Muoversi dal piano delle disgiunzioni (consolidate nel nostro universo culturale e sociale) a quello delle connessioni (inerente il paradigma della complessità) significa dunque anche porre in relazione il sistema mente-corpo con il contesto mondo: mondo naturale, mondo dei valori, mondo delle idee e dei paradigmi, mondo sociale… Educare alla consapevolezza di quanto mondo c’è nella nostra mente, che siamo abituati a credere nostro e che riflette, invece, la somma dei condizionamenti assunti dalla nascita in poi: dal DNA, a tante convinzioni che ci sono care e che ci sembra di non poter cambiare senza cambiare qualcosa di fondamentale dell’identità che ci riconosciamo.. Educare a imparare a conoscere i propri repertori cognitivi e a prefigurare la propria differenza come cifra di un’originalità che non ha nulla di titanico, ma tende a individuare la possibilità di andare oltre le postazioni raggiunte: comprendendo che, fra le influenze che ho ricevuto e continuo a ricevere, c’è l’induzione al conformismo e al consumismo, c’è la competitività e la sopraffazione, ma ci sono anche la poesia di Rilke e la dottrina non-violenta di Gandhi: dunque, si tratta di scegliere. Educare, anche, alla consapevolezza che, come il mondo è nella mente, così la mente è nel mondo, ovvero: se voglio combattere il razzismo che c’è nel mondo, devo cominciare a combattere il razzismo che c’è nella mia mente poiché essendo lì, nella mia mente, è già nel mondo; è in quello che dico e che faccio nella quotidianità, è nello stile del mio comunicare e costituisce gli occhiali attraverso cui conosco, valuto, sento. La mente nel mondo: è più di una connessione, è la responsabilità di esserci, in termini utopici (può l’educazione non essere utopica senza ricalcare l’esistente?) e in termini di resistenza, d’impegno giorno per giorno, contesto per contesto, esercitando la “scuola del sospetto”, osando essere nietszcheanamente “inattuali”, pretendendo di prefigurare orizzonti di senso non solo per se stessi, ma per l’intera umanità e per l’intero pianeta.

Non di solo cervello : educare alle connessioni mente-corpo-significati-contesti / M. CONTINI; M. FABBRI; P. MANUZZI. - STAMPA. - (2006).

Non di solo cervello : educare alle connessioni mente-corpo-significati-contesti

CONTINI, MARIAGRAZIA;FABBRI, MAURIZIO;MANUZZI, PAOLA
2006

Abstract

Muoversi dal piano delle disgiunzioni (consolidate nel nostro universo culturale e sociale) a quello delle connessioni (inerente il paradigma della complessità) significa dunque anche porre in relazione il sistema mente-corpo con il contesto mondo: mondo naturale, mondo dei valori, mondo delle idee e dei paradigmi, mondo sociale… Educare alla consapevolezza di quanto mondo c’è nella nostra mente, che siamo abituati a credere nostro e che riflette, invece, la somma dei condizionamenti assunti dalla nascita in poi: dal DNA, a tante convinzioni che ci sono care e che ci sembra di non poter cambiare senza cambiare qualcosa di fondamentale dell’identità che ci riconosciamo.. Educare a imparare a conoscere i propri repertori cognitivi e a prefigurare la propria differenza come cifra di un’originalità che non ha nulla di titanico, ma tende a individuare la possibilità di andare oltre le postazioni raggiunte: comprendendo che, fra le influenze che ho ricevuto e continuo a ricevere, c’è l’induzione al conformismo e al consumismo, c’è la competitività e la sopraffazione, ma ci sono anche la poesia di Rilke e la dottrina non-violenta di Gandhi: dunque, si tratta di scegliere. Educare, anche, alla consapevolezza che, come il mondo è nella mente, così la mente è nel mondo, ovvero: se voglio combattere il razzismo che c’è nel mondo, devo cominciare a combattere il razzismo che c’è nella mia mente poiché essendo lì, nella mia mente, è già nel mondo; è in quello che dico e che faccio nella quotidianità, è nello stile del mio comunicare e costituisce gli occhiali attraverso cui conosco, valuto, sento. La mente nel mondo: è più di una connessione, è la responsabilità di esserci, in termini utopici (può l’educazione non essere utopica senza ricalcare l’esistente?) e in termini di resistenza, d’impegno giorno per giorno, contesto per contesto, esercitando la “scuola del sospetto”, osando essere nietszcheanamente “inattuali”, pretendendo di prefigurare orizzonti di senso non solo per se stessi, ma per l’intera umanità e per l’intero pianeta.
2006
1-204
9788860300553
Non di solo cervello : educare alle connessioni mente-corpo-significati-contesti / M. CONTINI; M. FABBRI; P. MANUZZI. - STAMPA. - (2006).
M. CONTINI; M. FABBRI; P. MANUZZI
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