Gli atti, diretti da J.-R. Gaborit, costituiscono una delle sezioni dedicate all'arte del 131° congresso del CTHS organizzato dal Ministére de l'Education Nationale de l'Enseignement Supérieur et de la Recheche. Il convegno, dedicato ai rapporti tra Tradizione e Innovazione nelle arti, nella letteratura e nelle scienze ha proposto una riflessione sulle innovazioni tecniche nell'arte e sulle novità e reinteerpretazioni dei modelli. In questo contesto di ricerca il contributo dell'autore ha proposto una riflessione sul rapporto artistico tra Italia e Francia attraverso il caso esemplare del riutilizzo e del riferimento ai modelli della scuola bolognese del XVII secolo nella pittura francese. La ricerca affronta alcuni problemi collegati all’utilizzazione di un paradigma estetico che tra il XVII e il XIX secolo fu considerato dapprima innovatore, poi classico ed infine accademico. Questo modello riuscì tuttavia a proporre soluzioni funzionali alle esigenze specifiche e sempre diverse della creazione artistica anche se, talora, al prezzo della “destrutturazione” del proprio canone formale. Negli anni Novanta Jacques Thuillier scriveva che l'influenza dei Carracci sull'arte francese era "du domaine de l'évidence" e che senza i Carracci tutto il suo sviluppo sarebbe stato diverso. L'evoluzione degli studi sulla storia del gusto porta oggi a guardare con crescente interesse le modalità di incontro tra passato e presente, a differenza di quella di quella di influenza, la nozione di ricezione che non esclude né l'incontro né la reazione, e offre un maggior spazio ruolo al pubblico assume nella ricerca un maggior rilievo. Talvolta, la banalizzazione della nozione di classicismo ha coperto o semplificato le ragioni che hanno condotto alla trasmissione e alla rielaborazione di un paradigma solo apparentemente stabile. Ancora nel 1897 Rosenthal affermava, per esempio, che in un prossimo futuro si sarebbero ammirati "ces tristes bolonais" che erano stati amati ieri e che si sarebbero amati di nuovo domani. Il contributo affronta anche il modo in cui il recupero dei modelli si unisce al problema del "tra-ducere" cioè alla questione degli scambi e del passaggio da una cultura ad un'altra secondo uno scarto che è nello stesso tempo cronologico e geografico. Secondo Francis Haskell il limite tra passato e presente è abbastanza vicino: d'altra parte quando Cochin proponeva come modello ai giovani artisti lo stile dei Bolognesi, non era per ammirare la tradizione del passato, ma per correggere i "vizi" stilistici del presente. Oggi la ricerca erudita del riferimento stilistico può essere utilmente completata dall'esame delle modalità che hanno permesso la nascita di un linguaggio "moderne et français" a partire, tra l'altro, dallo studio della Scuola di Bologna. Da questo modello nasceranno in effetti degli stereotipi poli-contestuali nei quali si cancella la sintassi classica della "grande machine" dei Carracci.

Entre tradition et innovation, de l’Italie à la France : quelques propos sur l’Accademia degli Incamminati et le problème de la réception et de l’utilisation des modèles

COSTA, SANDRA
2009

Abstract

Gli atti, diretti da J.-R. Gaborit, costituiscono una delle sezioni dedicate all'arte del 131° congresso del CTHS organizzato dal Ministére de l'Education Nationale de l'Enseignement Supérieur et de la Recheche. Il convegno, dedicato ai rapporti tra Tradizione e Innovazione nelle arti, nella letteratura e nelle scienze ha proposto una riflessione sulle innovazioni tecniche nell'arte e sulle novità e reinteerpretazioni dei modelli. In questo contesto di ricerca il contributo dell'autore ha proposto una riflessione sul rapporto artistico tra Italia e Francia attraverso il caso esemplare del riutilizzo e del riferimento ai modelli della scuola bolognese del XVII secolo nella pittura francese. La ricerca affronta alcuni problemi collegati all’utilizzazione di un paradigma estetico che tra il XVII e il XIX secolo fu considerato dapprima innovatore, poi classico ed infine accademico. Questo modello riuscì tuttavia a proporre soluzioni funzionali alle esigenze specifiche e sempre diverse della creazione artistica anche se, talora, al prezzo della “destrutturazione” del proprio canone formale. Negli anni Novanta Jacques Thuillier scriveva che l'influenza dei Carracci sull'arte francese era "du domaine de l'évidence" e che senza i Carracci tutto il suo sviluppo sarebbe stato diverso. L'evoluzione degli studi sulla storia del gusto porta oggi a guardare con crescente interesse le modalità di incontro tra passato e presente, a differenza di quella di quella di influenza, la nozione di ricezione che non esclude né l'incontro né la reazione, e offre un maggior spazio ruolo al pubblico assume nella ricerca un maggior rilievo. Talvolta, la banalizzazione della nozione di classicismo ha coperto o semplificato le ragioni che hanno condotto alla trasmissione e alla rielaborazione di un paradigma solo apparentemente stabile. Ancora nel 1897 Rosenthal affermava, per esempio, che in un prossimo futuro si sarebbero ammirati "ces tristes bolonais" che erano stati amati ieri e che si sarebbero amati di nuovo domani. Il contributo affronta anche il modo in cui il recupero dei modelli si unisce al problema del "tra-ducere" cioè alla questione degli scambi e del passaggio da una cultura ad un'altra secondo uno scarto che è nello stesso tempo cronologico e geografico. Secondo Francis Haskell il limite tra passato e presente è abbastanza vicino: d'altra parte quando Cochin proponeva come modello ai giovani artisti lo stile dei Bolognesi, non era per ammirare la tradizione del passato, ma per correggere i "vizi" stilistici del presente. Oggi la ricerca erudita del riferimento stilistico può essere utilmente completata dall'esame delle modalità che hanno permesso la nascita di un linguaggio "moderne et français" a partire, tra l'altro, dallo studio della Scuola di Bologna. Da questo modello nasceranno in effetti degli stereotipi poli-contestuali nei quali si cancella la sintassi classica della "grande machine" dei Carracci.
2009
Tradition et innovation en histoire de l'art
152
172
Sandra Costa
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/374674
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