Dal 526 al 535 le sorti dell’Italia furono nelle mani di una donna: Amalasunta, figlia del re ostrogoto Teoderico il Grande e della principessa merovingia Audofleda, sorella di Clodoveo. Nel breve ma intenso lasso di tempo della sua reggenza e del suo governo come regina, Amalasunta con ogni probabilità ebbe modo di esprimersi attraverso interventi edilizi riguardanti la capitale Ravenna, interventi non appariscenti nella forma ma importanti nella sostanza. In questo lavoro si è cercato di discutere il passo di Agnello Ravennate riguardante la regina, in cui si fa riferimento al fatto che la sovrana potrebbe aver realizzato un orfanotrofio a Ravenna.
Amalasunta "regia mater" e Ravenna. Una donna per una capitale ostrogota
SMURRA, ROSA
2014
Abstract
Dal 526 al 535 le sorti dell’Italia furono nelle mani di una donna: Amalasunta, figlia del re ostrogoto Teoderico il Grande e della principessa merovingia Audofleda, sorella di Clodoveo. Nel breve ma intenso lasso di tempo della sua reggenza e del suo governo come regina, Amalasunta con ogni probabilità ebbe modo di esprimersi attraverso interventi edilizi riguardanti la capitale Ravenna, interventi non appariscenti nella forma ma importanti nella sostanza. In questo lavoro si è cercato di discutere il passo di Agnello Ravennate riguardante la regina, in cui si fa riferimento al fatto che la sovrana potrebbe aver realizzato un orfanotrofio a Ravenna.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.