaggio rurale storico. Sotto tale ottica, è possibile richiamare elementi paesaggistici e culturali del territorio, valorizzando quindi il patrimonio locale introducendo il segno di una piantata, accompagnata dalle note di colore di una rosa. Un ulteriore segno può risiedere in una macchia arbustiva connotata dalla presenza del Salix viminalis, che può essere impiantata secondo una direzionalità tale da recepire gli attuali orientamenti in merito alla funzione di supporto alla sicurezza stradale rivestita dalle sistemazioni a verde delle rotatorie Essa può inoltre mettere in evidenza la prospettiva verso la vicina sede della facoltà universitaria di Agraria, valorizzandone così il rapporto con il verde urbano e contemporaneamente con il paesaggio rurale. Una sistemazione in tale chiave progettuale è infine subordinata al concetto fondamentale del progetto sostenibile, basato su una futura manutenzione semplificata. Una seconda riflessione può partire invece dal fatto che l’area di intervento non presenta oggi alcun relitto significativamente conservato del paesaggio rurale storico più vicino a noi. Di tale paesaggio infatti persiste solo in minima parte la struttura profonda maggiormente resistente dei reticoli drenanti e di quelli viari e la relativa tessitura dei campi. Essa è invenibile nella fase quiescente che prelude alla concretizzazione del processo insediativo che va progressivamente trasformando questo brano di “campagna che non è più” in “città che non è ancora”. Ma tale struttura è completamente obliterata o trasformata nelle aree dove tale processo appunto si concretizza, impiantando nel paesaggio i geni urbani. L’approccio alla progettazione, sotto tale ottica, interpreta questo divenire in termini di architettura del paesaggio facendosi carico di concorrere alla sua progressiva identificazione come città con una azione costruttiva espressione esplicita della contemporaneità in cui si verifica, rispettando, attraverso opportune scelte tecniche e di impostazione, il vincolo di minimizzazione della spesa sia di impianto che di manutenzione dell’area verde.

Un embrione di paesaggio urbano/rurale nel tessuto instabile e indefinito dei margini della città / Chiusoli A.; Bufferli E.; Marsigli Rossi Lombardi F.; Minelli A.; Rinaldi Ceroni L.; Tassinari P.; Paolinelli G.; Benni S.; Torreggiani D.; Samonati E.. - ELETTRONICO. - (2006). (Intervento presentato al convegno Paesaggio e sviluppo sostenibile, Contributi della Facoltà di Agraria di Bologna tenutosi a Imola (Bologna) nel 17/11/2006).

Un embrione di paesaggio urbano/rurale nel tessuto instabile e indefinito dei margini della città.

CHIUSOLI, ALESSANDRO;BUFFERLI, ELISABETTA;MARSIGLI, FILIPPO;MINELLI, ALBERTO;TASSINARI, PATRIZIA;PAOLINELLI, GABRIELE;BENNI, STEFANO;TORREGGIANI, DANIELE;SAMONATI, ELEONORA
2006

Abstract

Il tema della progettazione del sistema verde di un particolare tipo di ambito (rotatoria), situato in un’area di transizione fra il territorio urbano e quello agricolo periurbano, pone gli interrogativi tipici della progettualità degli spazi aperti in tutta la loro articolazione e complessità, pur in un’area decisamente circoscritta, sia in termini dimensionali, che in termini morfologici e funzionali. Emergono le questioni filosofiche dell’approccio progettuale con cui interpretare il contesto di intervento, inteso certamente non nella sola accezione spaziale. Si considera nello studio un caso di intervento in un paesaggio periurbano indefinito in comune di Bologna, con le evidenti incertezze e incompiutezze tipiche delle aree urbane in corso di formazione. Rispetto a tale constatazione e principalmente alla questione primaria della interpretazione progettuale del contesto di intervento, una prima considerazione può basarsi sul fatto che l’area di intervento è stata fino a pochi anni fa parte integrante dell’agro bolognese, tessera di un mosaico paesaggistico rurale fortemente caratterizzato. L’approccio alla progettazione può allora interpretare questa memoria storica proponendo nella sistemazione della rotatoria stradale, fulcro visivo della mobilità pubblica e privata della zona, una citazione del paesaggio rurale storico. Sotto tale ottica, è possibile richiamare elementi paesaggistici e culturali del territorio, valorizzando quindi il patrimonio locale introducendo il segno di una piantata, accompagnata dalle note di colore di una rosa. Un ulteriore segno può risiedere in una macchia arbustiva connotata dalla presenza del Salix viminalis, che può essere impiantata secondo una direzionalità tale da recepire gli attuali orientamenti in merito alla funzione di supporto alla sicurezza stradale rivestita dalle sistemazioni a verde delle rotatorie Essa può inoltre mettere in evidenza la prospettiva verso la vicina sede della facoltà universitaria di Agraria, valorizzandone così il rapporto con il verde urbano e contemporaneamente con il paesaggio rurale. Una sistemazione in tale chiave progettuale è infine subordinata al concetto fondamentale del progetto sostenibile, basato su una futura manutenzione semplificata. Una seconda riflessione può partire invece dal fatto che l’area di intervento non presenta oggi alcun relitto significativamente conservato del paesaggio rurale storico più vicino a noi. Di tale paesaggio infatti persiste solo in minima parte la struttura profonda maggiormente resistente dei reticoli drenanti e di quelli viari e la relativa tessitura dei campi. Essa è invenibile nella fase quiescente che prelude alla concretizzazione del processo insediativo che va progressivamente trasformando questo brano di “campagna che non è più” in “città che non è ancora”. Ma tale struttura è completamente obliterata o trasformata nelle aree dove tale processo appunto si concretizza, impiantando nel paesaggio i geni urbani. L’approccio alla progettazione, sotto tale ottica, interpreta questo divenire in termini di architettura del paesaggio facendosi carico di concorrere alla sua progressiva identificazione come città con una azione costruttiva espressione esplicita della contemporaneità in cui si verifica, rispettando, attraverso opportune scelte tecniche e di impostazione, il vincolo di minimizzazione della spesa sia di impianto che di manutenzione dell’area verde.
2006
Paesaggio e sviluppo sostenibile, Contributi della Facoltà di Agraria di Bologna - ATTI
Un embrione di paesaggio urbano/rurale nel tessuto instabile e indefinito dei margini della città / Chiusoli A.; Bufferli E.; Marsigli Rossi Lombardi F.; Minelli A.; Rinaldi Ceroni L.; Tassinari P.; Paolinelli G.; Benni S.; Torreggiani D.; Samonati E.. - ELETTRONICO. - (2006). (Intervento presentato al convegno Paesaggio e sviluppo sostenibile, Contributi della Facoltà di Agraria di Bologna tenutosi a Imola (Bologna) nel 17/11/2006).
Chiusoli A.; Bufferli E.; Marsigli Rossi Lombardi F.; Minelli A.; Rinaldi Ceroni L.; Tassinari P.; Paolinelli G.; Benni S.; Torreggiani D.; Samonati E.
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