Sulla base degli aspetti emersi nella fase iniziale della ricerca sull’evoluzione del concetto di Patrimonio Culturale in Italia negli anni Settanta, si è formulata un’ipotesi di modernizzazione nella “politica della cultura” dell’Italia repubblicana. Tale ipotesi nasce, in primo luogo, dall’analisi del processo istituzionale promosso dal governo bicolore Moro/La Malfa, e in particolare da Giovanni Spadolini, attraverso la creazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, parallelamente alle iniziative proposte dalle neonate Regioni. Un tentativo questo, di riforma politica nel campo della conservazione, tutela e fruizione del patrimonio artistico culturale, che si contrappone al periodo di “immobilismo politico” postulato dalla storiografia sugli anni Settanta. In base alle questioni emerse, si è proseguito nello studio delle vicende storiche legate all’attuazione del Ministero per i Beni Culturali, da cui si profilano, in modo particolare, gli intensi scambi tra lo Stato centrale e i governi locali. Si è ritenuto opportuno, in questo senso, analizzare il contributo politico intellettuale che si delinea all’interno del dibattito sul tema della gestione del patrimonio culturale. A questo scopo, si è valutato necessario approfondire le vicende politico-intellettuali relative alle iniziative regionali, e in maniera particolare studiare la nascita dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.

La politica per i Beni Culturali in Italia tra centro e periferia nella prima metà degli anni Settanta.

DI GIANGIROLAMO, GIANLUIGI
2014

Abstract

Sulla base degli aspetti emersi nella fase iniziale della ricerca sull’evoluzione del concetto di Patrimonio Culturale in Italia negli anni Settanta, si è formulata un’ipotesi di modernizzazione nella “politica della cultura” dell’Italia repubblicana. Tale ipotesi nasce, in primo luogo, dall’analisi del processo istituzionale promosso dal governo bicolore Moro/La Malfa, e in particolare da Giovanni Spadolini, attraverso la creazione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, parallelamente alle iniziative proposte dalle neonate Regioni. Un tentativo questo, di riforma politica nel campo della conservazione, tutela e fruizione del patrimonio artistico culturale, che si contrappone al periodo di “immobilismo politico” postulato dalla storiografia sugli anni Settanta. In base alle questioni emerse, si è proseguito nello studio delle vicende storiche legate all’attuazione del Ministero per i Beni Culturali, da cui si profilano, in modo particolare, gli intensi scambi tra lo Stato centrale e i governi locali. Si è ritenuto opportuno, in questo senso, analizzare il contributo politico intellettuale che si delinea all’interno del dibattito sul tema della gestione del patrimonio culturale. A questo scopo, si è valutato necessario approfondire le vicende politico-intellettuali relative alle iniziative regionali, e in maniera particolare studiare la nascita dell’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna.
2014
Politica e territori nel mondo contemporaneo
1
25
GIANLUIGI DI GIANGIROLAMO
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